Capitolo 38

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Guardo l’orologio, sono già le diciannove. Corro in bagno per darmi una sistemata ai capelli e al trucco. Meno male che Lila porta sempre con sé tutto l’occorrente per farsi bella per Tom.
- Jen sei pronta? Sam è qui fuori!
Caspita, non mi ero resa conto di essere stata così tanto tempo chiusa in bagno. Ok, ho passato la maggior parte del tempo a disperarmi per questo incontro. Non nego che sono a dir poco terrorizzata.
Ho seriamente paura di come Sam possa prendere la notizia ma allo stesso tempo muoio dalla voglia di vederlo. È passato troppo tempo da quando non è più mio ed io non sono più sua; chissà se è stato con altre donne mentre non era con me.
Non voglio pensarci. Questo pensiero mi distrugge perché io vivo solo per lui e ora per i nostri figli che non vedo l’ora di abbracciare e tenere stretti a me.
- Sì – rispondo agitata mentre prendo la mia borsa e mi incammino verso l’uscita seguita da Lila.
- Andrà tutto bene, coraggio amica mia - Lila cerca di rassicurarmi. Fino a un’ora e mezza fa stavo promettendo a Mandy che avrei parlato con Sam, ma mai avrei immaginato che lo avrei rivisto poco dopo.

Quando metto piede fuori dalla casa editrice, Sam mi sta aspettando in macchina. Ormai siamo a novembre e l’aria è quasi gelida: ciò mi fa pensare che il prossimo mese sarà Natale. Questo sarà per tutti noi il primo senza Morgan e a me viene un magone allo stomaco. Salgo in auto e il mio cuore batte all’impazzata.
- Ciao… - dico solo. Alzando lo sguardo su di lui.
Restiamo immobili a fissarci per un attimo che sembra un’eternità. Quanto mi sono mancati i suoi occhi. Sono bellissimi, forse un po’ spenti e più tristi del solito ma pur sempre bellissimi.
- Ciao - dice lui finalmente. - Dove vorresti andare? - mi domanda mettendo in moto.
- Da nessuna parte in particolare Sam, ho solo bisogno di parlarti ed è importante.
- Ok… - prosegue fino a una strada buia e accosta. - Allora, cosa c’è di così urgente? – È pronto a prestarmi tutta la sua attenzione.
- Beh… ecco…io… - mi fissa intensamente negli occhi. Se continua a guardarmi cosi sicuramente non avrò la forza di dirgli niente.
- Tu cosa? - mi chiede fissandomi le labbra.
- Sono incinta. - Il suo sguardo passa da passionale a scioccato in un nano secondo.
- Sei cosa? - Sta quasi urlando per lo stupore e questa sua reazione mi spaventa non poco.
- Aspetto un figlio o meglio due. Sono incinta di due gemelli. - Guarda la mia pancia e solo adesso nota che è più tonda del solito.
- No, aspetta… frena. Sei incinta di due gemelli? - si tocca il petto come se a momenti potesse venirgli un infarto.
- Si, sono di circa tre mesi - gli dico con un filo di voce.
- Sei incinta di due gemelli da tre mesi e me lo dici soltanto adesso? – E’ furioso. Fantastico, siamo qui da appena un quarto d’ora e stiamo già discutendo.
- Sam non urlare – provo a dirgli calma.
- Non urlare? Jen come diavolo faccio a non urlare? Mi hai nascosto per tre mesi che eri in stato interessante e mi vieni a dire non urlare? - sta praticamente sbraitando, esattamente come l’ultima volta che l’ho visto.
- Ci eravamo lasciati ricordi? Mi avevi mandato al diavolo se non erro, quindi come facevo a dirti dei bambini? -  sento che sto per piangere. Non ora non voglio farmi vedere debole.
- Ma come è successo? Tu… tu non prendevi la pillola anticoncezionale? -  si tocca i capelli spaesato.
- Si, ma in vacanza ho preso l’antibiotico, ricordi? E parecchi antibiotici annullano l’effetto della pillola. Quindi sono rimasta incinta. - la mia voce si fa spezzata, non riesco quasi più a parlare. La sua reazione mi sta uccidendo dentro.
- Fantastico! Ma bene, brava. Scopri di essere in attesa e ti ricordi di dirmelo solo tre mesi dopo? Ma che bello! - esclama furioso alzando le mani al cielo come se stesse cercando un aiuto divino. - Dovevi dirmelo prima Jen, maledizione. Dovevi dirmelo prima. - mi urla contro ed io non ce la faccio più a sopportare una sola parola di quello che esce dalla sua bocca.
Era proprio questa la reazione che temevo, ma ho fatto una promessa a Mandy e l’ho mantenuta. Quindi sono apposto con la mia coscienza.- Ora basta, avevo promesso a tua madre che te l’avrei detto. L’ho fatto, perciò adesso scendo e me ne vado. - La mia rabbia esplode e non riesco più a controllare il tono della mia voce.
- Avevi promesso a mia madre che me lo avresti detto? Quindi mia madre lo sapeva? - adesso tra lo stupore e la rabbia vedo una lacrima rigargli il viso.
- Si. Ora lo sai quindi lasciami in pace. Me ne devo andare.
Apro la portiera e scendo dall’auto. Non sopporterei di vederlo piangere come il giorno del funerale di Morgan.
- No, tu non vai da nessuna parte. - anche lui scende dall’auto e mi segue.
- Lasciami in pace Sam! Ora sai dei bambini ma sappi che non ti chiederò niente. Io e i gemelli ce la caveremo, non vogliamo niente da te. Non voglio che ti senti costretto a qualcosa che non vuoi. -  gli dico continuando a camminare con lui alle calcagna.
- Jen ti rendi conto di che shock sia per me? Non ti vedo da tre lunghissimi mesi, mi sei mancata da morire e oggi mi vieni a dire che saremo genitori… Sono senza parole. - Il mio sogno era quello di sentirgli dire che desiderava questi figli tanto quanto me, ma non l’ha detto. Perciò è giusto che io me ne vada, sconfitta ma senza rimorsi e rimpianti, perché sento in cuor mio di aver fatto la cosa giusta.
Però adesso sono stanca. Moralmente distrutta e voglio soltanto tornare a casa mia.  Chiamo un taxi che si ferma all’istante ed entro alla velocità della luce.
- Ti prego Jen, non andare. Parliamo, non scappare. Ti supplico! - ferma lo sportello del mio taxi ma io lo chiudo strattonandolo.
- Parta, la prego. - dico rivolgendomi al tassista. Lui fa si col capo e avvia la macchina.
- Jen aspetta, Jeeeen… - lo sento urlare mentre il mio taxi si allontana e finalmente riprendo a respirare.

(Non) Odio quando mi chiami Principessa #Wattys2017. (COMPLETATA)Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz