★Capitolo 30 Il mistero Rivelato★

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IGOR

Mi inginocchio di fronte ai fiori deposti in segno del mio ricordo ci sono tanti bigliettini.

«Igor  un ragazzo dolce, che è diventato un angelo troppo presto, è volato in cielo. Mi mancherai tanto fratellino.» È firmato Maxim.  Appena letto quel biglietto, e vedo quei girasoli posti tra gli altri fiori sorrido in modo malinconico: "Max ti sei ricordato i miei fiori preferiti... Davvero ti mancherò?" Ho gli occhi lucidi, leggo anche il biglietto di Irina: «Igor, amore mio, mi manchi tanto, ho tanta voglia di stringerti a me, di baciarti, dei tuoi baci, le tue carezze. Mi manchi da impazzire. Ovunque tu sarai, spero che tornerai da noi un giorno...Ti amo. Tua Irina!» 

Scoppio a piangere mentre con gli occhi colmi di lacrime sussurro:

«Maxim, Irina, ci rivedremo un giorno, promesso», mi alzo in piedi, e con tristezza guardo Aleska sorrido: «Sono pronto a ricordare cosa accadde quella sera!» Dichiaro con fermezza. Tosik gironzola intorno a me, io sorrido, ma il mio sorriso si spegne poiché ho una visione, nel quale vedo me stesso disteso sulla neve, e un uomo dai capelli argentei occhi rossi e ali nere che sopra di me, mi teneva fermo per i polsi, mentre mi mordeva al collo e si nutriva del mio sangue. 

A quella visione, indietreggio impaurito, con lo sguardo fisso su un punto del prato, in preda al panico sussurro: «Ricordo tutto ciò che accadde quella sera, un Demone della Setta delle Tenebre mi ingannò servendosi delle sembianze di mio fratello, mi condusse in auto e mi portò qui... Dove cercò di consumare un rapporto intimo… Mi dimenavo come un pazzo, urlavo e cercavo di difendermi, ero ferito gravemente, mi aveva pugnalato, e infilzato coi suoi artigli mentre sentivo che le forze mi abbandonavano il Demone sopra di me rideva, mentre mi baciava, mi azzannò al collo e si nutrì del mio sangue. Mi lasciò lì al gelo, solo in mezzo alla boscaglia di notte.... Pensai a Maxim, a Irina e anche te, Aleska, mentre morivo lentamente, volevo tanto vedervi, vivere una vita felice… Chiusi gli occhi, e il mio cuore si fermò e morì qui, tutto solo al gelo. Era tutto buio, quando mi risvegliai. La cosa strana era che ero vivo, mi trovai solo nella boscaglia, mentre era in atto una tempesta di neve, cercai di uscire dalla boscaglia, mi imbattei in un demone calvo e occhi rossi. Mi guardava e con un ghigno: «Tu ragazzo ma com'è possibile? Il mio Capo ti aveva Vampirizzato, dovresti essere un Vampiro. Comunque adesso verrai con me», mi guardò con gli occhi sbarrati dallo stupore. Lo guardai negli occhi, e con un sorriso sprezzante: «Non so perché non sono un Vampiro. Dovrei esserlo, visto che sono stato morso da uno di loro... Ah! Comunque chiunque tu sia, non verrò mai con te!» Dissi con una calma che mi fece gelare il sangue nelle vene, perché ero impassibile di fronte a quel demone? Lui mi guardò per un attimo, e scattò verso di me per aggredirmi. La cosa strana che accadde è che per difendermi da lui d'istinto mi trovai a impugnare una spada dalla lama scintillante, dal colore rosso fuoco. Con la quale uccisi il demone che crollò sulla neve privo di vita. Ricordo che avevo la vista annebbiata, sentivo il battito del cuore pulsare come un martello nel petto, l'adrenalina mi diede la forza di fuggire dalla boscaglia, era notte fonda quando giunsi in città, faceva così freddo il vento gelido mi sferzava il viso, e mi toglieva il respiro. Ero quasi giunto a casa da Irina e Maxim, quando crollai in ginocchio esausto, non c'era nessuno in strada, nessuno che potesse aiutarmi. Ero solo e non avevo più la forza di proseguire oltre. 

Mi lasciai scivolare con la schiena alla parete di un ristorante che era chiuso. 

Strofinai le mani per riscaldare, quando a un tratto vidi un'auto che si fermò a poca distanza da me. 

