- La testa dice basta, il cuore dice resta -

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CAPITOLO 38

Siamo già al mese di giugno. Il tempo sta volando e il giorno del mio matrimonio si avvicina sempre di più. Siamo appena tornati dal ristorante che abbiamo scelto per sposarci, avevamo l'ultima prova del menù. Ora siamo a casa nostra e sistemiamo le ultime cose che abbiamo acquistato nei giorni scorsi.
Il campionato è finito e quasi tutti i ragazzi sono partiti, tranne i polacchi. Già, Arek è ancora qui perché deve raggiungere la sua Nazionale under 21 per gli europei e parte domani, con Piotr e Igor.
Io e lui continuiamo a vederci di nascosto ma non molto spesso, tipo una volta a settimana. Cerchiamo di non ricaderci più, ogni volta diciamo che è l'ultima ma poi puntualmente ci rivediamo e non riusciamo a fermarci. Ma ciò che più mi fa riflettere non è che non riusciamo a non stare insieme, a letto intendo, no. C'è qualcosa di peggio, secondo me. Ogni volta che stiamo insieme non riesco a fare a meno di dirgli che lo amo. Glielo dico sempre, ogni volta che ne ho l'opportunità e solo Dio sa se vorrei poter non dirlo. Ma non ci riesco quando lo vedo mi viene come una ossessione, devo stare con lui e dirgli quanto amore nutro nei suoi confronti.
Lui non si sbilancia mai, non dice mai di ricambiare i miei sentimenti ma almeno ora non dice più di non amarmi, di stare solo facendo sesso o che non gli interessa se lo amo o no. Semplicemente non risponde e distoglie il suo sguardo dal mio.
Ora sto pensando ad una scusa per allontanarmi e andare da lui, visto che domani parte vorrei salutarlo per bene dato che abbiamo promesso che questa sarà l'ultima volta per noi, perché poi, quando ci rivedremo io sarò sposata e non voglio continuare questa relazione clandestina.
"Luca ma non dovevi accompagnare tua mamma dal dentista?"
"Si ma le ho detto di no per finire di sistemare qua"
"Sai che ti dico? Chiamala e dille che la accompagni tu, io sono stanca, ho bisogno di riposare"
"Ah va bene allora, ora la chiamo. Ti accompagno a casa tua?"
"Si grazie"
Prendo le mie cose e scendiamo in auto mentre lui avvisa la mamma.
Mi riporta a casa, dove sono da sola. Aspetto che vada via, poi mando un messaggio ad Arek.

'Sei a casa?'
'Si'
'Da solo?'
'C'è Piotr'
'Tra quanto va via?'
'Dorme da me e pure Igor'
'Volevo salutarti..'
'Tra dieci minuti passo io da te se sei sola'
'Si va bene, sto a casa mia non dalla nonna'
'Arrivo'

Poso il cellulare e mi siedo sul divano mentre lo aspetto. Dopo un quarto d'ora bussa alla mia porta.
"Hei eccoti" gli dico facendolo entrare rapidamente in casa.
"Ho fatto tardi?"
"No anzi, sei puntualissimo come sempre" gli rispondo avvicinandomi sempre di più a lui.
Mi appoggia le mani sui fianchi e mi tira a sé, appoggiando la sua testa alla mia, chiude gli occhi.
"Così questa è l'ultima volta.." dico pianissimo, sperando quasi che non mi senta.
"Deve esserla" risponde come se fosse una minaccia.
"Altrimenti?"
"Altrimenti nulla. Semplicemente non ci sarà una prossima volta"
"Mmm mmm" annuisco e alzo la testa facendo in modo che le nostre labbra si congiungano. Ci andiamo piano, come se volessimo che quest'ultima volta durasse in eterno. Mi stringe sempre di più i fianchi e inizia a baciarmi con più passione.
Mi sento come quando hai freddo e improvvisamente vedi un fuoco acceso, ti avvicini e resteresti lì a vita. Ecco Arek è il mio focolare. Arek è quel posto che raggiungerei anche a piedi, anche in capo al mondo.
Mi porta in camera mia e lentamente mi spoglia, guardandomi sempre dritta negli occhi. Io faccio lo stesso con lui, gli tolgo la t-shirt e i pantaloncini e lui si sdraia con me sul letto.
"Sicura che non viene nessuno?"
"Non prima di due ore" dico e lui ricomincia a baciarmi.
Quando si fa largo dentro di me, la mia testa si svuota e c'è solo lui, il suo profumo, il suo corpo stretto al mio. Siamo come l'acqua e la sabbia che una volta uniti non riescono a separarsi, siamo una sola cosa. I suoi brividi, i suoi respiri affannati mi coprono del tutto e non riesco a pensare ad altro se non che non voglio davvero che tutto questo finisca. Non sono pronta.
"Ti amo Arek, ti amo.." gli dico e lui come sempre distoglie lo sguardo e aumenta gli affondi, facendomi sussultare.
"Ti amo, più di prima e non smetterò mai di farlo..Kocham cię" gli ripeto quando si sdraia accanto a me, esausto.
"Basta Lil, sono stanco di sentirtelo dire. Basta così"
Lo guardo basita per qualche secondo senza dire nulla. È sdraiato accanto a me per la prima volta da quando ci vediamo di nuovo. Sembra sincero ma quando lo guardo negli occhi ha uno sguardo cupo e rabbuiato.
"È la verità Arek..ti amo"
"Ti ho sentita tutte le volte che me l'hai detto, Lil, tutte le maledette volte. Però poi torni da lui e non mi va di sentirtelo dire più perché so che non si trasformerà mai in nulla di reale, ed è giusto così"
Mi metto seduta in mezzo al letto cercando di trattenere le lacrime che però irrequiete sgorgano piano dai miei occhi.
"Io lo so che ci stiamo solo facendo del male ma Arek, io non riesco a rinunciare a te, non so come farò da oggi in poi, non lo so proprio.."
Alza la testa e mi guarda negli occhi incutendomi quasi timore.
"Vivrai la tua vita e io la mia. È così che deve andare e così andrà"
"Tu che farai?"
"Da domani penserò agli europei, poi andrò in vacanza con Jessica"
"Con Jessica?"
"Si, ho deciso di darci un'altra opportunità"
"Capisco" annuisco e abbasso la testa.
Ha ragione, deve continuare la sua vita, è giusto così.
Mi appoggio con la testa al suo petto e chiudo gli occhi quando lui appoggia la sua testa alla mia.
"Devo proprio andare ora" mi dice ma io non mi sposto, anzi, faccio ancora più peso sul suo petto e mi aggrappo a lui con le gambe e le braccia.
"Resta Arek, resta ancora un po' "
"Non posso Lil, devo andare" dice e mi sposta dal suo corpo.
Si mette la t-shirt e il pantaloncino con le scarpe e va via, lasciandomi in questo letto enorme e vuoto.

L'ho capito al primo sguardo che eri l'errore giusto. || Arkadiusz Milik ||Where stories live. Discover now