★Capitolo 52 Il Cambiamento di Aleska ★

29 4 9
                                    

IGOR

Trascorrono giorni tranquilli, tra l'università e uscite con Aleska, Irina e Maxim, finalmente posso godersi attimi di piena tranquillità con le persone a me care, ma purtroppo qualcuno rovina la nostra serenità.  

Siamo in un pub a cenare, scherzando come buoni amici,

ma d'improvviso Aleska  si avvicina la mano  al petto «Che succede? Mi sento strana»,  si avvicina la mano alla fronte.

«Tutto bene?» Chiedo preoccupato.

ALESKA

Sento una voce maschile chiamarmi: «Aleska... Vieni da me!» Incapace di ribellarmi a quel richiamo scatto in piedi. «Scusate devo andare», sussurro con lo sguardo nel vuoto, mi distanzio dal tavolo e sembro un automa, attirata da quella voce come un richiamo irresistibile, mi allontano uscendo dal locale.

IGOR

Aleska improvvisamente è scattata in piedi e si è allontanata, restiamo sorpresi nel notare quello strano comportamento di Aleska, ci scambiamo occhiate d'intesa: «Ragazzi avete visto? Era così strana, aveva lo sguardo assente come fosse vittima di un ipnotismo. Non so ma ho un pessimo presentimento», sussurro, penso "E se Aleska fosse in pericolo? Se le succedesse qualcosa? Non posso lasciarla sola, dopo tutto quello che ha fatto per me!" Stringo i pugni, con un'espressione cupa: «Scusatemi, ma vorrei andare a cercare Aleska. Sento che è in grave pericolo, venite con me?» Chiedo serio.

Irina e Maxim mi guardano, rispondono: «Andiamo insieme», e così usciamo dal pub.

Saliamo in auto e proseguiamo alla ricerca di Aleska.

Io dal finestrino vedo la cattedrale di San Basilio nei pressi della Piazza Rossa. Intravedo una sagoma femminile che si dirige verso la cattedrale, riconosco Aleska. È proprio lì che prosegue con un'andatura spedita.

«Max, ferma l'auto. Aleska è laggiù, sta entrando nella cattedrale!» Accenno con un tono serio.

Maxim ferma l'auto: «Igor, l'hai vista? Sicuro che fosse lei?»accenna concitato un tono serio.

Aprendo lo sportello dell'auto scendo: «Vado a vedere» e detto ciò mi avvio a passo spedito verso la cattedrale, vi ci entro, è poco affollata.

Avanzo di pochi passi e vedo Aleska avvicinarsi a un ragazzo che vestiva di nero e con un cappuccio che gli copre il volto.

«Ciao, Aleska, bentornata. Ti stavo aspettando. Abbiamo visite! Guarda un po' chi abbiamo qui!», Si rivolge a me con un sorriso maligno: «Aleska mia cara, uccidilo te lo ordino!» Riferisce con un tono autoritario.
La giovane con lo sguardo nel vuoto sussurra: «Sì, Aleksey... Lo farò» si volta verso di me e sfila dal giubbotto un pugnale.

«Aleska? » Sgrano gli occhi in un'espressione di puro terrore per ciò che vedo davanti ai miei occhi: Aleksey è un demone, ha sembianze orrende e ali nere come la pece. 
Aleska incapace delle sue azioni sotto l'influsso malefico di Aleksey avanza nella mia direzione: «Mi dispiace ragazzino, devo ucciderti! » Mentre sulle sue labbra appare un ghigno sinistro, con un gesto lesto cerca di colpirmi con un fendente diretto al cuore,  con agilità afferro la giovane per il braccio con cui impugna il pugnale e con facilità la disarmo: «Ecco fatto, questo lo terrò io. Tu adesso te la vedrai con me!» Dico a Aleksey che sogghigna: «Vorresti uccidermi? È inutile. Morirai!» 

Nella cattedrale d'improvviso è desolata oltre noi non c'è nessuno.
Aleksey con un sorriso: «Sei caduto nella mia trappola!»

 Percepisco una strana foschia di nebbia oscura che mi avvolge come uno spesso strato di pellicola aderente che mi si appiccica addosso, e mi impedisce di respirare.

Sento mancarmi il respiro.
Non mi arrendo dall'oscurità che mi avvolge.
Riesco a respingerla con i poteri della luce.
L'alone scuro sparisce,  allungo una mano verso Aleksey e lo colpisco in pieno  con scariche di fulmini di luce.
Aleksey colpito in pieno dalle saette di luce l'impatto è così potente che  viene annientato in un battibaleno. Si dissolve in pulviscolo di luce oscura e sparisce.

Aleska barcolla e come se si fosse destata da un brutto incubo reale sussurra: «Igor. Oddio cos'è successo?» 
Crolla tra le mie braccia priva di sensi.
Nel vederla chiudere gli occhi sconvolto lancio un grido disperato: «Aleska!!! » Mentre la stringo tra le mie braccia in lacrime sussurrò: «Non lasciarmi, ti prego! Apri gli occhi. È tutto finito Adesso svegliati!» Mentre singhiozzo.
«Igor sei tu?» Sento la voce di Aleska che mi chiama.

I nostri sguardi si incrociano, ci troviamo fuori dalla cattedrale, siamo stati vittima di un illusione, una trappola architettata da Aleksey.

Io frettolosamente asciugo le lacrime, felice che Aleska è viva e che sta bene, libera dell'influsso malefico di Aleksey: «È tutto finito!» Sussulto nel vedere Aleska che piange: «Igor, io non so cosa dire, grazie di tutto! Mi hai liberata dalla Maledizione di Aleksey! Grazie a te, sono ritornata umana!» Esclama tra i singhiozzi, mentre con gli occhi lucidi si avvicina a me.
«È finita Aleska, finalmente sei libera dalla Maledizione. Sono tanto felice per te!» Sussurro con sincerità.
Aleska mi si avvicina: «Igor...» sussurra a un passo da me, siamo distanti pochi centimetri l'uno dall'altra.

ᴀɴᴏᴛʜᴇʀ ʟɪғᴇ #Completa (In Revisione)Where stories live. Discover now