Capitolo 25

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Aveva ordinato un Martini, non ne aveva mai assaggiato uno, ma al momento di ordinare fu l'unico a venirle in mente. Sentiva sguardi sulle spalle nude, sguardi sui capelli acconciati in larghe onde ricadenti sulle spalle, li sentiva sulle gambe accavallate e sul petto, li sentiva sulle sue mani e.. sulla sua borsetta.

-Fanne due.- disse una voce alle sue spalle. Non era sicura che fosse rivolto al suo ordine ma lo seprò, perché non avrebbe retto per molto quegli sguardi su di se, inoltre prima si concludeva meglio era. Qualcuno esaudì i suoi desideri perché affianco a lei un uomo si appoggiò al bancone guardandola con un sorriso. Aveva già visto quel volto in foto, nelle foto che era stato Cortes stesso a darle. Lev Wallace. Doveva far finta di non conoscerlo, era chiaro. Sorrise a sua volta mentre i Martini venivano posti di fronte a loro.

-Con chi ho il piacere di condividere questo giro?- chiese getile mentre lentamente gli porgeva la mano perché lui potesse baciarla. Un grosso anello sostava al dito medio.

-Mi batte sul tempo, Signo..-

-Signorina.- sorrise lei completando.

-Ne sono lieto.- le baciò quindi la mano. -Lev Wallace. Lei è..-

-Cèlia Goldhead, piacere di conoscerla.-

-Posso chiederle com'è riuscita ad imbucarsi alla mia festa?-

-Se glie lo dicessi, poi sarei costretta ad ucciderla.- si era preparata tutte quelle risposte prima, mentre raggiungeva il luogo, e fu grata a se stessa. Risero. -Perdoni la mia ironia. Ho sempre desiderato conoscerla di persona. Un mio amico lavora come bodyguard in questo locale e mi ha gentilmente concesso di entrare. Sa, Signor Wallace, che resti fra me e lei, io aspiro a quello che lei è diventato.-

-Devo nascondere l'argenteria, quindi?-

-Se riesce a trovarla..- risero ancora, brindando.

-Una serata alquanto strana, certo piacevole, ma strana.- disse lei continuando nel suo ruolo.

-Cosa di tutto questo la lascia basita?-

-Dove sono le sue groupie, le cameriere con cui i suoi ospiti si rifaranno gli occhi tradendo le mogli, le cantanti suadenti a scaladare quell'orschestra scadente..-

-La sua franchezza è cosa rara per me stasera. Sono circondato da persone alquanto melense, deve saperlo, e molti di loro pur di compiacermi mi lascerebbero giacere con le loro figlie.. perciò avere una sincera e severa opinione su questa serata, mi fa piacere. Ed ora alla risposa: lei qui adesso ha rimediato a tutte le mancanze. Gli uomini si stanno rifacendo gli occhi, anche se non potranno tradire le mogli, e questo non accadrà solo ed unicamente perché io ho intenzione di tenerla stretta a me stasera, di modo che possa imparare i segreti del mestiere..-

-Di quale mestiere parla Signor Wallace?- risero ancora, altro brindisi. -Che mi dice della voce femminile all'orchestra?-

-Ecco, quelle labbra rosse, oltre ad essere pericolosamente invitanti al bacio più appassionato, scommetto sono anche canterine. Vuole deliziarci con una canzone a sua scelta?-

Annabel rise, e non ebbe bisogno di fingere. -Oh, Wallace, lei osa troppo adesso.-

-Offrirle il mio letto è meno osè che invitarla a cantare?- finse una faccia sconvolta, tentando di coprire quella compiaciuta.

-Posso cantare per lei, ma non per tutti loro. Non mi sentirei a mio agio.- Cortes era stato chiaro, doveva riuscire a staccarlo da quella sala piena di gente in qualsiasi modo. Wallace aveva prenotato solo due sale, e se una era occupata da quei signori balordi allora l'altra ospitava senz'altro il Verde di Dresda.

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