Tease

928 44 6
                                    

Adriel si risvegliò in un letto d'ospedale. Aveva una flebo attaccata la braccio destro e la mano di Emeraude che stringeva la sua.

La castana si era addormentata in una posizione molto scomoda. Teneva la testa appoggiata sul materasso del lettino mentre stava seduta sulla poltrona di fianco al letto, la mora era sicura che si sarebbe risvegliata con un gran mal di schiena.

Nella stanza oltre a lei c'era anche Dante in piedi a guardare fuori dalla finestra, la luce del sole del mattino gli stava illuminando il viso teso dalla... preoccupazione?

-Ti sei svegliata.- disse voltandosi verso di lei per poi raggiungerla silenziosamente: -Come stai?-
-Come se un camion mi avesse appena messa sotto e fosse passato dieci volte sopra di me.- gli rispose lei mentre cercava di alzarsi a sedere.
-Quanto sei drammatica.- la prese in giro sedendosi dalla parte opposta rispetto a dove Ede dormiva ancora: -Sam è andato a prendere del caffè. Oscar, se così si chiamava, è dovuto rientrare subito al lavoro ma ha detto di richiamarlo non appena ti sarai svegliata aggiungendo anche che se vuoi puoi prenderti qualche giorno di riposo. Penso che abbia paura che gli farai causa per non so quale motivo.-
-Potrei fargli causa?- domandò Adriel cercando di sistemarsi il cuscino dietro la schiena.
-Non è stato di certo lui a convincerti a giocare contro un coglione come Cody Baxter a Beer Pong.-

Adriel si massaggiò una tempia con la punta delle dita chiudendo gli occhi. La luce del sole la stava infastidendo e sembrava che ogni cosa intorno a lei fosse amplificata per tre.

-Che è successo?- chiese aprendo un occhio per poter sbirciare nella direzione di Dante.
-Beh, ti hanno drogata alternando antibiotici, antinfiammatori e calmanti per ogni bicchiere. Sei svenuta ma Sam ti ha afferrata prima che potessi cadere. Ti abbiamo portato all'ospedale e i dottori ti hanno fatto una lavanda gastrica. Sarebbe una storia da raccontare ai tuoi nipoti un giorno, peccato che non te la ricordi. Notte travolgente ed emozionante.- concluse ironicamente il biondo ed Adriel rise a bassa voce per poi mormorare un 'ahia' che la fece smettere subito.

-Dovresti riposare.- le consigliò l'uomo.
-Anche perché stiamo pagando l'ira di dio per questa camera e fra poche ore arriveranno le infermiere a sbatterci fuori.- affermò Sam entrando nella stanza con due piccole tazze di caffè fumante nelle mani: -E questo caffè è acqua colorata. Con che coraggio me l'hanno fatto pagare tre dollari l'uno?- si lamentò.


Adriel rientrò a casa sua nel tardo pomeriggio, i dottori le avevano fatto un check-up completo e nei giorni successivi sarebbero arrivati i risultati delle analisi. Stava decisamente molto meglio rispetto a quella mattina anche se aveva battibeccato per tutto il viaggio con Dante a proposito di chi avrebbe dovuto pagare le spese mediche.

-Ti ho detto che potevo benissimo pagare io. Non ho bisogno della tua American Express in tutto e per tutto.-
-Adriel i soldi che avresti usato sarebbero comunque stati i miei quindi fai storie inutili.- Dante alzò gli occhi al cielo chiudendo la porta di casa alle sue spalle.

La donna incrociò le braccia al petto voltandosi verso di lui per fulminarlo con gli occhi: -Per tua informazione ora ho un lavoro anche io. Ciò vuol dire che sarei stata perfettamente in grado di pagare!- affermò piccata per poi dargli le spalle e andarsene sbattendo con i piedi per terra ad ogni passo.
-Dove vai?- le chiese il biondo guardandola accigliato.
-In camera mia.- urlò lei ancora offesa dai suoi modi di fare.
-Quella parte della casa è mia.- rispose subito lui iniziando a seguirla su per le scale.
-Camera. Mia.- fu l'unica risposta che ottenne da lei prima che gli sbattesse la porta della stanza in faccia.

Adriel si buttò nel letto coprendosi fin sotto al mento. Sospirò afferrando il cuscino che stava dall'altra parte e lo strinse forte a se inspirando il nuovo profumo che il marito aveva iniziato a usare. Le piaceva, ma preferiva il suo dopobarba.

The gold diggerWhere stories live. Discover now