- Al cuor non si comanda -

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CAPITOLO 46

Apro gli occhi e mi guardo intorno per qualche secondo, sono in camera mia e Jessica è appoggiata al mio petto. Dorme e sembra un angelo. Mi sposto facendo attenzione a non svegliarla, mi alzo e vado a farmi una doccia fredda e poi vado in cucina a preparare la colazione. Jessica adora i frutti di bosco, quindi le preparo i pancakes come piacciono a lei. Vorrei davvero renderle il meno possibile doloroso ciò che devo dirle perché sì, glielo dirò stamattina. Ho deciso che non voglio più fingere stando con lei, voglio essere libero, libero di poter scegliere e stando con lei non lo sono. So che non saranno dei pancakes a renderle meno traumatico ciò che le dirò ma io ci spero.
"Hei, buongiorno Arek" mi volto e Jessi è alle mie spalle con addosso una mia camicia bianca.
"Buongiorno Jessi, ti ho preparato i tuoi pancakes preferiti, siediti che mangiamo"
Annuisce e si siede.
Mangiamo in silenzio fino a quando lei non finisce la sua colazione e inizia a parlare.
"Grazie, sono stati davvero deliziosi"
"Di nulla, volevo solo che tu avessi un buon ricordo di me" le dico, per aprire il discorso.
"È così allora? Hai deciso?"
"Mi dispiace tanto Jessi ma non voglio più prenderti in giro"
"Mmh mmh. Torni da lei?"
Non so perché mi abbia fatto questa domanda ma trovare le parole per risponderle non è semplice per me.
"Io non lo so ancora"
"L'ho sempre saputo che l'ami ancora, sai? Tutte le volte che la vedevi, tipo alla festa di Dries, poi a casa eri diverso, facevamo l'amore davvero e io so bene che non era con me che lo stavi facendo, non sono stupida. O forse un po' si, perché mi piaceva lo stesso, anche se sapevo bene che non era me che amavi, anche se continuavi a dire 'Lil, Lil' durante il sonno.. poi ho trovato quella sorta di lista dei desideri, che ogni giorno diventava più lunga e quando ho letto tutte le cose che hai scritto di voler fare con lei, beh, allora mi sono convinta che non era giusto intrappolarti anche se io ti amavo lo stesso e ti amo ancora"
Ha gli occhi lucidi, quasi bagnati e mi parla con la voce rotta dall'emozione. Le prendo una mano e la stringo a me.
"Mi dispiace tanto Jessi, davvero. Non credevo che tu te ne fossi accorta, non volevo e non voglio più mancarti di rispetto. Ti chiedo scusa per tutto ciò che ho fatto cercando di convincermi ad amarti ma purtroppo al cuore non si comanda"
"Non devi chiedermi scusa, come hai detto tu al cuor non si comanda. Anzi io ti ringrazio, perché con te ho passato anni meravigliosi che non rinnegherò mai, ti porterò sempre nel mio cuore, Arkadiusz Milik"
"Anche io ti porterò sempre nel mio cuore e se avrai bisogno, di qualsiasi e dico qualsiasi cosa, chiamami, Jessica Ziołek, ok?"
"Certo" dice annuendo e tirando su col naso. Mi alzo e la raggiungo abbracciandola.
"Salutami tanto la tua famiglia"
"Anche tu la tua" mi stringe forte e inizia a piangere.
"Shhh, troverai qualcuno che ti merita e ti ama davvero Jessi, sei fantastica lo sai"
"Lo spero, davvero" dice staccandosi da me e asciugandosi il viso con un fazzoletto.
"Succederà"
"Quando tornerai non troverai più me e le mie cose, ora preparo le valigie"
"Non vado di fretta, prenditi i tuoi tempi"
"Voglio tornare a casa"
"Ti capisco"
Annuisce ancora una volta e si butta tra le mie braccia. Ci stringiamo forte, ci sussurriamo parole all'orecchio e poi ci baciamo. Un bacio che significa molto più di tutti i nostri baci, questo bacio significa 'Io ci sarò per te' e 'Sei parte di me'. È un addio per la nostra storia d'amore ma spero sia solo un arrivederci per me e lei.

