Capitolo 9

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Alle sette mi sveglio e mi alzo dal letto per prepararmi. Voglio andare a lavoro, sto molto meglio e non vedo il motivo per il quale dovrei assentarmi anche oggi.
- Dove vai? – Sam si sveglia subito dopo. Voleva dormire con me stanotte anche per assicurarsi che stamattina non andassi a lavoro. Ma dopo l’aspirina e la notte “movimentata” mi sento veramente rinvigorita.
- A lavoro, sto bene perciò torno a fare il mio dovere – sono decisa, né lui e neanche Lila potranno farmi cambiare idea.
- Non andare ti prego - mi sta praticamente supplicando.
- Devo proprio, Lila non può fare tutto il lavoro da sola. Devo già assentarmi domani per il nostro weekend, non me la sento di lasciarla in balia delle onde anche oggi – mi sentirei davvero in colpa se la lasciassi anche oggi sola a lavoro.
- Eh va bene. Allora visto che tu vai a lavoro, vorrà dire che ci andrò anch’io. Non è giusto però, volevo passare la giornata con te! - dice con voce afflitta.
- Staremo insieme domani e dopodomani te lo prometto, ma oggi devo andare a lavorare! - Non voglio sentire ragioni. Anche se abbiamo delle assistenti in gamba, la casa editrice è mia e voglio assicurarmi che tutto proceda nel migliore dei modi.
Sam si alza da letto e inizia a rivestirsi. Io corro in bagno per farmi una doccia veloce e quando ritorno in stanza, tolgo l’accappatoio davanti ai suoi occhi come se niente fosse, lasciandolo a bocca aperta.
- Mi spieghi come faccio ad andare a lavoro se ci sei tu, tutta nuda difronte a me? - fingo di ignorare la sua domanda. Apro l’armadio, prendo della classica biancheria intima nera e scelgo un top rosso e una gonna tubino a vita alta. Inizio a vestirmi, quando lui mi prende dai fianchi baciandomi il collo.
- Smettila subito, Sam! – lo rimprovero, perché so che se mi lascio abbindolare dalle sue abilità sessuali non uscirò più da questa stanza.
- Non voglio! - afferma deciso. Mi giro e lo bacio con passione, lo conduco verso il letto e lo spingo sul materasso. Così mi volto di spalle e scappo in cucina ridendo a crepapelle. Lasciandolo lì stordito, eccitato ma anche divertito.

- Buongiorno! - Lila ha preparato la colazione - Dov’è il nostro amico? - mi domanda già con un ghigno strano sul viso.
- Sono qui! Buongiorno – Sam mi guarda di traverso per lo scherzetto che gli ho appena fatto. Cosa avrei dovuto fare lasciarmi tentare da lui e rinunciare al mio lavoro? Neanche per sogno.
- Vedo che siete di buon umore stamattina - afferma Lila, alzando entrambe le sopracciglia.
Sappiamo benissimo dove vuole andare a parare. A stanotte. Meglio parlarne subito, almeno ci togliamo sto dente dolente, no?
- Lila, per quanto riguarda stanotte… - provo a dire io mentre Sam da un morso a del pane tostato.
- Tranquilla Jen, sono cose normali e sono felicissima per voi davvero. L’unica cosa, la prossima volta fatelo in silenzio. Perché odio sentire ansiti e gemiti altrui, a meno che non provengano da Tom. Intesi?
- Ok. - dico col viso completamente bordeaux. Che imbarazzo, fare questi discorsi davanti a Sam… credo che sto per sentirmi male.
- Non ho mai ascoltato una conversazione simile, fatevelo dire: voi due siete pazze! – lui scuote il capo quasi scioccato e restiamo tutti in silenzio per un attimo, per poi scoppiare in una fortissima risata.

