스물셋.23

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La macchina dei ragazzi guidata da Jisoo era arrivata prima della nostra e dal silenzio che regnava nell'abitazione, evidenziato dalle scarpe e dalle giacche costosissime sparse malamente per la sala e l'ingresso, significava che erano anche già tutti a dormire.
Guardai la piccola combriccola con cui avevo condiviso la vettura, e nella poca luce di luna che filtrava dalla finestra della cucina, feci segno ai ragazzi di fare il più piano possibile.
Jun, Minghao e Chan scomparirono velocemente nelle loro camere da letto, augurandoci la buonanotte.
"Jin...
Dove la faccio dormire Lin? Non voglio lasciarle la mia stanza e farle pensare che sia successo chissà che cosa quando si sveglierà domani mattina."
Hansol che stava tenendo la mia migliore amica tra le braccia mentre questa era persa nel mondo dei sogni, mi fece questa domanda sussurrandola piano per non svegliare la ragazza che dormiva beatamente contro il suo petto.
"Portala in camera mia, io starò sul divano.
Puoi prestarle una felpa per dormire?"
Lo vidi annuire impercettibilmente mentre veniva inghiottito dal buio dietro la porta del corridoio.
Eravamo rimasti solo io e Mingyu immobili e in silenzio nell'ingresso.
Mi sa che a questo giro avevo fatto male i conti e che non avrei potuto rimandare il colloquio che avrei di li a poco con quel coreano immigrato.
Era imbarazzante.
C'erano la sua angoscia e la mia ansia che mescolandosi, parevano creare un muro in mezzo a noi due.
Non ne potevo più di quella situazione, quando avrebbe avuto voglia di esprimersi l'avrebbe fatto, fino ad allora io non ero intenzionata ad emettere un fiato.
Stiracchiandomi, iniziai a sistemare le giacche tutte stroppicciate in ordine sul divano e riappaiai le scarpe mettendole vicino alla porta.
In quel momento ricomparve Hansol, sporgendosi con la testa dal corridoio sussurando sempre:
"Ho fatto, la felpa è sul comodino io vado a dormire, buonanotte"
Io e Mingyu rispondemmo insieme un flebile "notte" a Vernon che chiuse la porta, rilasciandoci da soli.
Il ragazzo dai capelli neri continuava a studiarmi e non mi staccava gli occhi di dosso.

La cosa iniziava ad essere inquietante.
Mi diressi verso la cucina per bere qualcosa per ammorbidirmi la gola che era stranamente asciutta come il deserto.
La presenza di Mingyu alle mie spalle era evidente, così mi girai e rimasi appoggiata con la schiena al ripiano della cucina.
Lui mi guardava, io lo guardavo, il frigo ci guardava, le tende pure e la poltrona della sala anche.
Alla fine si avvicinò di più a me, da lasciare poco meno di un metro a separarci.
Stava combattendo dentro di sé, lo vedevo da come continuava ad ingoiare la saliva, mentre cercava e dosava le giuste parole per formularmi quello che voleva chiedermi con ogni cellula del suo corpo.
"Se... se vuoi ci dormo io sul divano, ti lascio la mia stanza..."
Stava prendendo tempo, non voleva apparire indelicato o insensibile.
Se prima avevo detto che avrei aspettato che fosse stato lui di sua spontanea volontà ad intavolare l'argomento...
Ora non riuscivo più a sostenere quella specie di peso che sentivo all'altezza del cuore, tanto anche lui era avido di sapere, stavo per fare un favore ad entrambi alla fine.
"Ho capito che vuoi chiederlo Mingyu.
Quindi fallo, se vuoi devi solo formulare quella dannata domanda."
Non si aspettava una tale risposta perché sussultò leggermente alle mie parole.
Stava per rispondermi quando scorse quel cerchio irregolare color porpora spuntare dal quel pezzo di vestito che mi lambiva la spalla e metà clavicola.
Con calma e delicatezza, lasciai che le sue dite affusolate lasciassero intravedere per intero il succhiotto che mi aveva fatto Jimin, mentre io voltavo la testa di lato, per non partecipare allo sguardo deluso che avrebbe assunto il viso del ragazzo che sentivo respirare sopra i miei capelli.
Lo sentii sbuffare e lo vidi mettersi le mani tra i capelli.
Era indignato, mancava poco che gli uscisse il fumo dalle orecchie.
Sembrava in procinto di voler spaccare tutto o lanciare qualcosa da un momento all'altro.
Dopo essersi accasciato per qualche secondo sul tavolo, mi guardò con la coda dell'occhio per una frazione di secondo e iniziò ad avviarsi arrabbiato verso la porta.
Avevo il cuore in gola, chissà che cosa si era immaginato negli ultimi cinque minuti.
Non potevo permettere che si mettesse a dormire con quell' idea sbagliata che si era sicuramente fatto.
Nonostante tutto, non capivo perché mi importasse così tanto quello che pensava di me, perché mi sono sentita sommersa di sensi di colpa per tutta la sera e soprattutto non riuscivo a trovare un valido motivo per cui mi sentissi così male.

Lo afferrai per un polso e lo riportai con aggressività dinuovo nella posizione in cui si trovava prima di scoprire quel brutto segno viola che avrei voluto cancellare subito.
"Non è come pensi tu.
Non ci siamo baciati Mingyu, per la verità alla fine io non l'ho neanche toccato Jimin, l'unica colpa che posso assumermi è di essermi fatta trasportare troppo dal momento e me ne pento moltissimo."
Era sollievo quello che gli stavo leggendo negli occhi.
Quando parve iniziare a rilassare ogni muscolo del suo corpo, io feci per mollargli il polso ma lui mi prese e mi spinse contro di se, facendomi alzare il mento di modo che non si potesse interrompere ne il contatto visivo ne quello fisico.
"Se lui si azzarda a rimetterti le mani addosso... basta che tu me lo dica e io non risponderò delle mie azioni.
Non ti deve toccare."
Ero vanamente perplessa dalle sue parole, non riuscivo a cogliere il significato di sottofondo.
"Perchè sei così possessivo nei miei confronti?
Perché ti importa così tanto?
Cos'è cambiato Mingyu fra di noi?"
La mia voce era poco più di un sottile sussurro, tanto che temevo non avesse sentito nemmeno lui quello che avevo appena detto.
"Non lo so."
"Mh."
"Dormi con me Jin sta notte ti prego."
Non era una domanda la sua, ne tanto meno una constatazione che ammetteva una qualche replica.
Quasi assomigliava ad una supplica.
Una cosa mai successa prima.
Ci pensai un secondo, giungendo alla conclusione che il divano che avevamo alla fine non era così comodo...
Annuii e gli dissi che prima dovevo sistemare Lin e di precedermi che poi lo avrei raggiunto.
Andai nella mia stanza e trovai la mia migliore amica che dormiva come un sasso.
Mi infilai il pigiama e poi tolsi a Lin il vestito e le collant che aveva indossato e le misi la felpa di Hansol che era tre volte più grande del suo corpicino, chiudendo piano la cerniera per non svegliarla.
Le tolsi i capelli che le ricadevano sparsi sul viso e dandole una carezza sulla guancia, le rimboccai le coperte e chiusi la porta senza farla cigolare.
Raggiunsi Mingyu che mi stava aspettando sulla soglia della camera affianco alla mia.
Era la seconda volta che dormivo con lui, eppure c'era qualcosa di così diverso.

•How is living with the Seventeen•Where stories live. Discover now