Capitolo 80

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(Salve a tutti. Vi rubo pochissimo tempo per potervi informare che questo è uno degli ultimi capitoli prima dell'epilogo. Vi consiglio di leggere il capitolo che segue ascoltando "Angel" di Tokyo Myers. Spero la storia sia di vostro gradimento. Votate e commentate, un bacio grande xx)

-Mio Rauros.- Lev Wallace fece un leggero inchino sollevando quindi gli occhi su Axel Sutter, alle spalle dell'alto e magro Amable Cortes. -Cosa vi porta qui da me?-

-Scommetto che sapete della situazione in cui la mia famiglia si trova.- parlò Amable pieno di un'altezzosità tutt'altro che arrogante, mentre prendeva posto, assieme ad Axel, nello studio di Lev Wallace. -Ho bisogno della vostra protezione.-

-E credete che io ve la concederò, Vostra Altezza? dopo quello che vostro fratello mi ha fatto?-

-Voi e mio fratello siete amici da sempre.- Amable, benché stanco e con la testa pesante grazie a tutti i problemi cui si trovava di fronte nonostante la sua giovane età, gli sorrise. Se il suo consueto aspetto lo faceva apparire malato, adesso che la sua salute era per davvero cagionevole, aveva un aspetto preoccupante.

-Mi ha rubato il Verde di Dresda.- sottolineò Lev Wallace. Quei ricordi, oltre che umilianti, erano anche parecchio dolorosi per lui. Nella sua mente la sera in cui Annabel Howard, sotto le mentite spoglie di Célia Goldhead, lo aveva derubato di una delle cose più preziose che avesse mai avuto fra le mani, era fresca. Lui e Dorian erano amici da parecchio, questo era vero, ma a lui non era andato giù il modo in cui lo aveva ingannato. Aveva fatto la figura del fesso di fronte a tutti i suoi clienti, quando era stato derubato.

Adesso Cortes era prigioniero di quella stessa Annabel Howard che un tempo credeva di poter controllare, spodestato dallo stesso Benedict Burke a cui tanto si era affidato per creare il suo Regno da Tiranno. Questo gli creava emozioni contrastanti: da una parte era sicuro che le Dee lo stesso punendo per quello che gli aveva fatto, dall'altra era pur sempre suo amico. E contare fra gli amici l'Alyon del Mondo Vero, aveva una certa rilevanza.

-Sapete bene perché lo ha fatto. E, che importanza ha quel diamante ora che non è più nelle mani di mio fratello?- chiese Amable.

-Per me, Vostra Altezza, parecchia. Io lo avevo rubato onestamente, perdonate il gioco di parole, vostro fratello ha ingannato un vecchio amico e si è servito di una persona..- si bloccò sorridendo. -Beh, pare chiaro a tutti che non avrebbe dovuto giocare con la Rinie di questo Regno, non credete anche voi, Mio Rauros?-

-Credo che mio fratello sappia quello che fa.-

-E' per questo che adesso il vostro tutore è questo armandio d'un bodyguard? Carino da parte del nostro Alyon lasciare la sua famiglia in balia del destino.-

-Noi non siamo in balia del destino, Signor Wallace. Sono qui solo perché mio fratello ha sempre apprezzato la vostra discrezione, e confido di poter fare lo stesso.-

-Quanti anni avete, Mio Rauros?-

-Quindici.-

-Dovreste essere Alyon voi e non vostro fratello.- Amable si limitò a guardarlo mentre riempiva due bicchieri di liquore bianco, uno lo bevve l'altro lo diede ad Axel, che rifiutò. -Perché siete qui da me, a cercare aiuto?-

-Perché voi siete l'ultima persona dalla quale Burke mi cercherebbe.-

-Ma ho anche i miei buoni motivi per volervi morto. Potrei fare un bel dispetto a vostro fratello.-

-Siamo in una situazione tale che mi concede di rischiare il tutto per tutto.- Amable era davvero stanco, e quella conversazione fine a se stessa, lo sfiniva ancor di più. Sarebbe di certo rimasto sotto la sorveglianza di Wallace, restava da definire se da prigioniero o da uomo libero. Contava sulla forza e sulla prestanza di Axel, ma Wallace aveva più uomini. -Mi ascolti, Signor Wallace, fosse dipeso da me, avrei raggiunto mio fratello.-

AdamasWhere stories live. Discover now