- Il passato non muore mai -

668 34 7
                                    

CAPITOLO 28

Sono passati venti giorni dal viaggio a Courmayeur e la mia vita è totalmente cambiata. Io e Luca abbiamo dato l'annuncio anche alla sua famiglia e stiamo già cercando casa, Luca vuole sposarsi il prima possibile, forse a Luglio. Io ho fissato diversi appuntamenti per la settimana prossima  in alcuni atelier per il vestito da sposa.
A lavoro le cose vanno bene, anche se il rapporto con i ragazzi non è più come prima, nemmeno con Dries e Josè. Marek mi ha estromessa dal gruppo whatsapp e ora a stento mi saluta e devo dire che lo merito, anche se loro non c'entrano nulla nella storia tra me e Arek.
Con Arek non ho più rapporti né lezioni ma me lo aspettavo.
Ora sono a Castelvolturno, attendo Marko per la lezione e Tommaso che ha le chiavi dell'aula.
Sono nel corridoio con i libri e i quaderni quando mi squilla il telefono. Non so come fare per prendere il cellulare perché ho le mani impegnate e mentre cerco di tirarlo dalla tasca laterale della borsa, mi cadono tutti i libri e i quaderni.
"Cazzarola!" Urlo e proprio in quel momento sento dei passi avvicinarsi a me "menomale, mi aiuti un attimo?" Dico senza neanche guardare chi è. Quando è a pochi passi da me, questa persona mi scansa senza degnarmi né di un aiuto né di una parola.
Solo una persona può trattarmi così, solo una. Alzo la testa e lo vedo, è lui. Arek si allontana da me senza neanche guardarmi. Cammina piano, non sembra neanche disturbato dalla mia presenza, ha le mani in tasca e addosso ha la tuta del club. Resto imbambolata a guardarlo fino a quando qualcuno non mi riporta alla realtà.
"Professorè, tutto apposto?"
"Si Tommaso, grazie" dico alzandomi e lui mi aiuta con qualche libro.
"Troppo studio fa male, l'ho sempre detto io"
"Hai ragione Tommy, come sempre"
"Ecco Marko, buona lezione ragazzi"
"Ciao Tommà, preparaci il caffè che oggi il mister vuole doppio lavoro"
"Vado guagliò, vado" dice e si allontana col suo modo di fare grottesco.
"Come mai vi fa lavorare il doppio?" Chiedo a Marko che si è appena seduto difronte a me smanettando col cellulare.
"Per la partita"
"Vabbè allora normale routine" dico sorridendo e lui alza la testa staccando gli occhi dal display.
"Iniziamo a studiare o sei qui per farti gli affari nostri?" Mi chiede.
Non me l'aspettavo, Marko fino ad ora era stato uno dei più gentili con me, ma ora era stato cattivo.
"No, iniziamo"
Appena abbiamo finito lui si alza e se ne va dicendomi solo 'ciao'. Mi si spezza il cuore a ricordare come eravamo un tempo ma so che è solo colpa mia.
Bevo un sorso d'acqua, raccolgo le mie cose e esco dal centro sportivo. Quando arrivo al parcheggio vedo che ci sono i ragazzi a scherzare e ridere prendendo di mira il povero Diawara che è il più piccolino del gruppo.
"Dai Ama, facci vedere come conquisteresti una ragazza" gli chiede Insigne e gli altri lo incoraggiano.
"Vai Ama, così ti correggiamo se sbagli"
"Ma lasciatemi stare che la ragazza ce l'ho già" risponde lui mostrando il dito medio a tutti.
"Il biberon glielo sai preparare? Perché se tu sei del '97, lei cosa è, una 2000?.. mi viene la pelle d'oca a pensarci" anche Tonelli continua a prenderlo in giro.
"È '97 come me e andate a fanculo"
"Vieni con me Ama, non li dar retta sti stronzi..vorrebbero avere la nostra giovinezza" ora è Arek che gli ha messo un braccio sulle spalle e lo porta via dal resto del gruppo. Si voltano insieme e mi trovano proprio difronte a loro. Mi blocco e fisso Arek negli occhi. Anche lui lo fa ma il suo sguardo è cupo e inespressivo come non l'avevo mai visto prima.
"Arè vieni di qua" urla Insigne, lui si volta e torna dai compagni.
Piotr va da Arek, gli dice qualcosa e i due scoppiano a ridere. Poi dicono la cosa al gruppo che fa lo stesso.
"Ma ci crede davvero?" Sento solo e decido di andarmene.
Mi sento ridicola ma mi mancano. Mi manca uscire qui fuori e scherzare con loro, mi mancano gli sfottò di Lollo e la risata di Dries. Mi manca il broncio di Josè e le parole dolci di Vlad. Mi mancano tutti ma più di tutti mi manca Arek. Vederlo così da lontano, così distante, così irraggiungibile mi fa venire un senso di nausea, come se stessi per buttarmi dal decimo piano di un palazzo. Mi gira la testa e nello stomaco ho un terremoto.
Scappo via e salgo in auto guidando veloce verso casa mia.
"Sono a casa!" Dico non appeno metto piede dentro.
"Amore, ben tornata" Luca mi accoglie con un bacio a stampo. Ha il grembiule da cuoco ed è ai fornelli con mia madre.
Devo dire che si sta impegnando tanto per far funzionare le cose tra di noi, certo è solo l'inizio ma apprezzo lo sforzo. Niente più weekend di lavoro, niente trasferte improvvise e solo orari normali da ufficio. Passiamo molto più tempo insieme e stiamo meglio.
"È pronto, sedetevi a tavola"
Ci sediamo e iniziamo a mangiare, mio padre ride e scherza con Luca mentre io chiacchiero con le altre donne di casa.
Dopo mangiato Luca va via e io resto in casa con mio fratello.
"Su un giornale hanno parlato di te" mi dice improvvisamente.
"Ah si? E che dicono?"
"Che hai lasciato Arek"
"Allora non mentono" rispondo abbassando la testa e torturandomi le mani.
"Se inizia a giocare male per colpa tua, non ti rivolgo più la parola"
"Oh bene, vedo che ami tua sorella.. e poi non succederà, lui è forte"
"Speriamo.. e tu come stai?"
"Bene, si sto bene"
"Io non ti vedo più ridere Lily..sei cambiata"
"Crescendo si cambia Jo, poi lo capirai"
"Se lo dici tu" dice e dopo avermi abbracciato va via dalla camera, lasciandomi sola con i miei pensieri.

L'ho capito al primo sguardo che eri l'errore giusto. || Arkadiusz Milik ||Where stories live. Discover now