Sam accompagna me e Lila a lavoro e se ne va. Ho diversi libri da esaminare, così inizio con il primo. Un romanzo rosa con un titolo davvero interessante: “(Non)odio quando mi chiami principessa”. Parla di una ragazza di nome Nadia, che si innamora di Marcus un giovane con il quale litiga spesso. Lui la chiama sempre principessa e lei finge di infastidirsi. Il libro è davvero divertente, i due protagonisti battibeccano spesso. Ma si amano talmente tanto che superano qualsiasi avversità della vita e riescono a stare insieme. Avendo così il lieto fine tanto agognato. Mi ricorda tanto me e Sam, soltanto che noi siamo reali. La nostra storia, non è un romanzo rosa. E se non viviamo non sapremo mai se anche noi avremo il nostro lieto fine.
Leggo il nome dell’autrice Kate Mars. Devo contattarla assolutamente, voglio pubblicare il suo libro. Prendo il manoscritto e vado nell’ufficio di Lila.
- Ehi bella, che succede? - chiede lei quando entro.
- Ho trovato un libro fantastico Lila, ti prego leggilo e dimmi cosa ne pensi. Voglio assolutamente pubblicarlo! – mi guarda stranita e poi sorride, non mi aveva mai vista così entusiasta.
- E di che parla? – cerco di raccontarle in parole povere la sinossi del libro
- Jen, sembrate tu e Sam questi due protagonisti! - Lila è scioccata tanto quanto me.
- Lo so, ed è questo il bello. Poi la lettura è scorrevole e divertente, mi piace tanto!
- Dai qua! – mi toglie il manoscritto di mano ed io batto le mani contenta. - Bene Jen, se ti piace così tanto farò in modo che venga assolutamente pubblicato! - afferma soddisfatta, difronte al mio entusiasmo.
- Grazie mille, lunedì vedrò di contattare questa Kate – dico, dandole un bacio sulla guancia.
Esco dall’ufficio di Lila, è quasi sera. Non sono riuscita a leggere altri libri perché ero troppo presa da questo. Torno nel mio ufficio a sistemare le ultime cose e sono felice perché domani mi aspetta un intero weekend con Sam.

Quando torniamo a casa, Lila mi domanda - Stasera ti vedi con Sam? – Sam prima mi ha mandato un messaggio dicendomi che stasera non ci saremmo potuti vedere perché aveva del lavoro da terminare per poter star poi libero i prossimi due giorni.
- No, ha del lavoro da fare e tu esci con Tom? - le chiedo.
- No, aveva una cena di lavoro. Ti andrebbe di andare a bere qualcosa?
- Certo. È da tanto che non passiamo un po’ di tempo fra ragazze! - dico felice, perché ho davvero tanta voglia di passare una serata con la mia migliore amica. Ultimamente capita sempre raramente, troppo prese dai ragazzi.
- D’accordo allora, andiamo a preparaci! -  Lila mi abbraccia, poi corre in bagno. - Prima io! - ecco lo sapevo, il suo abbraccio è come il bacio di Giuda. Buono solo per fregare.
- Non vale, ero distratta dal tuo abbraccio - le dico imbronciandomi.
- Non ti sento! - grida lei entrando in doccia.
Mi rassegno e vado in stanza, scelgo gli indumenti da indossare. Opto per un jeans bianco e un top fuxia con la scollatura a cuore e le ballerine rigorosamente bianche. Dopo dieci minuti quella stronzetta della mia migliore amica, esce dal bagno.
- Ho finito, mi ci voleva proprio una bella doccia rilassante.
- Ora posso andare io? - le chiedo chiudendo gli occhi a fessura, lei scoppiando a ridere dice – Prego, il bagno è tutto tuo.

Alle ventuno poco prima di uscire di casa mando un messaggio a Sam.
JEN: Che fai? Io sto uscendo a bere qualcosa con Lila.
Mi risponde dieci minuti dopo.
SAM: Sono a casa, sto lavorando al pc. Solo voi due?
Il suo tono è freddo, cosi freddo da ghiacciarmi il sangue.
JEN: Sì perché?
SAM: Non c’è quel Colin vero?
Scoppio a ridere. Ho capito. Il problema è la gelosia.
JEN: No scemo, siamo solo io e Lila. Lo sai che ormai sono devota a te.
È verissimo, non potrei più immaginarmi né con Colin, né con nessun’altro.
SAM: Brava bambina, Hai preparato la valigia per domani?
JEN: No, appena rientro la preparo. A che ora passi a prendermi?
SAM: Alle otto in punto sono da te.
JEN: Perfetto ☺
SAM: Dove andate di bello?
JEN: Al bar qui vicino, beviamo qualcosa e poi torniamo.
SAM: Appena ritorni chiamami perché voglio sentire la tua voce.
JEN: Ok, a dopo.
SAM: A dopo, principessa.
Vuole sentire la mia voce. Anch’io sto morendo dalla voglia di sentire la sua. Mi domando se sia peccato amare e desiderare così tanto una persona.
“Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente” diceva il grande Shakespeare nel mio libro preferito: Romeo e Giulietta. E aveva ragione. Sam è decisamente il mio peccato. Il peccato migliore del mondo.

(Non) Odio quando mi chiami Principessa #Wattys2017. (COMPLETATA)Where stories live. Discover now