스물일곱.27

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Da quando i quadri appesi alla parete raffiguranti dei paesaggi di collina o paludi danesi avevano incominciato a parlare e le pesanti tende di velluto rosso a sussurrare strane cose?
Ma sopratutto, perché sembrava che un complesso punk rock o i metallica si stiano esibendo in un loro concerto personale all'interno delle mie tempie?
Ma cosa ancora più importante...
PERCHÉ QUANDO CERCAVO L'UNICA PERSONA CHE IN QUEL MOMENTO DOVEVO SFONDARE DI BOTTE NON LA TROVAVO?
Altro fatto di rilevante importanza.
Perche continuavo a sbattere addosso alle persone?
"Vacca boia, tua madre puttana.
Guarda dove cazzo metti i piedi."
"Questa tua aggressività ti rende ancora più sexy ora che hai pure i capelli neri."
Jimin.
"Se non chiudi quella specie di discarica di liquame che ti ritrovi al posto della bocca, ti faccio sbiadire i capelli a forza di ceffoni."
"Qualcuno qui é arrabbiato mh, che cosa eccitante."
Avevo il suo viso ad un palmo dal mio e sentivo il suo respiro sul mio collo, dato che quando ero incappata nel suo corpo inciampando, avevo fatto cadere entrambi con il risultato che mi ero spatarata sopra di lui.
Mi alzai velocemente cercando di ridarmi un contegno e senza troppa gentilezza, incominciai a strattonarlo su per l'enorme scala che conduceva molto probabilmente alle loro camere da letto.
Volevo far cessare quella situazione al più presto possibile, cercando di chiarirla una volta per tutte.

Arrivati alla fine della scala a chiocchiola, sette porte bianchissime disposte in un semicerchio si susseguivano tutte allineate una dietro l'altra, lasciando una sorta di spiazzo che faceva come da soppalco sul piano di sotto.
Su ciascun rettangolo di legno, erano impresse al centro e in rilievo delle lettere dello stesso materiale e colore delle soglie delle stanze da letto dei Bangtan.
La prima appena salito l'ultimo gradino di marmo recitava una grossa S, seguita a sua volta da una Y, da una H, da una N, da una Jm, da una T e da una Jk.
Erano disposte in ordine di età, dal più grande al più piccolo dei membri del gruppo.
Senza pensarci ancora a lungo, presi Jimin e lo trascinai nella sua stanza, chiudendomi la porta alle spalle, isolando finalmente ogni suono che proveniva dalla festa che vibrava incessante sotto le nostre scarpe, iniziando a massaggiarmi le tempie, sollevata di sentire finalmente un po' di silenziosa tranquillità.
Quando mi ricordai, però, del motivo per cui tutti i miei neuroni sembravano stessero esplodendo come petardi nella mia testa e che la causa di tutto questo mio malessere psichico era in piedi davanti ai miei occhi che mi guardava con un sorriso straffottente, al diavolo le vene che mi pulsavano doloranti nella fronte, non risposi più di me stessa.
"TU.
SOTTOSPECIE DI STRACCIO PER PAVIMENTI.
MI. DICI. CHE. COSA. STRACAZZO. TI. DICE. DI. FARE. LA. TUA. MENTE. MALATA?"
Ad ogni frase che pronunciavo, assestavo una forte spinta sul suo petto che lo faceva indietreggiare e sedere sulle lenzuola di seta argento e blu del suo letto mentre lo seguii posizionandomi davanti a lui decisa a venire a capo di questa storia.
"Si può seriamente sapere che razza di strani problemi ti affliggono?
Che cosa vi abbiamo fatto io e la mia amica per meritarci questo?"
"Ci piacciono le cose difficili da ottenere e che soprattutto appartengono a qualcun altro...
Sai, l'hanno notato tutti che quei due del vostro gruppo hanno occhi, mente e cuore solo per voi.
E solitamente, ne io ne Jungkook riceviamo mai un no come risposta."
"A parte che Mingyu e Hansol non hanno fatto nulla per meritarsi questo.
In ogni caso, nessuno ha stabilito che noi siamo di proprietà di qualcuno.
E ultima cosa: se nessuna vi nega mai la loro gentile compagnia, perché vi siete impuntati così tanto su me e Lin?"
Il mio tono di voce si era civilizzato e stavo cercando con tutta me stessa di non farmi ingannare, anche se a causa di quel maledetto stupefacente GHB* che mi aveva rifilato quel coglione, la cosa non era facile, perché dalla sua camicia bianca leggermente trasparente che fasciava il suo torace alla perfezione con i primi tre bottoni fuori asola, si intravedeva la pelle chiara e liscia dei suoi pettorali.
Non mi ero accorta che mi trovavo in mezzo alle sue gambe fino a che non sentii le sue mani percorrermi lungo le cosce dal basso per poi posarsi con prepotenza sul mio fondoschiena, con un Jimin che mi guardava mordendosi e leccandosi le labbra a causa del sussulto che feci per lo stupore.

