Capitolo 5

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Sono sdraiata a pancia in giù in totale relax, quando vedo Sam venirsi a sdraiare accanto a me.
«Che bella giornata» dice sorridendo.
«Si, è vero. Grazie Sam per avermici portata» confermo mentre anche lui si mette a pancia in giù, fissandomi con i suoi meravigliosi occhi.
«Prego principessa, è un onore per me farti stare bene» sembra sincero e a me scappa un sorriso timido. Lui continua a fissarmi, il suo sguardo cambia e diventa intenso.
All'improvviso allunga una mano verso di me e mi accarezza una guancia. Come scottata da quel tocco mi alzo di scatto e lo sento sospirare, anche lui mi segue a ruota mettendosi a sedere. Si porta i capelli indietro con una mano, con fare nervoso.
Non sapendo cosa dire, mi limito a guardare il mare che è stupendo mentre brilla sotto il sole lucente.
«Credo che non ci sia cosa più bella» dice Sam, guardando anche lui verso l'immensità azzurra difronte a noi.
«E' vero» acconsento io, incantata da come il sole si rifletta sull'acqua.
«Ricordi Jen quante volte siamo venuti qui, con i nostri genitori?» Mi domanda serio.
«Si, bei tempi» ammetto. Rimpiango davvero quel periodo della mia vita, era tutto più facile. Soprattutto la mia amicizia con Sam era bella e limpida, non complicata e difficile come ora.
«Darei qualsiasi cosa per tornare indietro nel tempo» dice e sembra lontano, come se un pensiero profondo lo affliggesse.
«Anch'io vorrei tornare a quei tempi Sam, ma non si può. Si va avanti, si deve andare avanti» lui mi guarda pensieroso, così io aggiungo «purtroppo è così. Il tempo passa e le situazioni cambiano, così come anche le persone.» Non siamo più quelli di una volta, ora siamo adulti e molto più razionali. Anche se a volte, vorrei che potessimo tornare ad essere quelli spensierati di un tempo.
«Mi dispiace Jen, per tutto. Per averti trattata male alla festa, per averti baciata e abbandonata dieci anni fa e soprattutto per non essere stato presente nella tua vita in tutti questi anni.»
La sua ammissione, mi arriva come un fulmine dritto al cuore. Vorrei potergli dire che anch'io avrei voluto che ci fosse stato, ma non posso. Mettere a nudo la mia anima difronte a lui sarebbe letale per me. Sono rimasta ferita troppe volte.
«Non è colpa tua Sam, doveva andare così» cerco di sorridergli per alleggerire l'atmosfera intorno a noi che si sta facendo troppo pesante. Lui mi sorride di rimando, un sorriso apparentemente timido che in realtà nasconde qualcosa di profondo e sensuale.
«Sei bella da far male, Jen.»
Questa sua frase così inaspettata e sincera, mi destabilizza completamente. Incapace di dire una sola parola, mi alzo e mi ritrovo a correre verso il mare. Lo so, posso sembrare una pazza, ma non saprei cos'altro fare.
«Smettila di scappa Jen, ti prego!» Lui mi corre dietro e mi abbraccia, cogliendomi di sorpresa. Mi volto piano e mi ritrovo soltanto a un piccolo respiro da lui. L'atmosfera tra noi sta diventando elettrica, potente e ci attira come calamite. Avvicina il suo volto al mio e sospira come se stessa aspettando una mia mossa.
«Cosa stai facendo, Sam?» Gli chiedo con l'ansia nella voce.
«Voglia baciarti Jen, Dio solo sa quanto!»
«Non possiamo, Sam ti prego!» Mi stacco da lui e mi volto di spalle, cercando di calmarmi.
«Perché no? Ho aspettato troppo, dieci anni credo che bastino» sembra determinato ed io ho paura di cedere, ho paura che le cose tra noi possano complicarsi ulteriormente.
«Sam davvero, per favore. E' già tutto difficile, non peggioriamo le cose» il mio tono è preoccupato. Se lui dovesse baciarmi, so che cederei.
«Da quando ti ho rivista non c'è stato un solo momento in cui non abbia pensato alle tue labbra, ai tuoi occhi, a te.» Questo non è il Sam che io conosco, l'uomo che ama prendermi in giro. Questo Sam è intenso; disinibito e pericoloso. Così pericoloso da farmi quasi paura, mi fa voltare verso di lui facendomi ritrovare di nuovo a un soffio dalle sue labbra.
All'improvviso però, come un fulmine a ciel sereno, mi tornano in mente le sue parole di dieci anni prima "pensavo meglio". Oh mio Dio, no, non posso! Non posso fargli prendere ancora gioco di me, non voglio.
«No Sam, fermo!» Mi allontano da lui di scatto.
«Jen, io...» non gli faccio finire la frase che aggiungo «ti prego, portami a casa» mi copro il corpo con le braccia, come per proteggermi.
Lui mi fissa per un momento che sembra eterno e poi con un tono freddo dice «come vuoi.»

(Non) Odio quando mi chiami Principessa #Wattys2017. (COMPLETATA)Where stories live. Discover now