- Piccoli passi -

595 31 13
                                    

CAPITOLO 30

Siamo all'inizio di Aprile, di già. I mesi stanno scorrendo veloci e la vita mi sta passando davanti come se non fosse mia. Abbiamo prenotato il ristorante per il matrimonio, indovinate? Mi sposo il 27 Luglio. Non volevo quella data perché mi ricorda ben altro ma era l'unica data disponibile altrimenti se ne riparla a ad ottobre e Luca non ha voluto, così ho acconsentito. Così come ho acconsentito al viaggio di nozze alle Maldive, che pure non volevo. Ma Luca ha insistito e non ho potuto fare altro.
Ora si è messo in testa un'altra cosa che però non ho intenzione di fare: vuole che da setttembre lasci il mio lavoro al Napoli e mi dedichi alla casa. Lui dice che è perché così lui è più felice e che non abbiamo bisogno di un altro stipendio, ma a me non interessa. Amo il mio lavoro e anche se con i ragazzi al Napoli i rapporti non sono più quelli di una volta gli voglio bene e so che prima o poi riusciremo a superare tutto. E poi dovrà pur arrivare qualcuno di nuovo, no?
Su questo non mi convincerà, non lascerò il mio lavoro, mai.
Ora sono a Castelvolturno e sono in sala relax aspettando il caffè di Tommaso. Con me ci sono anche tutti i ragazzi della squadra, compreso Arek. Per lui resto invisibile mentre gli altri ora almeno mi salutano.
"Capitano dagli questa tazzina alla professoressa la giù oi" sento dire a Tommaso verso Marek e mi alzo andandogli incontro.
"Tieni" mi dice.
"Grazie capitano" rispondo e mi giro per tornare al mio posto ma nella fretta e nel tentativo di sparire il più presto possibile vado a sbattere contro qualcuno, imbrattandolo di caffè.
"Oddio, scusa!" Dico e alzo la testa. È Arek.
E ti pareva, ma una gioia?
Intorno a noi c'è il silenzio totale, ci fissiamo per qualche secondo poi io faccio un passo verso di lui e tento di rimediare.
"Scusami, se provi a .." dico e gli tocco la maglia dove ha la macchia.
"Non mi toccare, faccio da solo" dice in modo rude e se ne va sbattendo la porta.
Mi allontano, sono al centro degli sguardi di tutti. Vado alla mia sedia e prendo la mia borsa per andarmene in aula.
"Stai attenta a dove metti i piedi la prossima volta.." mi dice Piotr, seguendo poi Arek fuori dalla stanza.
"Scusatemi, non volevo tutto questo" dico e vado via anche io.
Entro in aula e mi siedo, iniziando di nuovo a piangere.
Sono un disastro, un enorme disastro. Non ne faccio una buona, sbaglio tutto.
Sbagli su sbagli, ormai ogni cosa che faccio è un errore.
"Lilian.." qualcuno entra e si siede vicino a me. Sono Dries e Josè.
"Non voglio la pietà di nessuno.." dico, asciugandomi gli occhi.
"Josè te l'avevo detto dai andiamo.."
"No, stai qui Dries"
"Che volete?"
"Tu hai sbagliato, su questo non ci piove. E noi siamo amici di Arek, quindi staremo con lui, con te niente sarà come prima ma a nome della squadra vogliamo dirti che se hai bisogno di qualcosa, nel campo lavorativo, chiedicelo pure. Magari non ad Arek e Piotr.." spiega Josè.
"Grazie ragazzi.."
"Per me è uno sforzo enorme, Lilian. Per me hai sbagliato troppo e tu lo sai quanto sono legato ad Arek e quanto ero legato a voi..insomma, volevo essere il vostro testimone di nozze.."
"Dries, ti adoro.." dico ridendo tra le lacrime.
"Anche io Lilian, da sempre. Ma ora non mi chiedere di essere quello di sempre perché Arek è come un fratello per me"
"Lo so e non te lo chiederei mai"
"Bene, ora che abbiamo chiarito possiamo andare, Marko sta aspettando per iniziare la lezione, ha promesso di comportarsi bene con te"
"Grazie ancora ragazzi"
Escono loro ed entra Marko con in mano una tazzina di caffè.
"Salve prof"
"Ciao Marko"
"Questo è il mio segno di pace" dice e mi porge la tazzina "ma non buttarmelo addosso che ho appena fatto la doccia" sorride e abbassa lo sguardo.
"No, sto attenta, promesso. Grazie"
"Che studiamo oggi?"
"Oggi tocca agli avverbi"
"Non li abbiamo già fatti?"
"No quelli sono i verbi, Marko.."
"Ah si, giusto..ok allora iniziamo"
Cominciamo la lezione e stavolta, per la prima volta dopo mesi il clima è più disteso e c'è anche qualche sorriso. Dopo la solita ora vado via e torno a casa un po' più felice.
Mi sdraio sul mio letto e chiudo gli occhi. Non posso fare a meno di pensare al mio scontro con Arek, ai suoi occhi antracite, alla sua voce profonda. Un sorriso appare sul mio volto e non faccio nulla per cancellarlo, anzi continuo a pensarlo perché mi fa stare bene e non voglio rinunciarci.
Mentre mi rigiro sul letto mi viene un'idea, prendo il cellulare e chiamo un'amica per vederci in un bar. Mi rinfresco ed esco di casa, dopo neanche mezz'ora siamo già sedute a tavolino.
"Come stai?" Mi chiede Kat.