**********

Anche agosto è finito. Il campionato è iniziato e anche le mie lezioni con Leandro proseguono. Con Arek le cose vanno sempre meglio, certo niente di che, però passo dopo passo lo vedo sempre più sciolto. Ho saputo, tramite Dries e Kat, che una decina di giorni fa ha lasciato Jessica che ora non vive più con lui. Questo deve pur significare qualcosa, no? Io spero di sì anche se non voglio crearmi false speranze.
"Prof come va?" Sono in aula relax, aspettando il caffè di Tommaso quando Pavo mi avvicina.
"Bene Leo, a te?"
"Bene, non mi lamento. Le volevo chiedere un favore, se era possibile"
"Prima di tutto dammi il tu, e poi dimmi"
"Ah ok, Lily. C'è un'amica della mia fidanzata che è russa e vorrebbe imparare l'italiano, tu potresti aiutarla?"
"Certamente, dammi il suo numero che ci accordiamo per le lezioni"
"Perfetto allora, eccolo" prende il suo cellulare, io il mio e mi segno il numero che lui mi detta.
Entrano in sala relax anche Arek, Piotr e Insigne.
"Oh guarda che se volevi il suo numero sta nel gruppo di Whatsapp" dice Insigne indicanoci.
Arek mi guarda ma poi si volta verso Piotr e parla con lui.
"Sta zitto Lorè" gli dico, prendo il mio caffè ed esco.
Proseguo la giornata lavorativa con Leandro e altri ragazzi delle giovanili.
Verso le cinque, sistemo dei faldoni e dei libri nell'aula studio, mi organizzo il lavoro per domani e quando sono quasi le sei, mi avvio verso il parcheggio.
"Ciao prof!" Anche i ragazzi stanno uscendo e mi salutano.
"Ciao ragazzi, a domani"
"A domani" ci sono tutti tranne Arek ed è strano perché anche Piotr è qui fuori. Bah.
"Professoressa, scusatemi per prima ma io stavo scherzando" Insigne mi avvicina e con una faccia dispiaciuta mi fa le sue scuse.
"Stai tranquillo Lore, non fa niente"
"Sicura prof?"
"Sicurissima"
"Va bene allora vado o Luigi mi fa tornare a casa a piedi" mi saluta e corre nell'auto del portiere partenopeo.
Salgo anche io nella mia auto, mi metto comoda, metto la cintura e metto in moto.
Una, due, tre volte ma niente, l'auto non parte. Ci riprovo ma non cambia nulla. Esco dall'auto e apro il cofano anteriore per vedere se c'è qualcosa che non va.
Guardo e riguardo ma non vedo nulla di anomalo anche se a dire la verità non ci capisco nulla. Ah se lo sapesse mio padre mi ucciderebbe! Chiudo il cofano sbattendo il portellone.
"Cazzo, ora solo questa ci voleva" prendo il cellulare e sto per digitare il numero di mio padre quando una voce mi interrompe.
"Serve una mano?" Alzo la testa e mi ritrovo Arek di fronte. "Ho visto che non ti parte la macchina, vuoi che ci provo io?"
So bene che se ci prova lui non cambia nulla e che dovrei chiamare mio padre ma voglio approfittare di questa sua gentilezza per passare del tempo con lui, così rimetto il cellulare in tasca e accetto il suo aiuto. Entriamo entrambi in auto e lui prova a metterla in moto ma niente. Ci prova più volte, inutilmente.
