Capitolo 22 - Prima Parte

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Di notte, il deserto della Zalesia era freddo come una landa ghiacciata, un mare nero che si perdeva oltre l'orizzonte. Xanter si divertiva a giocare con le nuvole: grossi ciuffi di zucchero filato che si aprivano al suo passaggio.

«Tenente Roha, qui Lorent Grets» disse la voce al ricevitore.

Xanter rallentò. «Roha in ascolto» rispose.

Il tono di Grets non gli piaceva per niente. Dopo l'incidente aveva preso a comportarsi in modo autoritario, e Xanter non poteva più nemmeno ribattere come avrebbe voluto.

La sgridata del Colonnello Kyan sugli avvenimenti della prima prova con l'Aquila d'Acciaio si era spenta grazie all'intervento da parte del Generale Janus Zakin. Tuttavia, era stato obbligato a fare le sue più sentite scuse allo scienziato; compromesso che gli aveva fatto storcere il naso.

«Confermi il piano della missione, sta viaggiando oltre la velocità stabilita.»

Lui entrò nel successivo banco di nuvole. «D'accordo, scendo di quota e rallento.» Le ali diminuirono di grandezza e l'energia fuoriuscì con minore intensità. «Mi sto dirigendo verso l'obiettivo.»

A est, poche centinaia di metri più là, un grappolo di luci fece capolino all'orizzonte.

«Visore Termico» disse non appena fu abbastanza vicino al villaggio. La notte, osservata dall'elmo dell'Aquila d'Acciaio assunse tinte d'azzurro con una decina di piccoli punti rossi in prossimità del luogo di destinazione. «Dottor Grets, ho un aggiornamento» continuò. «Numerose unità sul posto, devo supporre siano ostili?» domandò. Non ricevette alcuna risposta. «Ripeto, rilevate unità in prossimità dell'obiettivo, devo ingaggiare?»

«Sì. L'obiettivo della missione è Hyngar Ulsan, nome in codice "Polvere". Il soggetto dev'essere terminato» disse un'altra voce. Non era quella di Grets. «Deve rispondere con le adeguate contromisure a chiunque la ostacoli. Si prepari alla battaglia. Noi stiamo mandando una squadra di terra per fornirle supporto.»

«Ricevuto.» Scese ancor di più e si nascose dietro una duna in prossimità del villaggio. «Esegui gli ordini...» disse a se stesso. Si chiese se lo zio Janus avesse davvero compreso le potenzialità di quell'esoscheletro. Si chiese anche se si fosse reso conto di quanto lui sapeva... quanto aveva ascoltato il giorno dell' ultima esercitazione.

Il Generale Janus Zakin era arrivato alla caserma due settimane prima. Aveva preso il comando delle operazioni e visionato le prestazioni dell'Aquila d'Acciaio. Il Primo Ministro giunse al distaccamento estero numero otto qualche giorno dopo, e il Generale in persona lo accolse all'interno del perimetro.

«Janus, voglio proprio scoprire per quale motivo mi hai fatto arrivare in questa terra di nessuno. Dovrei già essere di ritorno per Edel» sbottò. Sfilò i piccoli e rotondi occhiali da sole e si guardò intorno con il sopracciglio alzato.

«Vedrai, Carl! Alla fine della dimostrazione sarai tu stesso a chiedermi di quanti scudi io abbia bisogno» rispose Zakin. Lo accompagnò verso la l'ampia recinzione che aveva fatto predisporre il giorno precedente.

«Sai che lo sviluppo di nuovi armamenti è oggetto di scontro in consiglio. Ormai i miei oppositori spingono l'opinione pubblica a credere che ti stia gettando scudi a vagonate. Ho appena incontrato il Sultano di Zaal per contrattare il nuovo prezzo della Seorite per i prossimi anni.» Fece una smorfia. «Tsk... come se non avesse abbastanza oro.»

«Forza, non ci pensare. Posso assicurarti che tornerai a Edel molto più che soddisfatto.»

Zakin e Gizen si accomodarono in prima fila nel palco attrezzato sulla sabbia del deserto e gli ufficiali invitati rimasero in piedi per un lungo saluto al Generale e al Primo Ministro. Quest'ultimo ricambiò con un cenno della mano.

Crystallum Sogni PerdutiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora