007 Adriel

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Per Adriel fu un duro colpo veder Dante ripartire per tornare in Australia, lui e la sua famiglia insieme a Giselle e Lewis si erano fermati fino a quella che loro chiamavano Epifania e poi se n'erano tutti andati lasciando la piccola casa, diventata in quel periodo un po' stretta, incredibilmente vuota e silenziosa.

Lei non aveva potuto seguirli, era troppo in avanti con la gravidanza e comunque non voleva andarsene, voleva godersi un altro po' la quiete di quel posto da sogno nonostante iniziasse a stancarla. Anche la pace perde spesso il suo fascino.

Pure Allan e la sua famiglia erano tornati alla loro solita vita, Albert se n'era andato il giorno dopo ed ora tutto taceva.

Triste. Pensò la mora legandosi i capelli in una treccia.

Sospirò ripensando alla proposta di matrimonio di Dante: non ne avevano più parlato e lei si chiedeva se era serio riguardo alla questione o voleva solo prenderla in giro. Magari l'avrebbe sposata davvero se il bambino fosse stato il suo. E se non lo fosse stato? Le sembrava che lui quell'opzione non l'avesse minimamente presa in considerazione.

Uscì di casa per andare a passeggiare, era l'unica attività fisica che faceva in quel periodo e sulla pancia aveva già visto la comparsa di diverse piccole smagliature. Temeva che con la crescita del bambino anche queste si sarebbero fatte sempre più grandi.
Si domandò per l'ennesima volta come sarebbe stato il suo corpo dopo il parto. Di maternità non ne sapeva proprio niente e non aveva nemmeno iniziato a prepararsi psicologicamente a diventare mamma. Le sembrava ancora tutto così surreale.

Era quasi arrivata in città, si sedette su una panchina polverosa e distese le gambe. Si stanca sempre più facilmente.
Accarezzò la pancia aspettandosi di sentire qualche movimento ma non successe niente. Ne rimase un po' delusa.

Si sentì di nuovo sola.
Magari avrebbe potuto pensare a qualche nome.
Sperava che fosse una bambina così da poter indossare abiti coordinati e tanti fiocchetti.








-Bentornato, signor Rosewain.- disse Leda con distacco e senza alzare gli occhi dallo schermo del computer.

Dante si sentì un ospite indesiderato nella sua stessa società.

-Grazie.- rispose sbrigativamente mentre superava la scrivania della sua segretaria e si affrettava ad entrare nel suo ufficio.

Tirò un sospiro di sollievo togliendosi la giacca del completo ed andando verso il grande tavolo dove l'aspettava una marea di scartoffie.
Non ebbe il tempo di sedersi che udì Leda arrivare.

-Quelli del reparto marketing chiedono un colloquio con te.- lo informò con tono freddo.
-Digli che ci sarò.- la liquidò in fretta lui.

Il labbro inferiore della segretaria ebbe un tremito. Lo stava trattando con distacco perchè sperava di ricevere una scusa da parte sua. Si era quasi illusa che sarebbe tornato e le avrebbe detto che la sua ex era bella che dimenticata, che il bambino non era il suo e che avrebbero finalmente avuto una relazione allo scoperto. Invece stava succedendo tutto il contrario. A lui non interessava nulla.
Probabilmente non gli era mai interessato, magari era stato un flirt che gli era sfuggito di mano e dal quale finalmente poteva liberarsi.

Deglutì a vuoto restando impalata sulla porta ma quando vide che Dante non si era nemmeno accorto che lei era ancora lì sospirò e se ne andò con l'amaro in bocca.
Ci stava male, davvero male.
Si asciugò una lacrima con il dorso della mano e dopo essersi schiarita la voce tornò dal tizio del reparto marketing per confermargli la presenza di Dante.





Dieci giorni.
Dieci fottuti giorni e Dante fottuto stronzo Rosewain non si era ancora fatto sentire.

Adriel era esasperata.

Non è che aveva preso paura per davvero all'idea del matrimonio e di una probabile paternità e per questo aveva deciso di non farsi più sentire?

Che pezzo di merda. Pensò Adriel. Magari è impegnato. Ma così impegnato da non poter nemmeno telefonare per cinque minuti? Neanche un sms?

Accettava anche email e telegrammi, le bastava avere sue notizie.

Faresti meglio a essere morto in uno schianto o vengo fino in Australia e ti scuoio vivo.

Sbloccò lo schermo del telefono: no. Batteria piena, volume al massimo, luminosità alta, ricezione perfetta...

Sbuffò esasperata.

Non è che magari quella gatta morta della sua segretaria gli ha fatto di nuovo gli occhi dolci e lui come un babbeo ci è cascato ancora una volta?

Ede l'aveva tenuta sempre aggiornata su quello che succedeva a Sydney e sua madre aveva fatto lo stesso dalla Gold Coast.

Dante aveva iniziato a frequentare quella Leda -nome osceno a parer suo- mentre Derek continuava la sua vita da scapolo felice di essere tale.

Adriel era praticamente schiattata dalla bile tanto che, per sfogarsi, aveva iniziato a litigare con il muro.

Da brava psicopatica quale era, era andata a farsi ricerche molto approfondite sul conto della nuova sciacq... ahem, segretaria al punto che avrebbe potuto benissimo scrivere un dossier sul suo conto e spedirlo alle intelligence australiane nel caso quella avesse commesso qualche crimine.
007 Adriel in azione.

Iniziò a rigirarsi i pollici aspettando che il telefono prendesse vita miracolosamente ma non successe nulla.
Dante era proprio un insensibile. Stressare così una donna in gravidanza? Non si vergognava nemmeno un po'? Questa gliela avrebbe fatta pagare.

Afferrò il cellulare, e guardò l'ora. In Australia sarebbero state circa le 3 di pomeriggio, l'avrebbe chiamato direttamente in ufficio così poteva stare certa che avrebbe risposto.

Non appena sentì squillare le balzò il cuore il gola. Lo stava chiamando per davvero?
Ma si che lo stava chiamando per davvero, al diamine l'attesa e la regola del 'se ti vuole ti chiama lui'. Anche se lui non la voleva, lei lo voleva quindi se lo sarebbe presa.

Era Adriel McLeon, dopottutto. Lei si prendeva quello che voleva e anche senza chiedere.

-Ufficio di Dante Rosewain, come posso aiutarla?- rispose una voce femminile bassa e calda.

Adriel allontanò il cellulare dall'orecchio e lo guardò: sì, aveva digitato proprio il numero del suo ufficio, non quello della segretaria.

-Pronto?- insistette la voce.

-Ma vaffanculo.- imprecò Adriel mettendo giù la chiamata. Balzò in piedi e come una furia corse verso la propria camera da letto.

The gold diggerWhere stories live. Discover now