In quel momento, non stavo più aspettando una risposta o cercando di capire perché fossero così avversi nei nostri confronti.
In quel momento, c'erano solo i miei ormoni impazziti e un sacco di chimica e attrazzione sessuale che sprigionava dai corpi di entrambi.
Il mio cervello si era completamente spento e più le mie narici continuavano ad inspirare quel profumo da capogiro che emanava Jimin, più gli impulsi che mi mandava il mio corpo erano chiari e lampanti.
Lui sembrava avesse afferrato tutto il discorso interiore che mi stavo facendo, perché con uno strattone deciso, mi avvicino di più a se e io portai le mani in mezzo ai suoi capelli rosa confetto, mentre le nostre lingue si erano già aggrovigliate tra loro in un bacio che di casto aveva ben poco.
Con una spinta leggera, lo feci sdraiare sul letto per potermi mettere a cavalcioni su di lui, senza mai interrompere quello scambio di saliva così assurdamente eccitante.
Quando iniziai a percepire il suo amico risvegliarsi li in basso e premere esattamente contro la mia intimità, mi lasciai sfuggire uno sbuffo di piacere e presi a mordere e baciare con insistenza quel collo marmoreo e invitante che si ritrovava, mentre lui gemeva con approvazione.
Jimin aveva le mani saldamente ancorate sul mio sedere, che sembrava intenzionato a non spostare di li, spingendo il mio bacino contro il suo di tanto in tanto facendomi ondeggiare sopra di lui.
Fregandomene, feci saltare tutti i bottoni che restavano attaccati della sua camicia, beandomi della magnifica vista dei suoi addominali scolpiti, disegnandone il contorno con le dita per poi baciarli lentamente fino a scendere alla V del suo bacino.
Probabilmente sarei andata oltre se non avessi sentito una voce anche troppo famigliare, provenire forte e chiara da due stanze dopo quella di Jimin, che stava orgasmando un:
"ODDIO JUNGKOOK COSÌ SI".
Lin.
Potevo permettermi di mandare a puttane la mia di vita, ma non di far commettere degli errori che non si sarebbe mai perdonata, a lei.
Improvvisamente la mia mente era sgombra ed esisteva solo Lin che stava probabilmente facendo la cazzata più colossale della sua esistenza se non l'avessi fermata di li a subito.

Piantai in tronco Jimin che mi stava guardando meravigliato e mi precipitai sulla porta della camera di Jungkook pronta alla vista di qualsiasi scenario che mi si sarebbe presentato davanti.
Il più piccolo dei Bangtan stava masturbando la mia migliore amica, ma  così bene che avrebbero potuto sentire i gemiti osceni di Lin anche dal nostro dormitorio a parecchi isolati e chilometri di distanza.
Lo avevamo sentito attraverso due spesse pareti come se fosse stata accanto a noi, figurati te.
Senza fare tanti complimenti, feci volare via Jungkook lontano dalla mia amica, che con solo un mio semplice sguardo si risistemò al volo e mi affiancò scendendo le scale alla velocità della luce.

~•~•~•~

*GHB, sarebbe comunemente più noto come -droga dello stupro-.
In pratica chi assume questa sostanza si ritrova a fare sesso/farsi violentare in modo consenziente anche se in relatà è contro la propria volontà.
È una specie di droga che intenda in particolar modo i nostri ormoni ecco.
spero di essermi fatta capire 😅

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