Capitolo 23

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Siamo a Roma da ieri, manca solo un giorno al nostro rientro a casa. Dopo la febbre, grazie all'antibiotico mi sono ripresa alla grande e ho potuto continuare a godermi la vacanza a Verona.
Quando siamo andati via mi è scesa una lacrima soprattutto dopo aver salutato il nostro gruppo, ripromettendoci però che ci saremmo tenuti tutti quanti in contatto.
Non dimenticherò mai quella meravigliosa città, ha lasciato un segno dentro di me e sento che mi ha cambiata per sempre. Non so perché ma ho come la sensazione di non essere più la stessa.
Abbiamo visitato anche Firenze e Venezia ed ora siamo quasi giunti al termine di questo nostro meraviglioso viaggio, l'ultima tappa per l'appunto è Roma. La capitale tra le capitali, dove c'è racchiusa quasi tutta la storia del passato.
- Il Colosseo è immenso - Lila guarda il monumento più famoso al mondo con molto interesse.
- Hai ragione, è favoloso - dice Tom mentre io e Sam facciamo solo si col cenno del capo e ammiriamo questa meraviglia.
Proseguiamo i giri, dal vittoriano alla fontana di Trevi - Dicono che se lanci una monetina in questa fontana ed esprimi un desiderio si avvererà - sussurro nell'orecchio di Sam.
- Allora devo lanciarne una - si mette di spalle alla fontana, prende una moneta, chiude gli occhi e dopo poco la lancia.
- Ora devi assolutamente dirmi che cosa hai desiderato - lo guardo speranzosa, vorrei tanto che me lo dicesse.
- Mi spiace principessa non posso, altrimenti non si avvera - ecco lo sapevo che avrebbe detto così. Che noia!
- Non è giusto però - metto il broncio e lui mi dà un lieve bacio sulle labbra.
- Ehi Sam, hai espresso un desiderio? - Chiede Lila avvicinandosi a noi.
- Certo e tu?
- Ovvio, veramente ne ho espressi due - guarda Tom con aria sognante e lui sembra mangiarsela con gli occhi davanti a tutti . Un po' di contegno ragazzi. E che cavolo!
- Vi ricordo che ci siamo anche noi. Noi e una marea di gente! - Lei sembra non interessarsene e corre a baciare il suo amore con foga.
Guardando verso la fontana, mi rendo conto di quanto sia più piccola di come la immaginavo. Non so perché ho sempre pensato che fosse immensa, invece è di medie dimensioni. Però è bella, forse è la più bella fontana che abbia mai visto.

All'ora di pranzo mangiamo un panino al volo e chiacchieriamo - Sono triste, non posso credere che domani torniamo a casa - afferma afflitta Lila.
- Eh già, ma la cosa più triste è che dobbiamo tornare a lavorare - continuo io ancora più sconsolata di lei.
- Su ragazze, si sapeva che questo viaggio non poteva durare in eterno. Godiamoci quest'ultimo giorno e poi torniamo a casa nostra, in America - Sam cerca di rincuorarci, senza riuscirci molto.
- Tu il 18 hai l'udienza con Mojito, vero?
- Sì, è quella definitiva. Ho ricevuto attraverso svariate email prove che attestano ufficialmente la sua innocenza - dice lui soddisfatto.
- Bene, sono contenta. È l'assassino che deve marcire in galera non un innocente - sono estremamente orgogliosa del mio ragazzo.
- Giusto! - conviene con noi Tom e poi domanda - Che facciamo stasera?
- Non saprei proprio, che ne dite di andare a fare una passeggiata a Trastevere? - propongo io - Dicono che sia molto bello.
- Ottima idea e poi ci fermiamo a mangiare una pizza in qualche pizzeria - Sam ha sempre ottime idee. E poi quando si tratta di cibo lui è il numero uno. Davvero, ma come fa a mangiare così tanto e ad avere il fisico che ha?
- Grande! - Tom sembra davvero entusiasta del programma.
- Ragazzi sono le quindici ed io sono stanca che ne dite di chiamare un taxi e andare a riposare un po' in hotel? - Lila ha il viso stanco così come tutti noi. Questi ultimi giorni abbiamo riposato pochissimo.
- Sì certo, andiamo - dico, anche se non ho tanta voglia di dormire. È il nostro ultimo giorno e vorrei sfruttarlo al meglio.
Chiamiamo un taxi che ci conduce vicino al Vaticano dove abbiamo il nostro hotel. Molto bello anche questo con la moquette nera e tende color argento. Arrivati in stanza sbuffando mi butto sul letto.
- A che ora domani abbiamo il volo di ritorno? - mi domanda Sam ed io prendo i biglietti dalla borsa per guardare l'orario.
- Alle nove abbiamo l'aereo, perciò per le sette e trenta dobbiamo essere all'aeroporto - la mia voce è un filo, non voglio tornare alla vita di tutti i giorni sto troppo bene qui.
- Amore non fare così, torneremo in Italia te lo prometto. Ma per adesso lo sai, il dovere ci chiama - Sam e il suo senso del dovere.
- Sì hai ragione, ma un giorno ci voglio assolutamente tornare - Questa nazione è speciale e merita di essere visitata. In tutti i suoi colori, le sue culture, il cibo.

