Complicated

876 40 1
                                    


Sydney, la sua amata Sydney.
Dio, quanto amava quella città, per Adriel era la città dei sogni.

New York, Roma, Londra, Parigi, Pechino e Tokyo, per lei, non potevano minimamente competere con la spettacolare e caotica Sydney.

La rattristava sapere che l'ultima cosa che avrebbe visto lì era l'aeroporto.

Aveva perso il conto di quante volte fosse salita e scesa dall'aereo in quei mesi.
All'aeroporto della Gold Coast aveva salutato i suoi genitori, Emily, Farah e Liam. L'avevano abbracciata tutti quanti augurandole un buon viaggio e dicendole di tornare presto.

-Adriel!-
-Ede...- Adriel si voltò verso la bellezza mozzafiato che le stava venendo incontro.

Emeraude si era tagliata i lunghi capelli castani che prima le arrivavano fino alla vita e ora erano un semplice caschetto che dava al suo viso più rotondità.

Gli occhi verdi di Ede scivolarono immediatamente verso il ventre gonfio di Adriel.

-Oh mio Dio!- esclamò cercando di non fare un salto di gioia.
-Ede! No!- Adriel bloccò il suo entusiasmo sul nascere evitando così che altri sguardi indiscreti si posassero su di loro.

Emeraude guardò l'espressione turbata dell'amica ed il suo entusiasmo lentamente iniziò a svanire.

-Andiamo a berci un caffè?- propose Adriel e l'altra annuì.

-Quindi vuoi scappare.- le parole di Emeraude non avevano niente di accusatorio in se, parlava per dati di fatto.
-Non scappare, solo andarmene.-
-Andartene senza voler dire niente a nessuno equivale a scappare.-

Adriel sospirò guadando la sua tazza di the.
Su internet dicevano che in gravidanza il caffè non faceva male se consumato moderatamente ma lei non voleva rischiare.

-Perché non provi a parlarne con Dante. Vedrai che lui capirà e...-
-Non voglio parlarne con Dante.- tagliò corto Adriel e Ede ammutolì.
-Gli ho già rovinato la vita abbastanza, non voglio che provi pena per me e che per questo si ritrovi a crescere il figlio di un altro uomo.-
-Ma potrebbe essere anche suo figlio. Vuoi veramente tenerlo all'oscuro di tutto? A che pro?-

Gli occhi nocciola di Adriel erano stanchi e spenti e guardavano quelli luminosi e limpidi di Emeraude. Anche se lei e Dante non avevano legami di sangue c'era qualcosa in loro che li univa rendendoli incredibilmente simili. Negli occhi avevano lo stesso sguardo, la stessa determinazione, la stessa passione, il buon senso e la capacità di farsi amare e ammirare da chiunque li circondasse.
Adriel si era sempre sentita in soggezione quando era circondata da loro, li rispettava e segretamente sperava di potergli assomigliare.

Il silenzio della mora valeva più di mille parole.

-Non dirmi che hai intenzione di tenerli entrambi all'oscuro per sempre.- marcò bene le ultime due parole oltraggiata dal comportamento immaturo e egoista dell'amica.

Adriel abbassò gli occhi verso la tazza.

-No. Non so... Forse.- si strinse nelle spalle poi continuò: -Volevo che almeno qualcuno dalla sua parte lo sapesse. Ma promettimi di mantenere il segreto. Giuralo Ede.-
Emeraude restò in silenzio, rimuginò su tutta quella storia, non voleva tenere Dante all'oscuro di una cosa tanto importante ma non poteva nemmeno andare contro il volere di Adriel che era la madre del piccolo. Sospirò: -Lo giuro.-

Le due si strinsero il mignolo sorridendosi con dolcezza.

-Quindi..? A che mese sei??-
-Al secondo, quasi terzo in teoria... Non lo so! Non ci capisco niente!- piagnucolò la mora.
-Dovrai tenermi aggiornata, però!-
-Lo farò.-

The gold diggerWhere stories live. Discover now