Capitolo 81

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Bussarono alla porta della sua stanza. L'energia con cui lo fecero non le risultò nuova. Annabel, dopotutto, era abituata ad interruzioni di sonno, e più il tempo passava più era preparata alle soprese che l'attendevano al risveglio. Quella mattina però, scendere dal letto fu una vera e propria impresa. Districò le proprie gambe da quelle di Dorian e fece il doppio della fatica per sfuggire alle sue braccia.
Se fossero stati due amanti qualunque avrebbero provato stupore e vergogna: stupore per l'orario in cui i loro sonni erano stati interrotti (non era nemmeno l'alba) e vergogna perché qualcuno li avrebbe sopresi a condividere la medesima stanza. Ma Annabel e Dorian erano Reali, quella era una cosa su cui entrambi, ormai, concordavano. E la 'piccola' particolarità li accomunava rendendoli scevri dallo sbalordimento e dal pentimento.

Annabel s'avvolse nelle vestaglia e camminò verso la porta, aprendola trovò solla soglia la cameriera che si occupava della sua stanza: Rose Maëlle. Quando notò la sua figura tenne socchiusa la porta perché non potesse vedere Dorian, ancora a letto; si domandò quanto grave fosse la situazione perché a svegliarla avessero mandato lei e non uno dei suoi fidati.
-Cosa succede, Rose?- le chiese, negli occhi nemmeno la più remota delle tracce di sonno.

-Vostra Altezza deve perdonare se la sveglio così presto, non è nemmeno mattino. E' stato per ordine dei Tur Avarna e Montroy che sono accorsa. Hanno detto che è di primaria importanza che vi rechiate nello studio del signor Dukley. Tutti quanti vi attendono lì.-

-Ti ringrazio, Rose.. puoi andare.-

-Mia Rinie..- aveva l'aria di qualcuno che è stato trascinato giù dal letto a forza per dare cattive notizie -Non troviamo più il Tiranno.- Annabel tentò di non rendere troppo evidente l'avversione che provava per quel appellativo.

-Cortes non si perderebbe nemmeno una delle nostre riunioni. Se non per altro per darmi sui nervi. Sbucherà fuori, non temere. Grazie, comunque, di avermi messa al corrente.-

-Avete bisogno che vi aiuti con il vestire.-

-No, Rose.- Annabel cominciava a perdere la pazienza -Posso farcela da sola.- e chiuse definitivamente la porta.

-Torna a letto.- sussurrò una voce impastata, resa torbida dal cuscino premuto contro metà del volto.

-Ci vogliono, e la cosa pare urgente. Di cosa si tratterà mai?-

-Non è ovvio?- Dorian non accennava nemmeno ad aprire gli occhi, sembrava totalmente immerso nel sonno, e nonostante questo teneva a due mani le facoltà cognitive non scontate di prima mattina. Annabel lo vide come il risultato di anni di pratica nella vita da Alyon. -Stanno arrivando le truppe che abbiamo richiesto.-

-Ne abbiamo richieste parecchie..- sussurrò lei avvicinandosi al letto.

-Sono sicuro, quasi al cento percento, che queste giungano dal castello.- detto questo s'alzò, appoggiandosi alla testiera del letto. -Non so quanto sia sicuro restare qui.- le disse poi, stropicciando gli occhi. -Le truppe che giungeranno saranno sempre più numerose, e noi dovremmo avere un.. laboratorio dove poter programmare le armi, le macchine, le armature di cui ci serviremo. Mi sembra così inverosimile che tu abbia un mucchio di consiglieri ma che nessuno di loro abbia pensato ad una cosa simile.-

-Sei tu il mio stratega di guerra.-

-Un solo stratega non è mai sufficiente.- scosse leggermente la testa mentre lei si metteva a sedere, appoggiando la testa sul suo petto nudo. -Ma farò del mio meglio per esserti d'aiuto.-

-Ed io lo apprezzo infinitamente. Ma mi chiedo dove potremmo mai portare gli eserciti.-

-Sotto la tua ala hai quasi un centinaio di Membri, più di cinquanta aristocratici del Nostro Mondo.. e credimi, loro non vivono in catapecchie. Questo è poco ma sicuro.- le accarezzava la schiena, accompagnando le parole con gesti. -Potresti chiedere a loro di ospitare parte delle truppe.-

AdamasWhere stories live. Discover now