Capitolo 7

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Rientrarono nella casa all'imbrunire. Come misero piede all'interno di essa, si resero conto che Benedict era ritornato. C'era un pesante bagaglio sulla sedia del corridoio che portava al suo studio, la porta inoltre era semi-aperta e da essa si intravedeva la luce di un fuoco arancione che solo lui poteva aver animato. Annabel sorrise prima di incamminarsi più velocemente verso la porta. La spalancò e trovò Benedict in piedi davanti al camino con in mano un libro che pose non appena la vide sulla soglia.

-Annabel!- sorrise mentre metteva via il libro e le andava incontro per stringerla in un abbraccio.

-Oh, Dio, sembra che tu sia stato via una vita intera. Sono felice di rivederti. Di rivederti tutto intero.- disse poi allontanandosi per poterlo osservare bene da capo a piedi. -Certo che tu hai una concezione tutta tua di 'un paio di giorni'.- alleggerì il suo tono, eppure quello che intendeva aveva radici e ragioni profonde. Era contrariata da Benedict per la sua così prolungata assenza e per il fatto che rivederlo le ricordò quello che aveva promesso a se stessa: interrogarlo su tutto quello che non le tornava sul conto di Cortes.

-Mi sei mancata.- le sorrise lui appoggiando una mano sulla sua spalla e stringendola dolcemente. -Dovrei avere qualcosa nella mia borsa per te.-

-Mi tratti sempre come se avessi sei anni e tu fossi lo zio ricco sbarcato dal nuovo continente.- lo rpese in giro lei facendosi indietro per lasciare a Cortes la possibilità di salutarlo.

-Cortes, amico mio..- rise Benedict nel vederlo fermo sulla soglia: gli andò incontro e lo strinse in un abbraccio rigido e virile, nemmeno paragonabile alla stretta affabile tra lui ed Annabel. Quest'ultima li guardava e per un attimo si accorse che la testa ingegnosa di Benedict approfittava di quel saluto per sussurrare qualcosa all'orecchio di Cortes.

Così come la sua felicità per il ritorno di Benedict era arrivata, parve scomparire.. Aveva vacillato all'inizio, ma non metteva in dubbio che le mancasse. Si accorse di una cosa mentre si metteva a sedere su una delle due poltrone: si era sempre sentita a suo agio con Benedict, fino a quando non era arrivato Dorian, e quando era rimasta sola con quest'ultimo si era sentita quasi a suo agio anche con lui. Non erano loro singolarmente a spaventarla, ma il suo sesto senso le diceva che assieme faceva bene a temerli.

Qualcuno appoggiò una mano sulla sua spalla e lei si voltò di scatto, spaventata dalla silenziosità con cui Pearl era arrivata alle sue spalle. Le sorrise tuttavia, appoggiò una mano sulla sua e la picchiettò cercando di far mente locale e mandar via quei pensieri poco piacevoli sui due ragazzi.

-Com'è andato il tuo viaggio?- chiese con la bocca asciutta guardando l'amico sedere.

-Non molto interessante devo dire. E nemmeno lontanamente proficuo quanto avrei sperato. Sono molto felice di essere ritornato. Voi due eravate assieme?- chiese passando lo sguardo scuro da Annabel a Dorian, e viceversa.

-Si.- rispose quest'ultimo. -Howard mi ha voluto mostrare come agisce sul campo.- disse appoggiandosi alla cornice del camino. Afferrò una pallina di neve posta come decorazione e prese a giocherellarci. Annabel lo guardò attentamente ma non risultò una decisione proprio ben misurata perché subito la vista le si scurò.

-Stai bene Annabel?- chiese Benedict. Quando lei sollevò gli occhi verso di lui lo trovò corrucciato e proteso verso di lei. Pareva seriamente preoccupato.

-Si, si sto bene. Ho solo avuto un.. deja-vu.- con un cenno della mano liquidò la faccenda. -Cortes ha ragione. L'ho portato a Witter City, sai? Credo le sia piaciuta.-

-Mi è piaciuta eccome. E credo che ritornerò in veste di clinete.-

-Cliente?- chiese Benedict confuso.

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