Capitolo 43

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Poche cose al mondo mettevano Dorian a disagio, dopo tutto quello che aveva passato; Malbeth il Saggio era una di queste. Dorian aveva letto antipatia negli occhi di Malbeth da quando lo aveva visto la prima volta.
Ricordava tremendamente bene quel giorno, il giorno della sua incoronazione. Malbeth era stato richiesto a palazzo per porgli la corona in capo. Ma quel giorno gli diede la corona ed un indovinello maledetto a cui non aveva mai smesso di pensare, tanto meno in un momento con quello.
Malbeth, vedendolo intuì i suoi pensieri e gli sorrise porgendogli la coppa di latte. -Il mio Alyon è qui perché..- bevve un sorso dalla sua coppa. Nel mentre gettò un'occhiata furtiva ad Amable.

-Per il diamante.- era inutile usare mezzi termini con lui, o girare troppo attorno alle cose, meglio farla finita subito.

-Mio Signore, voi osate troppo.- i suoi occhi blu si assottigliarono ed il modo in cui si protese verso il fuoco marcò ancora di più le sue nere occhiaie. -Nel chiedere e nel mentire.- la voce vecchia appena appena un sussurro.

-In quanto Alyon posso chiedere ciò che voglio al sommo sacerdote, e posso anche mentire a quest'ultimo, se così mi compiace.- sapeva che non avrebbe ottenuto nulla così facendo: non il diamante per lo meno.

-Sapete bene che mi è consentito offrire il Blue Hope solo ed unicamente alla Ringil consorte. E voi, a quanto mi risulta, non avete degnato- strinse i denti nel dire la parola -nessuna fanciulla di tale titolo. E per quanto riguarda le vostre regali pretese, siate più moderato. Tanta tracotanza non ha mai donato longevità ad un Alyon. Figuriamoci poi ad uno che la corona in capo se l'è posta con le proprie mani.-

-Ti sbagli..- Dorian sorrideva, per nulla colpito da quell'attacco -..sono state le tue mani a farmi re.-

-Pensate mai che potrebbero essere le stesse mani a spodestarvi?- questo zittì Dorian facendolo infuriare oltremodo. -Io  e voi, vostra grazia, custodiamo nei nostri rispettivi cuori, per quanto giovani o vecchi essi siano, oscuri segreti. Io ho peccato e voi pure, non stiamo qui a puntarci il dito addosso. Siete il mio Alyon, eppure questa modesta dimora è casa mia, e voi, in quanto ospite avete il dovere di abbandonare la vostra arroganza sull'uscio appena entrate e riprendervela, gentilmente, sulla via del ritorno.- sorrise coi suoi troppi denti. -So perché siete qui.- e guardò di nuovo Amable, il quale, nonostante il calore del fuoco e del latte, era pallido come un lenzuolo.

-Mio fratello suscita il tuo interesse vedo.- osservò Dorian ostinato.

-Sono solo curioso di conoscere la nuova dinastia, tutto qui. Per adesso questo è il vostro erede.-

-Imani è la mia erede.- lo corresse.

-E' sempre stato un maschio a mandare avanti la dinastia degli Adamantis. E noi sappiamo bene il perché, vostra altezza.-

-Mi duole informarti che la misoginia della precedente casata non ha nulla a che vedere con la mia. In linea di successione Amable è secondo, dopo Imani. Ma siccome sei al corrente del perché sono qui, lasciamo le futili chiacchiere per concentrarci su ciò che davvero mi interessa.-

-Annabel.- nel pronunciare quel nome la voce del vecchio calò di tono, e gli occhi divennero meno presenti, come se fissando il buio potesse vederla. Sa che è diretta qui, pensò Dorian guardando l'espressione del vecchio. -Sarà qui tra poco.-

-Non deve sospettare della mia presenza. Devo coglierla alla sprovvista. Amable, va fuori, per favore, e di ai nostri di non infastidire gli accompagnatori di Annabel, ma nemmeno di perderli di vista.- il minore si alzò e dopo un leggero inchino a Malbeth il Vecchio, uscì dal capanno .

-E' un bravo ragazzo, sarebbe un Alyon più saggio di te.-

-Lo so, ma non abdicherò per questo.- Dorian ridacchiò e perfino il vecchio si lasciò uscire una risata.

AdamasWhere stories live. Discover now