★Capitolo 48 Rivelazioni-Un Amico in pericolo★

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IGOR 

Torno a vivere la mia vita in serenità, insieme ad Aleska, Irina, Maxim e il piccolo Tosik. E il mattino seguente torno all'università.
Il prof Anton sorpreso e felice di  rivedermi: «Bentornato! Che gioia rivederti, Igor cosa ti successe quella sera? Eri sparito nel nulla!» 
"Mi chiedo perché il professore mi ha riconosciuto nonostante i miei capelli siano neri e non più rossi." 

Anton mi abbraccia entusiasta e commosso, con gli occhi lucidi:
«Temevamo di averti perso, è stato un periodo difficile. L'importante è che tu sia qui, con noi!» Afferma con un tono serio.

«Si, grazie al cielo sono tornato. Ehm, come siete riuscito a riconoscermi? » Chiedo curioso.

Anton con un sorriso mi scompiglia i capelli: «Perché tu sei molto speciale, sono in grado di percepire l'aura delle persone.  Possiedi un animo puro. Perché sei un angelo», dice con un tono affettuoso, ma con un’espressione triste.

«Perché tutti dicono che io sono un angelo? Non capisco», stringo i pugno lungo i fianchi: «Perché tutti sono convinti che  sono un angelo? Non è possibile, io non sono uno di loro. Se lo fossi avrei le ali, sono semplicemente un ragazzo, tutto qui!» 

Anton mi fissa stranito, poi scoppia in una risata:

«Ascoltami, non riesci a vedere oltre, sei davvero un angelo. È solo che non riesci a accettare le tue vere origini, ti parlerò di ciò che i tuoi genitori mi dissero», sussurra sottovoce.

«Cosa? Professore cosa dissero i miei genitori? Voglio saperlo, la prego mi dica tutto! » Biascico tutto d'un fiato,  impaziente di scoprire cosa avevano detto al professore i miei genitori.
Il prof mi appoggia una mano sulla spalla: «Ti dirò tutto ciò che vuoi sapere,  stasera verrò a casa tua, e ne riparleremo. Ci stai?» Domanda con un tono pacato.

Sono così impaziente di scoprire cosa mi avrebbe confessato il professore, che acconsento subito: «Va bene, a che ora potremo incontrarci?» Chiedo curioso.

«Stasera alle 09:00. Va bene?» Il suono della campanella indica l'inizio delle lezioni e interrompe la nostra conversazione.
«Allora a stasera!» Esclamo entusiasta, saluto il professore, entrando in classe.
Intanto trascorro la giornata di studio all'università. I miei compagni non mi riconoscono.
Irina siede accanto a me e al termine delle lezioni salutiamo i compagni e torniamo ognuno alle loro rispettive abitazioni.

Sono  ansioso di incontrare il professore, di parlargli in privato e sentire ciò che mi riguarda.
«Igor che hai? Tutto bene?» Chiede in un tono serio e preoccupato mio fratello una volta entrato in soggiorno.

«Eh, va tutto ok, tranquillo. È solo che stasera ho un appuntamento con un mio professore, verrà qui, mi deve dire una cosa importante», accenno  con un sorriso.
Irina e Aleska voltano lo sguardo verso di me  e Maxim:
«Chissà cosa dovrà dirti il professore...  Per caso ti ha accennato qualcosa?» chiedono incuriosite.
«Non so cosa mi dirà, so solo che c'entrano i miei genitori, cioè ciò che loro dissero al professore», penso: “ Non capisco, perché tutto questo mistero? I miei genitori cosa mi nascondevano? E se c'entra qualcosa con le mie vere origini? ” mi chiedo, mentre sospiro.

Maxim Irina e Aleska mi guardano confusi: «Oh, un attimo qualcuno sta suonando il campanello, sarà lui?» dicono con curiosità.
«Credo di sì, vado a vedere», e così  raggiungo la porta d'ingresso dallo spioncino vedo Anton che attende.

Senza esitare apro la porta, sussurro: «Buonasera professore, entrate prego», accenno con cordialità.
Anton entra in casa, saluta gli altri in soggiorno: «Buonasera ragazzi», dice con un sorriso.
«Professore, si accomodi dove vuole, le offro del tè, biscotti?» Chiede Irina con serietà accompagnata da un sorriso.
«Ti ringrazio Irina, sei gentile. Accetto», accenna l'uomo con un tono naturale.
Mi sono seduto accanto a Maxim: «Mi scusi, ma cosa deve dire a Igor?» Chiede serio.
Anton mi guarda, sorride e infine accenna: «Maxim, tuo fratello Igor è molto speciale, deve sapere la verità sulle sue origini» risponde al suo interlocutore.

