★Capitolo 26 Igor & Aleska★

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ALESKA

Sono le 02:00 di notte, sono uscita da poco dalla caserma di polizia di Mosca. Il mio turno di lavoro è terminato, io sospiro:

"Igor chissà dove sarai, dannazione! Non c'è nessuna traccia che mi porti da te. Dove diavolo sei?! Sto girando in lungo e in largo per trovarti... Ma è tutto inutile. Cosa ti sarà successo? Starai bene?" Questo mi chiedo, mentre salgo a bordo della mia auto per tornare a casa.

Mentre guido, a un tratto pigio il piede sul freno arrestando bruscamente, poiché noto una sagoma; un ragazzo che sbuca dal nulla, per poco non lo investivo in pieno:

«Ehi! Tu, che cosa diavolo ti prende ragazzo! Guarda dove vai, imbecille!» Rimbecco tamburellando furiosa le dita sul volante, i fari dell'auto abbagliano il ragazzo, il quale sorregge in braccio un gattino nero.

«M-Mi scusi... io...» Il ragazzo non finisce di dire la frase che scendo dall'auto.

"Questo ragazzo è lo stesso che ho visto nella visione... Che cosa strana, ma a guardarlo meglio mi ricorda Igor!"

Il corvino indietreggia nel notare che indosso la divisa di polizia: «Lei è una poliziotta? Volete arrestarmi? I-Io s-sono innocente! Non ho fatto niente!» Dice in preda al panico.

Io gli appoggio la mano sulla spalla.

«Tranquillo! Non sono qui per arrestarti, ragazzo. Va tutto bene. Come ti chiami? Vieni con me».

Il ragazzo mentre accarezza il gattino, è timoroso, sussurra: «I-Io mi chiamo Igor... Non ricordo niente. La prego mi aiuti. Ho un'amnesia, non ricordo niente. A stento ricordo il mio nome!» Accenna in uno stato confusionale.
Guardo il ragazzo con più attenzione: ha i capelli neri corti davanti, e lunghi dietro, occhi azzurri. "Questo ragazzo ha perso la memoria, si chiama Igor... Che strana coincidenza.... È impossibile dimenticarmi dei suoi occhi, non posso sbagliarmi. È lui... Igor ti ho trovato! Che gioia, sei vivo!"

Il ragazzo arrossisce, poiché gli accarezzo il viso: «Ascoltami adesso va tutto bene, non aver paura. Ti puoi fidare di me. Sono un'amica, mi chiamo Aleska». Dico con un sorriso.

IGOR

Guardo il gattino che mi osserva curioso tra le mie braccia, guardo Aleska sorrido: «Piacere». Aleska mi invitò a salire in auto; mi accomodo sul sedile passeggero, accanto a Aleska che guida. "Aleska... Questo nome mi è familiare... Che dolore". Percepisco delle emicranie fastidiose; mentre davanti ai miei occhi si palesano dei flashback in cui vedo me stesso su un divano e Aleska che mi bacia. A quei ricordi arrossisco, nell'abitacolo c'è un silenzio assoluto, che viene interrotto da Aleska: «Eccoci arrivati, puoi scendere. Che carino il gattino.»

IGOR

Sosta l'auto, io scendo, seguito da Aleska, che apre la porta di casa: «Casa dolce casa!» Esclama con un sorriso.

Mi guardo intorno spaesato: "Mi sembra di esserci già stato qui... Non ricordo, ma sono certo di conoscere questa ragazza. Aleska... Dove l'ho vista? Maledizione, non ricordo!"Sono confuso.

La giovane con un sorriso prende del latte lo versa in una ciotola: «Tieni è per il tuo gattino, come si chiama?» porge la ciotola col latte sul pavimento, il gattino intanto si è svegliato, affamato si avvicina alla ciotola e beve il latte con appetito. Guardo il gattino ai miei piedi:

«Lui si chiama Tosik. È un mio amico. Lo salvai da una banda di prepotenti alla stazione Moskovsky. Lo maltrattavano, ma adesso è al sicuro con me! Sai ho vissuto per non so quanti giorni alla stazione, e prima di incontrarti ero un senzatetto».

ᴀɴᴏᴛʜᴇʀ ʟɪғᴇ #Completa (In Revisione)Where stories live. Discover now