Brilliant b*tch

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(Al solito mi scuso per i ventitré mila errori poi non capisco se vi mostra i pensieri in corsivo o meno...)






Era da poco passata l'alba quando Adriel uscì dal bagno del piano terra. Suppose che doveva abituarsi a quella nausea la mattina, l'avrebbe avuta nei prossimi mesi.

I primi raggi di sole stavano entrando dalle porte finestre donando luce alla casa buia.
Silenziosamente la donna camminò e uscì dalla casa. Appoggiò i piedi nudi nell'erba bagnata e si mise a passeggiare nel grande giardino.

Non ci aveva mai passato tanto tempo ma era molto curato e pieno di fiori.

Si sedette per terra incurante del fatto che addosso avesse solo una felpa e tirò fuori il cellulare dalla tasca dell'indumento.

Sospirò sentendosi tremendamente ridicola e vulnerabile e cercò il nome della madre nella rubrica del telefono.

-Pronto?- Giselle sembrava turbata.
-Mamma...- la mora si dovette sforzare per non scoppiare subito a piangere.

Giselle dall'altro capo del telefono trasalì e si portò una mano sul cuore.

-Adriel, per l'amor di Dio, sai che ore sono? E' successo qualcosa?-

Ad Adriel per la prima volta nella sua vita, la madre sembrò veramente preoccupata.

-Mi faresti un favore?- non potè evitarlo, la voce le stava tremando ed era chiaro che sarebbe scoppiata a piangere di nuovo e anche molto presto.
-Certo, tutto quello che vuoi.-
-Per favore reggimi il gioco e basta.-

Giselle aggrottò la fronte ma annuì, capendo poi che la figlia non poteva vederla mormorò un: -D'accordo.-






Dante non aveva dormito quella notte, sentendosi solo aveva preso Liam dalla culla e l'aveva portato con se in camera guardandolo dormire. Più tardi anche Zeus aveva zampettato fino da loro e si era messo in mezzo ai due iniziando poi a sonnecchiare.

Scese in salotto con Liam fra le braccia. Il bambino, anche se appena sveglio, era già pieno di energia e stava scalciando per poter scendere e camminare.

Lo appoggiò a terra e questo corse immediatamente verso la cucina e, trovandoci Adriel in piedi e con una tazza di the in mano, corse ad abbracciarle le gambe.

La mora guardo il piccolo che le sorrideva dal basso e ricambiò il sorriso: -Buongiorno anche a te.- gli disse a bassa voce capendo che a lui importava ben poco dei giorni buoni e che aveva solo fame.

-Ehi.- disse Dante arrivando a sua volta.

Immediatamente l'espressione di Adriel si fece più tesa: -Ehi.- ricambiò il saluto mentre si piegava per prendere Liam in braccio per poi metterlo nel seggiolone.

-Stai meglio oggi?- chiese l'uomo con cautela.
-Perchè dovrei star male?- rispose prontamente lei evitando il suo sguardo.
-Mi sembri...- cercò la parola adatta per non offenderla ma Adriel si decise che era meglio risolvere la questione subito prima che iniziassero a discutere.
-Mia madre è stata male, ieri, ha passato la notte in ospedale. Voglio tornare a casa per stare un po' con lei. Mi porterò via anche Liam e Farah, non dovrai pagarli più.- mentì richiudendo il frigo.
-Cos'è successo?- Dante sembrava veramente preoccupato.
-Ha avuto un mancamento, è svenuta ed è caduta giù rotolando da un paio di scalini. Ma si rimetterà in fretta.-
-Non vuoi che ti accompagni?-
-No!- si schiarì la voce e ripetè: -No, tu hai Marietta qui e anche il lavoro.-

Dante scrollò le spalle ma non rispose. Gli dispiaceva per quello che era successo a Giselle, ma allo stesso tempo gli scocciava che Adriel se ne dovesse andare così d'improvviso.


The gold diggerWhere stories live. Discover now