MAXIM

Divento improvvisamente serio e ricordo un particolare del passato. Quando Igor mi salvò da morte certa, mentre ci lanciavamo dall'aereo con il paracadute.

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Quel giorno il mio paracadute non funzionò e precipitai nel vuoto, Igor d'istinto senza esitare si lanciò nella mia direzione, in quel momento scorsi dalla schiena di Igor delle possenti e candide ali. 

Sussurrai: «Igor? Sei un Angelo? Hai le ali!» Mentre stavo precipitando mi trovai tra le braccia di Igor, le sue candide ali mi avvolsero dolcemente.

«È tutto finito, Max sono qui. Fortuna che sia riuscito a salvarti in tempo», sussurrò lui con un tono dolce.

E fu così che quel giorno scoprì le vere origini di Igor: mio fratello è un Angelo. 

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Volgo lo sguardo a mio fratello: «Igor, ti ricordi quel giorno, quando ci divertivamo a praticare il paracadutismo... Quel lontano giorno,  mi salvasti la vita.  Non posso non ricordare quel giorno, vidi chiaramente apparire dalla tua schiena ali bianche,  sei davvero un angelo!» Esclamo entusiasta.

IGOR 

Sgrano gli occhi da quella rivelazione: «Cosa? Ma, è vero? Mi stai dicendo che sono davvero un angelo?» 

Maxim sta per rispondere, ma Anton lo interrompe: «Sì, Igor, sei un angelo. Ovvero metà umano, e metà angelo. Il tuo lato Angelico si presenta ogni volta che qualcuno è in pericolo, oppure quando perdi il controllo di te stesso!» Accenna serio.

Io, Maxim, Irina e Aleska restiamo in silenzio. 

In soggiorno cala un silenzio anomalo, che viene interrotto da me:

«Dunque sono metà umano e metà angelo, in effetti... Pensandoci bene, adesso ricordo che i miei genitori mi chiamavano “Angioletto” pensavo che fosse solo un tenero nomignolo. Ma invece, mi sbagliavo. Professore, cosa dissero i miei genitori?» Chiedo ansioso.

«Mi dissero, che eri in pericolo e che gli Adepti delle tenebre avrebbero minacciato la tua serenità. Essi sono nemici oscuri, demoni malvagi senza scrupoli.»

Incredulo, sconvolto, mi gratto la nuca, avverto la tensione aumentare sempre più: «Ho capito, lo so che loro sono i nemici della Setta della Luce. E che hanno minacciato la mia serenità, ma adesso che sono in grado di usare i poteri e che sono più forte... Potrei anche eliminare il Capo della Setta delle Tenebre! Così finalmente potremo vivere in pace tra di noi, liberi senza la minaccia dei nemici!» Dichiaro fermamente.

Tutti restano sorpresi dal mio discorso: «È rischioso,  non essere frettoloso. Abbiamo bisogno di un piano infallibile per colpire il covo dei nemici», accenna Aleska con un sorriso.

«Mi raccomando, non fare passi avventati. Non agire d'impulso, o potresti cacciarti in grossi guai. È tutto io adesso vado. Buona notte ragazzi, a domani», accenna Anton con un cenno del capo si allontana dal soggiorno.

Istintivamente lo raggiungo: «Aspetti professore l'accompagno», divo e lo accompagno fuori all'uscio dell'abitazione. «A domani» accenno con un sorriso.

Anton sorride, e mi saluta con la mano e si incammina. Chiudo la porta dietro le mie spalle, con il sorriso sulle labbra sospiro felice, ma a un tratto avverto uno strano e inquietante presentimento una visione appare davanti ai miei occhi, vedo il professore Anton in strada in ginocchio ferito e un uomo dai capelli argentei e occhi rossi che con la spada punta la lama alla gola del mio insegnante.

Barcollo sconvolto da quella visione, con il batticuore e la fronte sudata grido: «Scusatemi devo andare!» E uscendo di corsa di casa con nell'anima il sentore che il professore fosse in grave pericolo.

ᴀɴᴏᴛʜᴇʀ ʟɪғᴇ #Completa (In Revisione)Where stories live. Discover now