"Bene dai, sono alla presa con i preparativi e sono incasinata ma va bene"
"Quando vi sposate?"
"Il 27 luglio" dico rigirandomi il bicchiere tra le mani.
"Wow ma è vicinissimo!"
"Già..tu con quella cosa del bambino?"
"Ancora nulla, Dries dice che è perché non siamo tranquilli"
"Può essere.."
"Anche perché abbiamo fatto le analisi e non abbiamo problemi, il medico dice che dobbiamo avere pazienza"
"Dice bene.."
"Dimmi la verità, Lily. Mi hai fatta venire fino a qui per due chiacchiere, o c'è qualcos'altro?"
"No, che dici. Volevo vederti.."
"E chiedermi di Arek.."
Spalanco gli occhi e sbianco.
"No, che Arek.."
"Comunque anche se non sei qui per quello te lo dico lo stesso. Lui ora sta con Jessica, non sono fidanzati ma stanno insieme"
"Che significa?"
"Vivono insieme perché lei ha delle sfilate qui che la terranno a Napoli fino a fine luglio, stanno bene insieme ma vivono giorno per giorno, senza progetti futuri. Arek è rimasto scottato e non vuole rischiare.."
"Lui crede che io lo abbia rovinato ma Kat, credimi, a lungo andare mi ringrazierà. Jessica è il tipo di donna giusta per lui, non io" dico e abbasso lo sguardo.
Kat mi prende una mano e la stringe forte.
"L'amore se ne fotte di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, e il vostro era amore..è amore"
"Può essere ma non devo pensarci più"
"Scelte tue.."
Continuiamo a chiacchierare delle novità e delle solite cose per un' oretta, poi ognuna torna a casa propria.
"Non mi rompere il cazzo ti ho detto di no..ah sì? E dopo non farti più vedere da me, ci siamo intesi Niko? Per me muori se lo fai"
Appena metto piede in casa sento le urla di mia sorella a telefono, tanto per non cambiare.
Vado diretta in camera a cambiarmi per uscire a cena con Luca.
Passiamo la serata in una braceria al Vomero, mangiando bene e stando in compagnia di alcuni nostri amici. Verso la mezzanotte torno a casa e mi metto subito a letto, domani altra lunga giornata di lavoro.
La nonna mi sveglia con il suo caffè e nel giro di un'ora sono pronta per andare a Castelvolturno. Quando arrivo, noto che nel parcheggio ci sono alcuni dei ragazzi a chiacchierare tra di loro. Ci sono Piotr, Nikola, Arek e Jorgi. Decido di tirare dritto per non rischiare di infastidire Arek ma quando sono ormai distante da loro sento qualcuno chiamarmi.
"Lilian! Lilian aspetta che devo parlarti!"
Mi giro e vedo Nikola correre verso di me. Mi fermo e guardo il resto dei ragazzi e poi mi concentro su Nikola.
"Che succede Niko?"
"Hai parlato con Helly?"
"Ci parlo ogni giorno con Helly.."
"Sì certo ma io intendo..di qualcosa in particolare "
"No, niente di particolare"
"Bene, allora te lo dico io anche se lei non vuole"
"Una cosa veloce che devo iniziare la lezione con Marko"
"Si, beh..tua sorella ha fatto delle analisi e sono uscite fuori tutte sballate..a me non vuole dire che tipo di problema ha, forse con te ne parla.."
Lo ascolto bene e resto ammutolita. Mia sorella malata? A me sembra in ottima forma ma sicuramente devo parlarle.
"Grazie Niko, non me ne ero accorta e non ne sapevo nulla. Lei ora è a lavoro quindi appena finisco qui e lei torna a casa le parlo"
"Poi mi fai sapere?"
"Certo, tranquillo"
"Grazie mille" dice e mi abbraccia, sorprendendomi.
Mi allontano e vedo che Arek ci stava osservando da lontano poi non appena lo guardo distoglie il suo sguardo ed entra negli spogliatoi.
"Buongiorno Marko" dico entrando in aula.
"Ti devo ancora aspettare, prof?"
"Hai ragione, scusa sono stata trattenuta"
"Spero non da Arek perché un ritorno di fiamma non so se lo sopporteremmo" dice sorridendo.
Io mi sento in imbarazzo e mi siedo abbassando lo sguardo, lui allunga la mano e tocca la mia.
"Scusa, sono stato fuori luogo"
"Marko, dopo passa dal dottor De Nicola" dice una voce che conosco bene.
È Arek che si affaccia appena nell'aula e che fissa le nostre mani. Marko si allontana immediatamente e ha una faccia terrorizzata.
"Si va bene, grazie" fa in tempo a dire prima che Arek scompaia.
"Non ti preoccupare, non fraintenderà" dico a Marko che annuisce e torna a concentrarsi sui libri.
Alla fine della lezione con Marko ne faccio un'altra e poi mi avvio verso l'auto per tornare a casa. Sono quasi arrivata quando qualcuno mi tira per un braccio.
Mi volto e mi trovo Arek che mi punta i suoi occhi inferociti.
"Sta lontana da loro, mi sono spiegato?"
"Arek noi non stavamo facendo nulla"
"Non mi interessa. Solo sta lontana da loro" ripete scandendo bene l'ultima frase. Poi mi lascia il braccio, si volta e va via. Io resto ferma immobile in mezzo al parcheggio seguendolo con lo sguardo.
Mi manca. Mi manca più di quanto voglio ammettere a me stessa.

