Il matrimonio

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-Sei meravigliosa.- Giselle era in estasi mentre guardava la figlia rigirarsi davanti allo specchio a figura intera.
-Lo pensi davvero?- Adriel aveva le mani sui fianchi e si guardava un po' scettica.
-Davvero davvero.- confermò sua madre sospirando sognante: -Veloce, fra poco si va in scena.- disse schioccando le dita per poi voltarsi e uscire dalla stanza.


Adriel rimase ferma in piedi a guardare la sua immagine: l'abito le piaceva, era semplice. Fin troppo semplice per lei, ma le stava bene e le abbracciava la figura del corpo slanciandola. Era stato Romeo a scegliere il vestito; non appena erano entrati da Kleinfeld Bridal il bambino aveva visto l'abito e ne era rimasto talmente incantato che Adriel aveva deciso che avrebbe indossato solo quello per percorrere la navata dove avrebbe di nuovo preso Dante come suo marito.

Si rigirò fra le dita fresche di manicure la collana in oro bianco dalla quale pendevano l'anello di fidanzamento e la fede del primo matrimonio.
All'anulare sinistro brillava l'anello che l'uomo le aveva comprato quando era venuto a prenderla nelle Filippine.
Giselle era rimasta un po' delusa dal fatto che Dante non avesse comprato ad Adriel un altro solitario magari Bulgari o Cartier o, ancora meglio, Harry Winston.

Ma alla mora non era sembrato importante ricevere un altro diamante, si era buttata addosso a Dante urlando 'Si' ad altissima voce non appena l'aveva visto inginocchiarsi "per allacciarsi una scarpa".

Ora stava per sposarlo, di nuovo. E questa volta non sarebbe stata tanto sciocca da lasciarlo una seconda volta.
Non era mai stata tanto sicura dei suoi sentimenti come lo era stata nei mesi seguenti alla nascita di Romeo.

Dante si era dimostrato il migliore dei padri cosa che aveva piacevolmente sorpreso sia Adriel che Gloria la quale temeva che il figlio avrebbe seguito le orme del padre defunto concentrandosi solo sul lavoro e lasciando da parte la famiglia.

Invece Dante e Romeo sembravano essere i migliori amici del mondo. Il bambino cominciava a gridare di felicità non appena sentiva la serratura della porta scattare sapendo che il padre era tornato. Immediatamente iniziava a fargli un sacco di feste e si rigirava nel box mettendosi anche in piedi per poter attirare la sua attenzione.
Andare poi a trovarlo al lavoro era l'attività preferita del bambino che si sedeva per terra nell'ufficio e guardava tutta Sydney dall'alto.

Adriel era un po' preoccupata per quando Romeo avrebbe iniziato a camminare e poi a correre. Era chiaro che era un esserino curioso e pieno di energie ma soprattutto cocciuto come un mulo. Quando si impuntava sul volere una cosa non c'era ragione che tenesse: doveva ottenerla.

La donna sorrise sovrappensiero: la testardaggine l'aveva ereditata da entrambi i genitori.

Si lisciò la gonna dell'abito tornando con la mente al presente e lanciò un'occhiata all'ampia scollatura: sicuramente Dante l'avrebbe apprezzata ma lei aveva smesso da un po' di vestirsi in maniera provocante.

Sentì bussare alla porta che venne aperta e dalla quale si sporse Emily.

-Sei pronta?- domandò la bionda con un sorriso.





Dante sospirò a fondo: lui si era veramente inginocchiato per allacciarsi la scarpa, non era mica colpa sua se le spiagge delle Maldive di notte erano illuminate dal plancton che rendeva tutto tremendamente romantico al punto da arrivare a mettere strane idee in testa alla donna, quindi ora si ritrovava a doversi sposare, di nuovo...

Si sentiva un po' a disagio ad avere gli occhi di tutti gli invitati puntati addosso, come se lo stessero giudicando per aver divorziato da una persona per poi risposarla.

Romeo dal canto suo non pareva nemmeno averli notati impegnato com'era a giocare con la fede nuziale che pendeva dal collo del padre.

-Amico, se continui così finirai per strozzarmi.- mormorò Dante al figlio che in tutta risposta tirò ancor di più la catenina non capendo come staccarla dall'anello.

The gold diggerWhere stories live. Discover now