Capitolo 11

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Annabel aveva sempre cercato di vivere nell'illusione che tutti i giorni avessero lo stesso valore, era perfino arrivata a costringere se stessa a pensare a quel modo, ma aveva compreso che i pensieri non possono essere istillati nella propria mente, essi sono il frutto della mente. Abbandonando le costrizioni quindi, aveva preso a pensare che certi giorni valessero molto più di altri: quello che stava vivendo, ad esempio, valeva quanto migliaia di giorni qualunque. E presto l'avrebbe scoperto.

Sedeva di fronte al camino nello studio di Benedict. Aveva passato una notte in bianco al fianco di Charlie nel pub di Stephen aiudando l'amico a riordinare dopo una spaventosa rissa con tanto di feriti dovuta ad un coltello che era spuntato fuori dal nulla. Per fortuna i danni alle persone non erano stati gravi ed il tutto si era risolto in fretta com'era iniziato, ma alcune sedie erano andate rotte, i tavoli avevano ricevuto il peso di parecchi uomini scaraventati da altri, i bicchieri in frantumi non si potevano contare.. Charlie le aveva detto, alla fine del riordino, che non era una cosa rara che capitassero risse del genere, ed infatti nemmeno una cosa simile aveva fermato l'affluire dei clinteti abituali: seduti ai loro soliti tavoli con la compagnia di schegge di vetro che parevano ferirli molto meno della vita di tutti i giorni. Tornata dal pub all'alba non aveva sentito addosso nemmeno l'ombra della stanchezza, perciò aveva deciso di sedere nella libreria di Burke per poter leggere alcuni dei libri che non aveva trascinato in camera sua. Nessuno l'aveva distirbata, nemmeno quella mattiniera di Pearl. L'Inverno inoltrato aveva concesso ad Ox una giornata di sole, un sole che Annabel non notò nemmeno lontanamente, tanto era concentrata nella lettura del manuale.

Sollevò lo sguardo dalle righe fitte solo quando sentì il tintinnare del campanellino posizionato sopra al camino: esso era collegato direttamente con il portone principale, ed ogni volta che qualcuno bussava alla porta della Casa di Burke allora chiunque si trovasse nello studio ne veniva informato. Questo per non disturbare tutti gli abitanti, ovviamente, oltre al fatto che accadeva molto poco che qualcuno bussasse a quella porta e chiedesse di qualcuno che non fosse Benedict. Annabel si guardò attorno come aspettandosi di vedere Benedict appostato sulla grande scala che portava sugli scaffali più alti della libreria: sperava che fosse entrato mentre lei non prestava attentione, come spesso accadeva, ma così non era, non lo aveva praticamente più visto da quando l'aveva trattato in quel modo, quella sera in camera sua. Chiunque fosse alla porta diveniva via via più impaziente.

Si alzò quindi usando come segnalibro una fettuccia di seta blu con la quale di solito Benedict rilegava le pergamente che stipava in una bacheca di vetro posizionata fra le due grandi porta-finestre del suo studio. Aprì la porta dello studio e si rese conto del silenzio innaturale che era caduto su tutta la casa, i suoi passi  le parvero molto pesanti e la testa d'improvviso venne colpita da una sensazione di dispersione confusa. In lontananza sentiva, attraverso la porta aperta dello studio, lo scampannellio insistente, e poi il battente di ferro scuro che tuonava contro il legno del portone.

Si trovò di fronte a Nadine una volta che ebbe aperto la porta. Rimase perplessa dalla presenza della ragazza ma per poco tempo. -Nadine, ma che diavolo ti prende?- sussurrò in tono leggermente adirato mentre afferrava la ragazza per un braccio e la portava dentro prima che qualcuno la vedesse. Le persone come Madame Madlene avevano occhi ed orecchie ovunque in un posto piccolo come Ox, questo Annabel lo sapeva bene, e l'ultima cosa che voleva era che Nadine venisse avvistata da quelle parti. Lanciò un'occhiata furtinva su per le scale e nei corridoi vuoti per poi andarsi a rifugiare nello studio di Benedict. Sperò con tutta se stessa che lui continuasse a non farsi vedere.

-Mi dispiace Annabel, so che non dovrei presentarmi qui in questo modo ma non potevo non metterti al correte di..-

-Nadine.. se Madlene scopre che corri da me ogni volta che senti un uccellino cantare, è la fine per entrambe.- Annabel non volle ricordare alla ragazza arrossata dal freddo vento invernale che non aveva deciso ancora se fidarsi di lei o meno.

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