Lo sportello si aprì, c'era colui che mi uccise... Il demone dagli occhi rossi, e i capelli argentei era lì di fronte a me.
Mi tese la mano, potei vederlo in volto, aveva una benda nera sull'occhio destro. Mi sorrise:
«Ehi! Ragazzino, che ci fai qui tutto solo? Vieni con me. Vuoi un passaggio? Non aver paura non ti farò del male!» Aveva uno sguardo perverso. 
Rifiutai il suo aiuto. 
Corsi a perdifiato, senza meta, solo con l'unico scopo di allontanarmi il più possibile dal mio assassino. 

Corsi per molto tempo, stremato mi fermai. Mi trovai di fronte alla stazione Leningradsky. Non sapevo come ci fossi arrivato, quante miglia avevo percorso, non lo so, so solo che ero libero al sicuro.
Entrai nella stazione e sfinito mi addormentai su un giaciglio al coperto dal freddo della notte.

E così il mattino seguente il mio istinto mi portò a cercare Irina, percepivo che era a San Pietroburgo. Non ricordavo nemmeno il suo nome, né quello di mio fratello, ma di una cosa ero certo, dovevo ritrovarli. Anche tu eri nei miei pensieri, Aleska, avevo perso la memoria, ma sentivo che qualcosa mi legava a voi. E così decisi di raggiungere San Pietroburgo con la speranza di localizzare Irina. E di poter in un qualche modo recuperare i ricordi della mia vita precedente.»

ALESKA 

Mentre Igor mi racconta tutto, non riesco a trattenere le lacrime: «È stato orribile, non so che cosa dire». 
Il ragazzo mi guarda con tristezza, abbassa lo sguardo: «Aleska mi chiedo perché sono tornato in vita? Cos'è stato a riportarmi indietro? È assurdo! Ero morto, com'è che sono vivo? E poi perché non mi sono trasformato in Vampiro?» chiede in tono ansioso.

Io lo guardo negli occhi, e con un sorriso: «Semplice Igor! Se ci rifletti bene, troverai la risposta alle tue domande. Tu sei molto speciale caro mio!» 

Il giovane mi guarda confuso:
«Che significa? Scusa  puoi spiegarti meglio? Parla chiaro senza se e senza ma. Che cosa mi rende speciale? Cosa sono io? Ti prego! Se tu lo sai.... Dimmelo!» Chiese in tono supplichevole.

Lo guardo negli occhi, il mio sorriso è dolce e con un tono di malizia:
«Be' caro Igor... Se vuoi sapere cosa sei te lo dirò... Tu sei un angelo. Sei tornato in vita perché è il processo della natura. Nella tua vita precedente eri sempre triste a causa di Maxim, poi la tua vita è stata stroncata in un modo orribile, un innocente ucciso senza un motivo dal Capo della Setta delle Tenebre. Sei tornato in vita sotto un altro aspetto, i capelli neri mentre prima erano rossi. Ti donano molto, sai? E sappi che un giorno prima o poi appariranno, bianche e grandi!» Esprimo con un sorriso dolce.

IGOR 

Spalanco gli occhi confuso: "Appariranno bianche e grandi? Che cosa sono bianche e grandi? Uffa! Aleska continua sempre con questi misteri.... Aspetta, ha detto che sono un angelo, anche Vladimir lo disse... Hm, sono bianche e grandi... Certo! Credo siano le ali, si riferisce alle ali d' angelo che appariranno dalla schiena!" 
«Ho capito, ti riferisci alle ali d' angelo giusto?»
Aleska sorride:«Sì, mi riferivo proprio a loro. Un giorno quando accetterai le tue origini vedrai il tuo vero aspetto. Come io ti vedo e sappi che sei bellissimo!» Accenna con un sorriso.
Io in imbarazzo mi gratto la nuca: «Ok... Ehm, allora adesso che facciamo?» Chiedo mentre prendo in braccio Tosik che non smette di farmi le fusa.
«Andremo a casa ovvio!»
Risollevato, salgo in auto con Aleska, e con Tosik in braccio, penso: "Sono un angelo... Le mie origini. È tutto così strano, sembra che sia tutto scritto nel mio destino. Chissà cosa mi riserverà il futuro!" Mentre osservo la Piazza Rossa e il Cremlino. Pochi minuti dopo giungiamo a casa.

ᴀɴᴏᴛʜᴇʀ ʟɪғᴇ #Completa (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora