- Lui è la volta che non scappo -

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CAPITOLO 21

"Buonasera a tutti"
"Ciao Arek, buonasera, entra"
"Buonasera amore" gli dico baciandolo e prendendo la torta e il vino che ha nelle mani.
"Sempre a mani piene devi venire?" Gli chiede mia sorella sorridendo.
"Certo" risponde lui salutando anche tutti gli altri.
Questa è la prima volta che Arek cena da me con la mia famiglia al completo, è tipo una presentazione ufficiale. È la prima volta che lo vedo teso da quando lo conosco, non era teso al debutto al San Paolo, non era teso al debutto in Champions ma stasera lo è. Lo è ma allo stesso tempo è adorabile. Lo avvicino e lo stringo mentre gioca a FIFA con mio fratello.
"Sorella nessuna smanceria davanti a me per piacere, bleah" dice mio fratello guardandoci stomacato.
"Abituati nano" gli dico, prendendo la faccia di Arek e riempiendola di baci.
"Sai quanto ti amo ma ora lasciami giocare" mi dice lui.
"Non chiamarmi nano! Sono alto quasi quanto te..forse Arek può chiamarmi così visto che è davvero alto"
"Per me resti un nano" gli dico e poi rispondo ad Arek "ah è così? Preferisci la play a me, va bene" dico andandomene fingendo di essere offesa. Lui si alza e mi blocca alle spalle, mi stringe e mi bacia.
"Niente è più importante di te" mi dice con lo sguardo dispiaciuto.
"Eddai Arek! Vieni!" Mio fratello lo chiama e poi gli lancia un cuscino addosso.
"Meglio che vai a nasconderti nano!" Gli risponde lui e gli rilancia il cuscino.
Si buttano sul letto e iniziano a colpirsi coi cuscini facendomi scoppiare dal ridere. Arek ha più forza ma si vede che non la sta usando tutta.
"Dai! Prendimi.. Come on!" Gil urla e schiva i colpi di mio fratello.
"Ti faccio maleee!" Urla Josip e Arek ride divertito.
"Allora? Che sta succedendo qua? Su forza a mangiare" mio padre entra e sembra essersi innervosito.
"Si, arriviamo" dico io, lui annuisce torvo e va via.
"Che disastro ma perché non mi sto fermo? Già tuo padre mi odia, poi peggioro anche le cose"
"Jo perché non vai di là, noi arriviamo subito"
"Va bene, ma dopo voglio la rivincita a FIFA Arek"
"Sì certo" risponde lui scombinandogli i capelli biondi.
"Mio padre non ti odia, ti sbagli" gli dico sedendomi accanto a lui sul letto.
"A me sembra di sì"
"Ti sembra male..deve solo abituarsi, tutto qui"
"Si speriamo. Ci tengo a farmi accettare dalla tua famiglia"
"Ti amano tutti Arek e lo sai. Solo papà è un po' più restio ma è di carattere così, stai tranquillo"
"Va bene, ora andiamo di là che altrimenti passo pure per maleducato" mi dice sorridendo e mi bacia sulla bocca.
Ci sediamo a tavola e iniziamo a mangiare, mia madre insiste per dare doppia porzione ad Arek di praticamente tutto ma lui combatte per desistere.
"Altro pollo, Arek?"
"No grazie, devo fare attenzione a quanto mangio o non mi controllo più. Ma grazie davvero" risponde e io gli sorrido.
Chiacchieriamo tra di noi come se ci conoscessimo già da una vita e come se Arek fosse di famiglia già da anni. Mio padre invece no, lui mangia e guarda la TV, senza proferire parola.
"Allora, Signor Senese..la mia auto improvvisamente fa un rumore strano quando cambio le marce, gliela posso portare in officina?" Arek cerca di attirare la sua attenzione e lo vedo di nuovo teso, si tocca l'orecchio e si inumidisce le labbra. Io gli stringo la mano sulla gamba e gli sorrido per appoggiarlo mentre mio padre ancora non risponde.
"Certo, che auto è?" Dice dopo un po'.
"Una Audi Q5"

"Una Audi Q5"

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L'ho capito al primo sguardo che eri l'errore giusto. || Arkadiusz Milik ||Where stories live. Discover now