Capitolo 33

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Era rimasta non poco sorpresa nel veder apparire alla porta Axel la mattina stessa in cui sarebbero dovuti partire per Pilgrim Mote. Le piaceva pensare alla presenza del ragazzo più come ad un piacere che ad un infido bisogno da parte di Dorian di tenerla sotto controllo perché non scappasse. Se avesse voluto farlo, l'avrebbe già fatto. Caius sarebbe dovuto tornare da Benedict assieme alla sua preziosa aiutante, eppure Annabel insisté affinché anche lui li seguisse fino a Pilgrim Mote, sostenendo che la gamba avrebbe potuto recarle altre scocciature. In realtà si sentiva molto bene da quando si era risvegliata, aveva gradualmente abbassato la dose di medicinali, poi aveva preso a fare moto, ed infine aveva permesso a Caius di comunicare a Cortes la sua guarigione.
Chiuse la zip dei jean neri, dopo aver sistemato l'orlo della sua maglia all'interno di essi, raccolse la giacca di pelle nera e poi mise le scarpe, lanciandosi quindi uno sguardo allo specchio.
A che ragione portarsi dietro Caius a quel modo se la sua salute non avrebbe risentito della sua assenza? Moriva dalla voglia di recare un torto a Dorian Cortes. Sapeva quanto odiava quell'uomo, e lei non si sarebbe privata di Caius anche solo per la gioia di dare ai nervi a Dorian. Ma, per fortuna, questo non era il suo unico scopo, aveva legato molto con Caius, non era male una volta che avevi imparato ad ignorare la rigidità da dottore che applicava anche a quasi ogni aspetto della vita. Era più grande di lei di almeno otto anni, ma questo non sembrava impedire loro il piacere della reciproca compagnia.

Annabel caricò il borsone in spalla e scese in fretta i gradini delle rampe di scale fino a ritrovarsi al percheggio dove Axel e Caius avevano dato appuntamento. Entrambi erano lì ad aspettarla.
-Stai giocando a fare la primadonna, Annabel Howard?- le chiese Axel lanciandole qualcosa.

Lei afferrò le chiavi con un sussulto di sorpresa, bloccandosi sui suoi passi.
-Mi fai guidare?!- era incredula, ma erano proprio le chiavi della macchina quelle che pendevano fra le sue dita.

-Ho bevuto un paio di birre.- Annabel stentava a credere che fossero solo 'un paio' di birre se Axel era disposto a lasciarle la guida della sua macchina.

-Può guidare Caius, no?- lo indicò con un cipiglio mentre lasciava andare il borsone nel bagagliaio.

-Ecco, lui ha bevuto con me. Un uomo che beve da solo è un alcolizzato, ed io non ci tengo a quel titolo, giusto Dottore?- diede di gomito a Boleyn, il quale ridacchiò con le guance rosse di alcol e vergogna per lo sguardo di Annabel. -Forza, vediamo di arrivare a Pilgrim Mote per le nove di stasera, abbiamo un bel party ce ci attende.-

-Spera che per allora siate riusciti a smaltire quello che avete bevuto, puzzate come botti di birra fermentata.- Annabel provò un certo brivido a sedersi sul posto di guida, mettersi la cintura e sistemare lo specchietto retrovisore. Questo fino a quando i suoi occhi non ricaddero sulle scorte di birra e bottiglie di liquidi incolori a fare compagnia a Caius seduto dietro. -Ma vi ha dato di volta il cervello? E se ci fermano?-

-Tu non hai mica bevuto.- Axel si strinse nelle spalle indicandola. Poi prese a battere la mano sul cruscotto come se stesse incitando un cavallo al galoppo. Annabel poté solo alzare gli occhi al cielo e mettere in moto.

C'era qualcosa in lei che la rendeva eccitata e nervosa in egual misura per il loro arrivo a Pilgrim Mote. Avrebbe visto Il Reggente, poi gli altri ragazzi e finalmente non era più segregata a letto. Ma ad attenderla c'era anche Dorian, e dentro di se non sapeva se lui era una delle ragioni per cui non pazientava ad arrivare o una di quelle a renderla inquieta.

Fecero due soste soltanto, nella prima delle due Caius gettò via tutto quello che aveva ingerito, Annabel non riusciva a comprendere come un uomo di buonsenso come lui potesse essere stato convinto a bere di mattina presto tutto quello quell'alcol. Ma fino a quando quella con lo stomaco in subbuglio non era lei le cose andavano a gonfie vele. Guidare la distraeva dal pensare troppo a cose che non avrebbe voluto nella sua testa. La musica poi la distraeva dal significato di 'Ringil' o dal fatto che entrambe le persone in viaggio con lei sapevano più di quanto non volessero dirle. Axel certe volte pareva sul punto di vuotare il sacco, ma alla fine si zittiva sempre. Caius invece era diventato una tomba da quando le aveva concesso quelle tre misere spiegazioni. Che Cortes e Burke fossero molto uniti da qualcosa di losco Annabel già lo supponeva, che esistessero altri Dei oltre al centinaio che già venivano esaltati, non la sorprendeva.. era solo la parola Ringil ad esserle nuova, l'unica che l'avesse incuriosita davvero dalle risposte di Caius. 'Tu non sei Ringil' le avevano detto in sogno. 'Tu non sei una regina' equivaleva a dire. Ed anche questo, per certi ironici versi, poteva supporlo da se. Ma era una cosa così ovvia, come mai Caius aveva fatto il diavolo in quattro per dirglielo?

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