스물 네.24

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La mattina dopo, due felici e splendidi ragazzi tornarono al dormitorio raggianti, accompagnati da quelli che ormai si potevano definire i loro fidanzati.
Wonwoo e Seungkwan erano in pace con il mondo, grazie a Taehyung e Namjoon.
Il leader dei Bangtan ormai occupava così tanto tempo alla nostra DivaBoo da fargli dimenticare completamente di svegliare tutte le mattine il nostro piccolo diavoletto Jihoon, che da quando non veniva più disturbato, dormiva quanto se non il doppio di Seokmin.
Ora che Wonu passava meno tempo al nostro dormitorio, non si lamentava più cosi spesso del fatto che Hansol passasse ancora tanto tempo chiuso in bagno.
In compenso adesso eravamo noi in via di una crisi di nervi verso il suddetto ragazzo.
Adesso comprendavamo tutti lo stato d'animo in cui ci si doveva trovare ad aspettare mezz'ora per riuscire a lavarsi la faccia con uno sputo d'acqua.
A turno, nessuno biasimava più il nostro Jeon per le minacce urlate di buon'ora fino a farsi mancare la voce che riservava a Vernon tutte le mattine.
Peccato che adesso gli sfigati che si dovevano subire questo calvario eravamo noi, dato che quel benedetto figliuolo dai capelli biondi passava più tempo dai Bangtan che in mezzo alla sua famiglia.
Io, Soonyoung, Chan e Woozi a discapito della situazione, stavamo già unendo le nostre menti diaboliche per pianificare qualcosa per smascherare il mio povero migliore amico Hansol.
Andava bene quanto ti pareva, ma alle lunghe questa cosa era sfuggita di mano e noi dovevamo trovare una soluzione a tutto ciò.
Ne andava della nostra salute mentale.
Per lo meno di quella che restava a quei pochi che ancora la possedevano, s'intende.

Le settimane successive trascorsero abbastanza velocemente e quella festa appariva solo un lontano e annebbiato ricordo di una serata decisamente da dimenticare.
Lin per fortuna aveva solo vaghe e confuse rimembranze di quello che era o che stava per accadere, ma comunque non era il soggetto da dare troppo peso a questo tipo di fatti, tanto che alla fine non aveva neanche posto domande e semplicemente se n'era fregata ed era andata avanti.
Al contrario di me, lei per certe cose non era spinta dalla curiosità di scoprire ogni particolare che si celava dietro le persone o gli avvenimenti.
Per me invece, come il succhiotto di Jimin si restingeva e diventava sempre più pallido ogni giorno che passava, ridonando quel rosa chiaro alla mia pelle, tutto quello che avevo provato, i sensi di colpa e la festa di per sé, scomparvero insieme a quel segno e me ne dimenitcai presto.

Il punto della situazione nel dormitorio era sempre più o meno lo stesso, a parte il fatto che un paio di cose erano decisamente cambiate.
Io e Mingyu da quella sera non avevamo smesso di dormire insieme, tanto che la mia stanza era sempre la mia con la sola differenza che il mio letto era diventato di Lin, implicando di conseguenza il fatto che ormai lei vivesse con noi.
Esattamente, non saprei darvi una motivazione per il quale io e lui avessimo continuato a condividere il suo materasso, ma penso sia più una questione di averci fatto l'abitudine.
Senza che me ne accorgessi, era diventata presto una routine, che incominciava la mattina quando mi svegliavo abbracciata a lui e che finiva la sera quando dopo essermi lavata i denti, Mingyu mi aspettava davanti alla sua camera, con la solita maglietta grigia e i pantaloni della tuta blu a fargli da pigiama.
Penso che io non sia più in grado di dormire da sola, è una cosa che mi ha creato quasi dipendenza.
Eppure, ne a me ma soprattutto a lui, ci aveva mai sfiorato l'anticamera del cervello il pensiero che tutta quella vicinanza avesse potuto risvegliare gli ormoni di entrambi e portarci a fare atti vietati ai minori.
In sè, il fatto che dormissimo insieme era tanto innocente quanto carico di significato.
Era come se entrambi avessimo bisogno dell'altro per stare bene e riuscire a trovare quella pace e tranquillità che ti culla nel buio prima di addormentarti.
Eppure, che il nostro rapporto fosse migliorato e che noi ci stessimo avvicinando come non avevamo mai fatto in questi anni, nessuno lo metteva in dubbio, ma nella mia mente come un'eco distante anni luce da dove ci trovavamo adesso, rimbombavano ancora le parole che mi aveva detto Wonwoo appena un mese e mezzo prima:

"Si perché gli piaci tu."
"Wonu non ha senso quello che stai dicendo.
È impossibile che io gli piaccia."
"Lo so per certo.
Quando tu non lo vedi, lui ti guarda esattamente nel modo in cui lo guardo io."

Non sapevo come pensarla.
Lascerò che gli avvenimenti e il fato scelto da Zeus per me facciano il loro corso, scoprendo solo più avanti che cosa mi avrà riservato il destino.
Fino ad allora, l'unica cosa che avevo pianificato era quella di sistemare i miei pasticciati capelli che stavano vivendo una vera e propria crisi d'identità, tanto che non lo sapevano nemmeno più loro e nemmeno più io ormai di che colore fossero.
Le radici prima interamente rosse ciliegia, adesso avevano lasciato spazio ad una visibile ricrescita nera, mentre sulle lunghezze era rimasto uno sfumato rosso pastello con dei appena accennati riflessi viola che andavano a concludersi con l'arancione delle punte tutte rovinate.
Neccessitavano senza ombra di dubbio di una bella tinta ad uniformali.
Così nel silenzio del bagno di un pomeriggio di tre settimane più tardi, mi trovai con un paio di forbici e due tubetti neri con i tappi già svitati sul lavandino, i guanti in mano e la mia immagine riflessa nello specchio pronta per un cambio di look.
Con calma, iniziai a spalmare la crema che avrebbe riportato i miei capelli al loro colore naturale, aspettai pazientemente che passassero trenta minuti e li lavai.
Da bagnati, presi le forbici e feci cadere nel lavandino bianco almeno un centimetro e mezzo di punte rovinate e mi diedi un paio di phonate, lasciandoli finire di asciugare naturalmente, tanto in quel dormitorio faceva sempre un caldo boia.
Come uscii dal bagno, la prima persona che vidi fu Joshua, il quale mi squadrò con un bellissimo sorriso, dicendomi che avevo fatto bene e che ero sempre molto carina, ma che adesso stavo nettamente meglio rispetto a prima.
Imbarazzata andai a sedermi nel salotto con Lin e i ragazzi, che subito si accorsero del mio cambiamento.
La mia amica mi sussurrò un:
"Aspetta che ti veda Mingyu..."
In effetti ora che ci facevo caso, mancava insieme a Seungcheol e a Jeonghan perché erano andati a fare la spesa.
Ad un certo punto, Seungkwan esordì che aveva appena finito di parlare con Namjoon a proposito di un'altra festa alla quale non potevamo assolutamente mancare.
Di nuovo.
E che si prospettava per domani sera.
Soonyoung stava già guardando me e Lin come se avesse capito che io e la mia amica non saremo andate da nessuna parte.

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