She's so extra

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-Che intendi dire per "affittare un bambino"?-
-Pensi sia legale noleggiare un bambino?-
-Dante hai bevuto?-

L'uomo trattenne il fiato chiudendo gli occhi come per raccogliere le idee e fare ordine nel cervello poi iniziò a parlare.

-Mia madre non ha detto alla nonna che abbiamo divorziato perchè pensa che le verrebbe un infarto, al contrario, ha avuto la grande idea di dirle che abbiamo un figlio. Mi ha preso in contropiede e io non sapendo che dire l'ho invitata a venire per un po' di tempo da noi così da poter conoscere il bambino. E lei ha accettato.-

Adriel si prese qualche secondo per assorbire meglio la quantità di informazioni che le era arrivata per poi imprecare.

-E ora che facciamo?- gli chiese scattando in piedi ed accendendo la lampada sul comodino.
-Che ne so, paghiamo qualcuno per darci il figlio.-
-Dante, un bambino non è una macchina che compri per esposizione... E' un... E' un bambino per la miseria!-

Dante si passò una mano sugli occhi per poi stringere il dorso del naso fra il pollice e l'indice.

-Quanto tempo ci vorrebbe per adottare un bambino?-
-Adottare? Sei fuori? Non siamo sposati e poi ti toccherebbe tenertelo per sempre.-

Adriel si portò la mano sul ventre distrattamente, aveva il cervello che stava lavorando troppo in fretta senza riuscire a giungere a nessuna conclusione.
Un senso di nausea e malessere le fece quasi perdere l'equilibrio. Si coprì la bocca con una mano e corse verso il bagno, due secondi dopo era piegata sul water a vomitare.

-Ehi, tutto bene lì?- domandò Dante sentendo dei rumori strani provenire dall'altro capo del telefono.
-Si.- rispose la donna: -Questa storia mi ha fatto venire la nausea.-
-Ti disgusta tanto l'idea di avere dei figli da me?- scherzò Dante cercando di stemperare l'aria senza successo.

Adriel si guardò allo specchio: era più pallida del solito ma non sembrava malata.

-Non è questo... E' che non abbiamo mai preso in considerazione l'idea di avere dei bambini quando eravamo sposati, figurati se dobbiamo farlo ora.-  la ragazza si appoggiò al lavandino gettando un'occhiata fuori dalla finestra che si affacciava sul giardino sul retro immerso nel buio: -Spiegami meglio quello che ha detto Gloria e quello che ha detto Marietta.-

Dante esalò un ultimo sospiro e le rispiegò di nuovo tutto per filo e per segno.

-Chiederemo alla sorella di Samuel di imprestarci suo figlio.-
-Non ce lo lascerebbe mai... Vorrei ricordarti che è successo l'ultima volta che l'abbiamo tenuto per più di cinque minuti. Poi ha già un anno e mezzo, dici che sarebbe credibile?-

-Tentare non nuoce. Però chiamala tu e inventati qualche bugia, sei brava.-
-Ah ti ringrazio, molto gentile.- Adriel storse il naso.

Calò il silenzio, entrambi erano assorti nei loro pensieri.

-Come stai?- chiese dopo un po' Adriel interrompendo quel mutismo.

Dante si stupì della dolcezza con cui gli aveva parlato, aggrottò la fronte infilando una mano nella tasca dei pantaloni neri ed abbassò gli occhi verso il giardino dove c'erano alcuni ospiti che conversavano a bassa voce.

-Sto.- mormorò a bassa voce appoggiandosi contro la ringhiera. Vide i suoi cugini uscire dalla casa e andare in giardino, stavano parlottando fitto fitto fra di loro.
-Fra quanto pensi di tornare qua?-
In quel momento Susanna girò la testa e i suoi occhi incrociarono quelli di Dante, gli rivolse un sorriso e l'altro ricambiò con un freddo cenno del capo: -Probabilmente la settimana prossima, così avrai il tempo di convincere Judith e Christian.-
-Sai che mi toccherà prendere una pausa dal lavoro e poi dovrei anche comprare le cose per il bambino e non è certo che Jude ce lo lasci.-
-Non è quello che fanno le mamme moderne?-
-Potrebbero farlo anche i papà moderni, non credi?-
Dante sorrise: -Quando avrò dei figli miei mi prenderò tutte le pause dal lavoro di cui avrò bisogno.-
-Rosewain, giuro su Dio che se mi licenziano non potrai avere figli.-
Dante bevve un sorso del suo cognac: -Quindi ci stai?-
-Ho altra scelta?- sospirò la donna.


The gold diggerWhere stories live. Discover now