"Mi sa che devi lasciarla qui e magari domani fai venire tuo padre"
"Si credo anche io.. ora lo chiamo per farmi venire a prendere" prendo il cellulare ma Arek mette una mano sullo schermo come ad impedirmelo.
"Non ce n'è bisogno, ti accompagno io"
"No davvero, ti sei già disturbato abbastanza, chiamo mio padre" riprendo il cellulare ma lui stavolta me lo toglie direttamente da mano.
"Nessun disturbo anzi, mi fa piacere passare del tempo con te" mi dice e un sorriso enorme appare sul mio viso.
"Ok allora, se la metti così, accetto il passaggio"
"Bene, andiamo allora"
Entriamo nella sua auto e partiamo.
"Dove ti porto?" Mi chiede quando siamo sulla domitiana.
"Dalla nonna" dico.
"Ok, a proposito, come sta?"
"Molto meglio, è sempre sotto osservazione ma sta bene"
"Mi fa piacere, me la saluti" si gira verso di me e mi sorride.
"Non hai più l'apparecchio!" Dico quasi urlando e lui sorride di nuovo annuendo.
"Bello eh? Ora si che posso davvero sorridere" risponde.
"Il tuo sorriso era spettacolare anche prima ma ora è perfetto, mi fa piacere. Da quanto l'hai tolto?"
"Qualche giorno.."
"Ah ecco, per questo non me ne ero accorta"
"Non mi osservi abbastanza.."
"Stai scherzando, vero? Conosco ogni tua mossa ma nei weekend non posso farlo, o sembrerei davvero una stalker" rido ma poi mi chiedo se ho fatto bene a dire questa cosa, sembro una psicopatica.
"Impegnati di più allora" mi dice, parcheggiando sotto casa di mia nonna.
"Lo farò, certo. Ah e comunque per la situazione di prima con Pavo volevo spiegarti che.."
"Lil, non ce n'è bisogno, Lorenzo è un cretino.. e poi me ne ha già parlato Leo, tutto apposto" appoggia una mano alla mia e mi guarda.
"Sicuro?"
"Si" annuisce e mi lascia la mano riappoggiandola sul volante.
"Eccomi a casa.. grazie del passaggio, ci vediamo domani"
Scendo dall'auto e lo stesso fa lui, ci diamo due baci sulle guance e ci salutiamo.
"Arek!? Arek!? Sei tu, figliolo?" La nonna è affacciata al balcone e ci guarda.
"Nonna entra dentro per cortesia" le chiedo ma lei sembra non ascoltarmi neanche.
"Arek sali! Vieni a salutare questa debole nonnina!" Urla ancora lei.
"Arek, non darle ascolto. Ci vediamo domani?"
"Ehm.."
"Su sali! Che stai aspettando ragazzo? Devo scendere io a prenderti?"
"No certo che no! Salgo ma solo un minuto, giusto per salutarla"
"Va bene sali"
"Arek se non vuoi, non te la senti o cose simili, lascia stare, le spiego io.."
"No davvero, mi fa piacere.. per te è un problema?"
"No.."
"Bene, allora saliamo" mi dice aprendo il cancello del palazzo e facendo passare prima me.
Ho l'ansia. Ogni piano in ascensore che saliamo, l'ansia mi sale sempre di più. Non so se essere felice o incazzarmi con la nonna. Spero solo che non dica o faccia nulla di compromettente.