Un paio d'ora più tardi però, mentre sono in doccia sento Sam gridare. - Mamma cosa? Mamma, ti prego. Dimmi che stai scherzando! - Sembra agitato e questa sua ansia si ripercuote su di me, di corsa esco dal bagno. Mio Dio, cosa sta succedendo?
Lo guardo preoccupata ma lui sembra non notare nemmeno la mia presenza, troppo preso dalla conversazione con Mandy. - Mamma, sì corro. Prendo il primo volo disponibile - chiude la telefonata e prende di fretta la sua valigia. Mi avvicino a lui e gli stringo un braccio.
- Sam, che cosa è successo? Mi stai facendo preoccupare - gli dico cercando di stare calma, anche se calma non lo sono affatto.
- Devo andare Jen, mio padre ha avuto un incidente d'auto - Che cosa? Morgan? No!
- E come sta?
- Non lo so, è in terapia intensiva. Scusa ma devo proprio andare - dice lui continuando a mettere velocemente la sua roba in valigia.
- Certo, è giusto che tu vada e io verrò con te. Non ti lascio andare da solo - prendo anch'io la mia valigia e butto tutto dentro a caso, come mi capita.
- Avviso Lila e le dico che stiamo partendo - prendo il mio cellulare, compongo il numero della mia amica e la informo della situazione.
- Tranquilla Jen, andate. Mi raccomando, aggiornateci - dice lei mentre ci salutiamo telefonicamente ed io e Sam corriamo a prendere un taxi.

Il primo volo disponibile quando arriviamo in aeroporto è alle venti, ora sono le diciannove perciò facciamo in tempo a prenderlo.
- Vedrai che andrà tutto bene - dico a Sam che è agitatissimo.
- Sono troppe ore di volo, maledizione! - sembra sul punto di piangere e vederlo così mi fa soffrire.
- Tranquillo, domani mattina alle dieci saremo lì - non so davvero cosa fare per tranquillizzarlo. Vorrei che fossimo già negli Stati Uniti.
- Alle dieci dell'ora italiana, ma in America saranno le quattro del mattino - cerca di sorridere. Meno male, almeno sono riuscita a strappargli un piccolo sorriso.
- Hai ragione - bacio la sua guancia e lui prende la mia mano e la stringe.
- Ho paura Jen, ho sentito mia madre piangere. Non l'avevo mai sentita così. Sento che c'è qualcosa che non va - ha la voce spezzata ed io gli accarezzo la mano con le dita.
- Andrà tutto bene, tuo padre è una roccia - non sono sicura nemmeno io delle parole giuste da usare in questo momento. Ho come la sensazione che qualsiasi frase io dica, potrebbe essere inappropriata.
- Grazie di essere sempre qui, accanto a me - mi bacia le labbra ed io chiudo gli occhi per sentire il suo sapore in questo momento di dolore. Vorrei dare sollievo ad entrambi da tutta questa paura.
- Sarò sempre al tuo fianco - gli dico convinta, perché voglio che lui sappia che senza di lui sono persa.

Alle venti il nostro aereo è puntuale. Prima di salire Sam ha chiamato Mandy per avvisarla che stavamo partendo e che avremmo spento i telefoni.
- Non ce la faccio a tenere il cellulare spento per tutto questo tempo, voglio notizie di mio padre. Sono troppe ore. - La sua ansia è comprensibile. Vorrei poter fare qualcosa per lui ma non saprei proprio cosa.
Il viaggio è interminabile, Sam è agitato come non mai ed anch'io non vedo l'ora di arrivare.
- Scusi, gentilmente potremmo avere due camomilla? - chiedo all' hostess che nota visibilmente il nostro disagio.
- Ma certo. Va tutto bene? Il viaggio è di vostro gradimento? - ci domanda lei gentilmente.
- Sì certo, la ringrazio - abbiamo davvero bisogno di due camomilla per calmarci sperando che facciano effetto.
Sam continua a non parlare, ha la testa altrove e mi sto seriamente domandando come stia Morgan.
Durante il viaggio ci siamo appisolati pochissimo. Dopo che l'hostess ci ha portato le nostre camomille siamo riusciti a tranquillizzarci leggermente.
Ed ora finalmente l'aereo sta per atterrare. Qui in America è notte fonda ma non ci importa perché non appena mettiamo piede fuori dall'aeroporto prendiamo un taxi per l'ospedale.

💖CIAO RAGAZZI HO AGGIORNATO TANTISSIMO PER OGGI.
TORNATE A SEGUIRE JEN E SAM, NE VEDRETE DELLE BELLE💖E TRA JEN E SAM COME ANDRANNO LE COSE?

ORA INIZIA TUTTO A FARSI VERAMENTE INTERESSANTE. MORGAN MORIRÀ?

VI ASPETTO MARTEDI CIAO A TUTTIIII❤❤❤

(Non) Odio quando mi chiami Principessa #Wattys2017. (COMPLETATA)Where stories live. Discover now