Rent a child

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N.d.A. - Disclaimer: Questo capitolo contiene frasi che potrebbero urtare la sensibilità di alcuni lettori in quanto misogine, sessiste e razziste.
In quanto autrice e ideatrice dei personaggi, mi scuso con coloro che troveranno questo capitolo offensivo. Ci tengo a precisare che tali ideologie non mi appartengono e mi dissocio da esse. Le frasi serviranno solo a sottolineare il comportamento e il profilo indelicato e rozzo di determinati personaggi.


Il telefono continuava a suonare incessantemente disturbando la quiete mattutina e il sonno dei due addormentati.

Adriel mugolò a bassa voce girandosi dall'altra parte per poi schiacciare di più il viso nel cuscino nel vano tentativo di riuscire a sentire meno la fastidiosa suoneria.

-Dante, spegni quell'aggeggio infernale.- borbottò con la voce impastata dal sonno tirando una gomitata nelle costole dell'uomo che la stava stringendo fra le braccia. Lo sentì dire qualcosa di sconnesso e poi il suo corpo si allontanò facendole sentire freddo.

-Pronto.- Dante si stropicciò un occhio non del tutto aperto: -Che cosa?- chiese, chiaramente gli effetti del sonno stavano ancora agendo su di lui e non riusciva a connettere bene le parole che sua madre gli stava dicendo.

Lentamente i lineamenti del suo viso diventarono tesi e non ebbe bisogno di stropicciarsi gli occhi per aprirli. Adriel schiuse le palpebre nel momento in cui il materasso si mosse bruscamente e vide Dante seduto ed assorto in quello che l'altra persona gli stava dicendo. La donna non riusciva a sentire niente perciò alzò anche lei il busto e fissò l'ex con aria corrucciata.

-Che succede?- domandò non appena lo vide concludere la chiamata.

Il biondo tirò un pesante sospiro e uscì dal letto prendendo i propri boxer, quando si voltò verso di lei aveva un espressione impassibile, fu la voce a tradirlo: -Nonno è morto.-


Avevano passato tutto il giorno a letto parlando di tanto in tanto. Dante sarebbe partito quella notte per tornare in Italia e assistere al funerale. Adriel si era offerta di andare con lui ma le aveva risposto che era meglio se non andava, Gloria non sarebbe stata molto felice di averla lì.

Adriel sapeva quanto Dante fosse legato ai nonni materni, molto di più rispetto a quelli paterni. Quando si erano appena conosciuti lui le aveva raccontato di come da bambino passasse le vacanze da solo con i nonni italiani che lo ingozzavano di cibo e gli lasciavano guidare il trattore e anche la loro sgangherata Fiat Panda 141.
La donna si ricordò che all'epoca gli aveva mentito dicendo che anche lei aveva un rapporto molto speciale con la nonna filippina quando in realtà non la sentiva da anni.

Dopo essersi sposati i due erano andati praticamente ogni anno in Italia per qualche giorno e Adriel aveva iniziato a masticare un po' la lingua per poter comunicare con i due prosuoceri ed aveva imparato anche qualche piccolo trucco in cucina che poi non aveva mai veramente messo in atto.
Le piaceva passare il tempo lì, era l'unico periodo dell'anno in cui vedeva Dante veramente rilassato e ogni volta scopriva qualcosa di lui che non conosceva. L'uomo infatti parlava molto bene l'italiano e lei lo trovava dannatamente attraente.

-Pensi di far trasferire tua nonna qua in Australia?- domandò Adriel a Dante mentre gli accarezzava il petto con la punta delle dita, alzò lo sguardo verso di lui notando quanto fosse bravo a nascondere le sue emozioni.
-Non penso che accetterebbe. Ha passato tutta la sua vita in quel paesetto di campagna, sarebbe uno shock per lei, sia il viaggio che il cambiamento radicale.-
-Ma la sarebbe tutta sola.- protestò la donna mentre Dante si voltava su un fianco per poterla guardare negli occhi.
-Ci sono gli zii e i miei cugini.- mormorò il biondo spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Adriel arricciò il naso: -Lo sai meglio di me che sono un branco di stronzi, non andrebbero mai a trovarla.-

The gold diggerWhere stories live. Discover now