Capitolo 49

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Aprendo gli occhi si ritrovò avvolta dal buio. Solo alcune forme indefinite decoravano lo spazio attorno al suo letto, ma quella stanza le era troppo estranea perché potesse identificarle. Ripensò al piccolissimo spazio in cui aveva vissuto per anni, nella Casa di Benedict, e non potè evitare leggere e flebili lacrime. Quella sembrava una vita appartenente a qualcun altro, e, per quanto misera essa fosse stata, le doleva il cuore averla persa. Trascinò il piumino fino a coprirsi il naso, desiderosa di restare lì all'infinito.

Alzandosi si sarebbe trovata circondata da persone a lei sconosciute, avvolta da un clima non suo. Serrò gli occhi ricordando a se stessa di dover serrare i denti per un solo mese...
Eppure aveva la sensazione che una sola di quelle giornate durasse quanto l'eternità. L'idea di avere Charlie con se la confortò, ma poco, lui non era il benvenuto in quel castello ed Annabel, durante la notte insonne, aveva avuto modo di preoccuparsi di lui. E se Dorian gli avesse fatto del male in altro modo? Aveva promesso che non avrebbe usato la Damnatio Memoriae, ma non aveva fatto lo stesso giuramento per altri tipi di provvedimenti drastici.

Qualcuno bussò alla sua porta, lei si affrettò a pulirsi gli occhi prima di dare il permesso di entrare. La porta venne aperta, successivamente sentì i passi di chi era appena entrato nell'atrio, solo quando entrarono nella vera e propria stanza da letto si fermarono:
-Buongiorno Annabel, spero tu abbia dormito bene.- quella voce non le risultava per nulla familiare, eppure non si era persa in burocratiche riverenze. Quando poi la stessa persona tirò le tende per far entrare la luce, Annabel rimase spiazzata dal vedere Pearl Burke in piedi di fronte all'ampia finestra di mezzo.

Si trascinò a sedere sul letto, molto più grande di un semplice due piazze, trascinando con se il piumino bianco.
-Dovevo aspettarmelo.- sussurrò guardandola con occhi ostili. Si era quasi dimenticata di lei in mezzo a tutto quello che era accaduto. Pearl fece finta di non sentire, si fece avanti e sedette sul bordo del letto. La guardava con un volto perfido tagliato a metà da un ghigno.

-Ma guardati, è la tua prima notte qui e già dormi nel letto di una regina.- allungò la mano per sistemarle una ciocca di capelli. Pearl vestiva di un dolcevita blu scuro, infilato in api pantaloni color panna, i capelli raccolti in modo ordinato ed il volto truccato. Mai, prima, era parsa così bella. -Mi ricordo che tutto quello che facevi, un tempo, era parlare, come mai adesso sei a corto di parole?- rise alzandosi e guardandosi attorno. Si fermò di fronte ad una strana scultura della quale Annabel non aveva capito l'utilità. Essa consisteva in due grandi mani congiunte che sbucavano dal muro, da esse scendeva una cascata di acqua cristallina che veniva raccolta in una bacinella la cui forma era composta da gambe incrociate. La pietra era così ben lavorata che nelle tenebre Annabel aveva scambiato le sue forme per quelle di un gigante.
-Hai perfino un altare tutto tuo..- sbuffò bagnando appena le dita nell'acqua contenuta nelle mani.

-C'è qualcosa che posso fare per te?- chiese Annabel in tono quanto più freddo possibile. Anche Pearl aveva mentito, per quale motivo non aveva importanza, e non poteva sopportarne la vista.

-Oh, nulla. Volevo solo essere la prima a vederti.-

-Non sono un animale in mostra.-

-Certo che no. Che altro credi di essere per Cortes?- rise sprezzante mentre si aggirava per i mobili. -A proposito: quello che avete fatto fuori di qui sono affari vostri, ma sai.. non è consono che l'Alyon e la sua futura sposa dormano assieme prima del matrimonio. Te lo dico per evitare qualche scandalo.- si strinse nelle spalle.

Le vennero in mente le parole di Dorian quando gli aveva chiesto come si sarebbe dovuto comportare di fronte a lui, il re. Le aveva risposto che doveva inchinarsi quando veniva ricevuta e quando lui le dava il permesso di andare..
Non era sicura che alla fine di quel tremendo viaggio che aveva intrapreso sarebbe stata incoronata Ringil, ma tanto valeva farlo credere alle vipere come Pearl:
-Hai il mio permesso di andare, allora.- lo disse piano e con calma assoluta. Nascose così bene i sentimenti e le paure che per un attimo credette di essere in cima al mondo, effetto che colse anche Pearl Burke.

AdamasOnde histórias criam vida. Descubra agora