Capitolo 9

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Tante volte aveva guardato il mare e per tutte le volte in cui l'aveva osservato esso aveva saputo dare una diversa risposta, una diversa pace ai suoi tormenti: futili o seri che fossero. Trovava pace in se stessa osservando le onde cambiare ogni volta che baciavano la riva, le faceva intendere che le cose fossero in perenne trasformazione. Sedeva in alto, le pareva la cima del mondo, sul terrazzo della Casa fra i fiori della serra che Burke e lei curavano. Il vento era così forte che perfino con il cappuccio ben calato sul viso le orecchie le fischiavano per il dolore. Le gocce salate del mare la raggiunsero fin lassù bagnandole i vestiti: sorrise pensando che perfino la natura sapesse essere un'abile bugiarda. Dove mai si era visto un mare che cerca di fare la pioggia? Se guardava dall'altra parte della serra, vedeva l'alto campanile della vecchia chiesa di Ox dove Padre Horatio adempiva ai suoi doveri di emissario di Cristo, guidando il gregge umano per conto del Signore. Li da qualche parte egli confessava i suoi fedeli, li consolava, parlava loro di cose belle e di cose brutte, li metteva in guarda, mentiva, perfino, quando faceva credere loro che non ci fosse anima al mondo i cui vizi non potessero essere perdonati. Annabel non sapeva molto di religione, ma era convinta che su questo ultimo punto Padre Horatio sbagliava. Ci sono anime che una volta perdute non possono redimersi, non importa se religiose, atee o agnostiche.
Era stata dentro quell'edificio una volta sola, quando ancora non conosceva bene i Burke e quando nella Casa non si sentiva altro se non un topo portatore di peste. Erano gli inizi ed un misto di nostalgia e tristezza l'avvolgevano: si era seduta accanto a Padre Horatio e gli aveva chiesto che fine facessero le lacrime versate al cospetto di Dio Onnipotente. Lui l'aveva guardata con la fronte imperlata di sudore e le guance rosse per la domanda. Non aveva saputo rispondere o forse, pensò Annabel, non aveva voluto mentirle. Sapeva bene che le lacrime versate al cospetto di chiunque sono lacrime inutili, certo non per questo meno amare.

Sentì dei passi, qualcuno la stava raggiungendo lassù. Sperò con tutta se stessa che fosse Benedict, aveva bisogno di parlare con lui, un bisogno logorante. Si era fatta beccare al bordello, Cortes ne aveva sicuramente discusso con lui prima che lei potesse farlo e gli aveva sicuramente detto qualcosa di assolutamente non vero. Fu felice di ceder avanzare Benedict Burke, il quale, senza pretese sedette accanto a lei: sospirò guardando il mare.

Annabel adesso dava la schiena al mare e guardava la chiesa: da poco avevano iniziato la costruzione di un campo di calcetto per i bambini vagabondi nella speranza di riuscire a tenerli fuori dalle strade di Witter City. Ma il brutto tempo aveva avuto la meglio sulla ditta edile incaricata delle costruzioni, avevano abbandonato l'impalcatura e si erano andati a rifugiare, molto probabilmente, nel pub di Stephen McLain. Ripensò a Charlie ed abbassò il viso sconfitta: non aveva spiccicato parola per tutto il tragitto mentre se ne andavano dal bordello per far ritorno al pub, aveva un viso afflitto sul quale albergava la vergogna. Non l'aveva guardata mentre le augurava un 'buonanotte' talmente forzato che ad Annabel aveva assicurato una notte in bianco.

-Non è un buon momento?- chiese Benedict alzandosi per girare fra i fiori. Annabel lo guardò: indossava un completo elegante di un color verde scuro, non stava male anche se a dirla tutta le ricordava un po' le tende di damasco che Pearl aveva tanto faticato a togliere dallo studio di Benedict. Lui adorava la stoffa broccata. Si tolse i gemelli dai polsi delle maniche e le arrotolò perché potesse prendersi cura di un vaso di basilisco: il terriccio doveva essere troppo umido.

-Il tuo amico Cortes è corso da te a raccontarti del fatto che mi ha scovata in un bordello?- rise triste mentre gettava un sassolino oltre il terrazzo, giù, giù nel mare.

-Questo è esattamente quello che ha fatto. Ma non per gli scopi che credi tu.-

-E per che scopi, scusami?- chiese lei evasiva.

-Nulla che meriti la tua attenzione. Puoi far credere a Cortes che eri lì per puro svago sessuale, ma non a me.-

-Davvero ha creduto che fossi lì per Nadine?- chiese Annabel per la prima volta meno amareggiata di quanto non lo fosse stata tutto il giorno.

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