Capitolo 69

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La piccola stanza era satura di vapore acqueo: nuvole bianche danzavano mescolandosi fra di loro fino a raggiungere il soffitto. I vetri dell'alta e stretta finestra erano appannati, per cui ad Annabel non restava altro da contemplare se non i propri pensieri. Aveva trascorso così tanto tempo fra lo sfarzo, che ritrovarsi in stanze piccole e dagli arredamenti poco assortiti le dava una sensazione di leggerezza. Quello era il bagno annesso alla sua stanza, grande quanto bastava perché la vasca potesse starci, con alcune mensole ed una pianta che Annabel non riconosceva. Aveva raccolto i capelli perché non si bagnassero, ma il livello di umidità nella stanza aveva reso vani i suoi sforzi. Il livello dell'acqua, che quando si era immersa le arrivava al collo, adesso era sceso sotto le spalle. Non sentiva il freddo e nemmeno il desiderio di lasciare quell'angolo: ragionava su Caius, e quel bacio sbagliato. Non approvava il suo comportamento, ma gli era grata per non aver messo in mezzo ciò che era accaduto ed ancora di più per non aver mutato il loro usuale rapporto. Teneva al suo consiglio ed alla sua persona, e benché si fosse convinta che effettivamente fra di loro ci fosse una spia, non credeva fosse Boleyn. Per quanto però tentasse di accantonare quel pensiero, le parole che aveva cercato di dirle, il proposito di spiegarle perché aveva fatto ciò che aveva fatto, la tormentavano. Non poteva essere segretamente innamorato di lei, e l'ammirazione nei suoi confronti non poteva aver avuto inizio negli ultimi tempi.. ma l'aveva comunque baciata. E quello era uno dei problemi che viaggiavano per la sua mente.

Bussarono leggermente alla porta: -Annabel, sei là dentro da ormai un'ora.- le ricordò la voce pacata di Nadine. Ella entrò senza aspettare risposta. Aggirò la vasca fino a quando non poté essere di fronte all'amica, per guardarla in volto. Vide gli occhi arrossati e lucidi ed un grinza si formò fra le sue sopracciglia bionde, mentre s'inginocchiava appoggiando le mani sul bordo della vasca. Era la prima volta che la vedeva piangere da quando erano giunti a casa di Dukley.

-Esattamente un anno fa festeggiavo il mio compleanno rubano e mangiando ad un piccolo tavolo, con i due Burke. E guardami adesso: Rinie di un Regno del quale non sapevo nulla, ed accerchiata da persone che nemmeno conosco mentre i due che un tempo erano i miei unici amici adesso sono solo due dell'infinita schiera di chi mi vorrebbe morta.- ispirò sentendo un brivido percorrerle la schiena. -Non sono pronta a rivederlo.- disse poi, incrociando gli occhi di Nadine Dorlas per la prima volta. Era chiaro il riferimento a Dorian Cortes.

Nadine allungò una mano accarezzandole con fare affettuoso una guancia: -Non abbiamo mai avuto modo di parlare molto io e te.- iniziò con un sorriso -E mi pento di non averti conosciuto nella nostra vita di Apparenti. La mia, ad ogni modo, non era granché. Mi devo ancora abituare al Mondo Vero, ma, quanto meno qui ho voi.. voi tutti.- si bloccò. -Ciò che cerco di dirti, Annabel, è che nemmeno tu sei sola. Non conosco tutti coloro che adesso vogliono esserti amici, ma hai Charlie, hai me ed hai Alesander.-

-Loro due vogliono solo la Rinie.-

-Forse un tempo.- s'impuntò la ragazza dai fini capelli biondi, così corti da coprirle a malapena le orecchie: la sua bellezza affilata sempre presente: -Forse Charlie, e così Alesander, ti hanno voluta solo per i diritti che eserciti sul trono degli Adamantis, ma questo è stato tempo prima di conoscerti.-

Una lacrima scese lungo la guancia di Annabel: -Ma se tu avessi ragione.. se avessi ragione Nadine..- si mise a sedere guardando l'amica con occhi supplicanti: -Non potrebbe essere lo stesso per.. Dorian?- il suo tono di voce andò via via affievolendosi finché quel nome non uscì spezzato dalle sue labbra.

-Io non lo so cosa alberga nel suo petto.- incominciò Nadine, accarezzando il volto bagnato dell'amica. -Ma non credo che lo stesso discorso possa essere applicato al suo caso, per quanto il tuo cuore possa desiderarlo.- il dispiacere nella sua voce era sincero, cosa che non aiutò Annabel a reprimere le proprie lacrime.

AdamasWhere stories live. Discover now