*************

Sono appena arrivato a Castelvolturno con Piotr e ci siamo messi a parlare con Nikola e Jorgi in parcheggio.
"Che dici, meglio BMW o Audi?" Ci chiede Jorgi facendoci vedere delle immagini dal suo cellulare.
"Io sono Audi, sempre" dico.
"Si ma anche la BMW non scherza.." dice Nikola che poi si distrae "scusate ragazzi ci vediamo dentro" continua allontanandosi. Ci giriamo a vedere dove va e lo vediamo raggiungere Lil.
Parlano, lui le stringe le braccia, sono vicinissimi e poi alla fine si abbracciano.
Non so cosa si siano detti ma il fatto che i miei amici possano avere questo tipo di rapporto con lei, che la toccano, la abbracciano mi fa incazzare di brutto.
Mi dà fastidio anche se non so precisamente il perché. Ho girato pagina, ormai mi sto riprendendo.
Sto con Jessica, stiamo bene e non chiedo altro. Lei sa che ora per me non è il momento di progetti a lungo termine e stronzate simili. Stiamo insieme fino a quando staremo bene, essendo onesti.
Entro dentro insieme agli altri e mi cambio per gli allenamenti.
"Arek, oggi mi accompagni dal barbiere?" Mi chiede Piotr mentre si allaccia gli scarpini.
"Certo Zielu, me li taglio anche io visto che ci sono"
"Ok, allora ci vediamo alle sei, passo da te"
"Va bene, va bene"
"Fai presto ti aspettiamo fuori" dicono gli altri andando verso i campetti.
Sono rimasto da solo e mi devo ancora infilare le scarpe. Quando ho quasi finito entra il dottor De Nicola.
"Arek sei da solo?"
"Si dottore"
"Mi puoi fare un piacere?"
"Certo"
"Ora che esci, passi per l'aula studio? C'è Marko, gli dici solo di passare da me non appena può"
"Va bene, non ci sono problemi"
Allaccio l'ultimo scarpino e andando verso i campetti passo dall'aula, mi affaccio un attimo e inizio a parlare.
"Marko, dopo passa dal dottor De Nicola" dico e sto per andarmene ma i miei occhi sono attirati da qualcosa. Le loro mani.
Le loro mani sono intrecciate, la mano destra di Marko è appoggiata a quella di Lil e non appena mi vedono si allontanano. Lil abbassa la testa mentre Marko mi guarda sbiancando.
"Si va bene, grazie" risponde e io vado via.
Sono ancora più incazzato di prima, questa storia mi sta facendo innervosire troppo.
Entro in campo e iniziamo l'allenamento. Cerco di sfogare così, allenandomi a ritmi altissimi, più alti del solito. Durante la partitella finale sto per tirare ma Marko mi toglie la palla e scatta via. Io lo rincorro e vado in scivolata sulle sue gambe, prendendolo in pieno.
"Ahia!" Urla lui, stramazzando al suolo.
"Oh Arek ma che ti prende?" Jorgi e Allan ci raggiungono e si accertano delle condizioni di Marko. Io mi alzo e vado da loro, li sposto e parlo con Marko.
"Scusa Marko, non volevo" dico ed è la verità.
"Ma sei impazzito per caso?" Jorgi mi rimprovera e ha ragione.
"Sto bene..non è niente" dice il croato e si alza con l'aiuto dei medici.
"Scusa davvero" ripeto.
"Tranquillo"
Vado sotto la doccia e ci resto almeno dieci minuti in più degli altri. Quando esco non c'è più nessuno. Mi vesto ed esco per prendere l'auto e tornarmene a casa.
Quando sono nel parcheggio, la vedo.
Vedo Lil camminare da sola verso la sua auto. Mi guardo intorno, siamo da soli.
La raggiungo e le afferro un braccio.
Una vibrazione mi scuote il corpo, partendo dalle punte delle dita fino alle viscere, è indescrivibile ciò che mi fa questa ragazza.
Lei si volta spaventata ma quando si accorge che sono io, si rilassa.
"Sta lontana da loro, mi sono spiegato?"
"Arek noi non stavamo facendo nulla"
"Non mi interessa. Solo sta lontana da loro"
Le lascio il braccio e mi allontano.
Entro in auto e vado via.
Ora mi sento meglio, dovevo farlo.

L'ho capito al primo sguardo che eri l'errore giusto. || Arkadiusz Milik ||Where stories live. Discover now