**********

Arriviamo sul pianerottolo e trovo la porta aperta, entro e mi trovo la nonna di fronte.
"Nonna!"
"Arek, figliolo" mi abbraccia e io ricambio abbassandomi alla sua altezza.
"Ti vedo proprio bene nonna, in forma"
"Puoi dirlo forte, sono in piena forma"
"Lo vedo"
"Anche tu sei messo bene eh" mi gira intorno e mi guarda tutto.
"Nonna! Smettila!" Lil si mette le mani sul viso e poi cerca di fermare la nonna.
"Dai non fa niente" le dico ridendo.
"Tesoro, ora posso dirlo. In fatto di uomini sei come me, più cresci più ti piacciono i migliori.. e Arek ne è la prova" dice facendo l'occhiolino.
"Ok, ora basta nonna. Arek deve andare e io ho da fare, quindi salutalo"
"Non ceni qui, Arek?"
"No!" Urla lei.
"Ha sentito.. devo andare e sua nipote ha da fare, ci vediamo qualche altra volta"
"Va bene, va bene come volete"
Lil mi avvicina e mi appoggia le mani sulle braccia.
"Devi scusarmi, sai come è fatta" dice leggermente imbarazzata.
"Scusarti di che? Mi ha fatto solo complimenti" le sorrido e appoggio una mano sulla sua. Restiamo così impalati per qualche secondo. Non diciamo nulla ma semplicemente ci guardiamo negli occhi.
"Tesoro, Lil! Vieni un attimo ad aiutarmi?"
"Scusa un attimo.."
"Si vai.."
Si allontana e raggiunge la nonna in cucina.
Mi guardo intorno e tutto mi sembra come l'ho lasciato più di sei mesi fa. Prendo una boccata d'aria e ricordo quando venivo qui ogni giorno. Mi manca questo posto, è come essere tornati a casa.
"Arek! Mi fai il piacere di prendere la mia borsa in camera mia?" Mi urla Lil.
"Sì certo" vado in camera sua e cerco la borsa, dopo qualche minuto la trovo sulla poltrona accanto al letto. La prendo e faccio per uscire ma solo ora mi accorgo di un particolare: la camera di Lil è piena di nostre foto, e quando dico piena, intendo stracolma. Sul comodino c'è quella fatta al mare l'anno scorso, ai muri almeno dieci diverse foto con nostre facce strane, sul comò una in cui ci baciamo e una in montagna. Resto a guardarle per non so quanto tempo e mi vengono in mente i momenti passati con lei. Poi vedo anche la lettera che gli scrissi prima di Natale, l'ha incorniciata e appesa al muro. Ricordo il momento che la vidi all'aeroporto, il mio cuore andava talmente veloce che ebbi paura di perderlo. Il suo sorriso mi riscaldò all'istante e abbracciarla fu la sensazione più bella che io ricordi.
"Arek, l'hai trovata?" Lil entra e mi trova a guardare una delle foto.
"Si, scusa eccola" cerco di riprendermi e di non farle vedere quanto mi abbia colpito tutto ciò.
"Non te la ricordavi così, vero?" Mi chiede appoggiandosi alla porta.
"No, proprio no.. ma mi piace più ora che prima"
Mi avvicino a lei piano, quasi a rallentatore.
"Anche a me" risponde lei e mi avvicino ancora.
Siamo vicini, talmente vicini che riesco a sentire il suo respiro affannato e il suo battito accellerato. Sento ogni vibrazione del suo corpo e del mio. Ho una voglia matta di baciarla, di avere di nuovo il suo sapore sulle labbra, e sulla pelle.
Ora siamo praticamente attaccati, appoggio la mia testa alla sua e lei chiude gli occhi per un istante, appoggiando poi le sue braccia intorno al mio collo.
"Non sai quanto mi manchi Lil" le sussurro, lei annuisce e a riapre gli occhi.
"Lo so bene, è lo stesso che sento io" mi dice trattenendo le lacrime.
Alza la testa e io abbasso la mia, i nostri nasi si toccano, i respiri si incrociano. Ci prendiamo tutto il tempo necessario, ci godiamo ogni istante. Le mie mani sono sui suoi fianchi, la stringo.
Ora le nostre labbra stanno per congiungersi, si sfiorano appena ed entrambi le schiudiamo.
Credo di non aver mai desiderato un bacio in vita mia come stavolta, come questo bacio.

************

I nostri respiri sono diventati uno, chiudiamo gli occhi e ci godiamo gli istanti prima di questo bacio. I brividi iniziano già ad accapponarmi la pelle e le sue mani sui miei fianchi mi avvicinano sempre di più al suo corpo caldo.
Le nostre bocche si toccano per un istante, poi si allontanano e poi sono di nuovo vicine. Io la apro leggermente e lui fa lo stesso. Ci avviciniamo lentamente, io sono spalle al muro e lui mi tiene stretta. Sento il suo respiro sempre più vicino, sempre più mescolato al mio.
Ecco, ci siamo. Finalmente le nostre labbra si toccano e sento il cuore sobbalzarmi in petto.
"Lilian!Arek! Dove siete?" La nonna apre la porta e Arek subito si allontana da me, passandosi una mano nei capelli.
"Eravamo qui nonna" le dice.
"Oddio.. si lo vedo, scusate vi lascio soli"
"Non ce n'è bisogno nonna, io devo andare.." Arek esce dalla mia camera e si avvia verso l'uscita.
Lo accompagno e so che anche lui come me è spaventato da ciò che stava per accadere.
"Ci vediamo domani" gli dico quando arriviamo all'ascensore.
"Certo, a domani" mi bacia una guancia e sparisce dietro la porta automatica.

L'ho capito al primo sguardo che eri l'errore giusto. || Arkadiusz Milik ||Where stories live. Discover now