Capitolo 16 - Prima Parte

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La testa gli scoppiava, una pesantezza che non accennava a diminuire, l'udito ovattato. Afferrò la sveglia con foga, dopo averla mancata in più occasioni. Irritato, schiacciò il tasto "arresta".

«Le tre del pomeriggio, devo finirla!» esclamò dandosi una sberla.

Saltò dal letto lasciando il lenzuolo sul pavimento, addosso solo i pantaloncini neri. Un fisico scolpito in anni di addestramenti. Le finestre oscurate della stanza divennero vetri trasparenti e osservò il panorama che offriva il quartiere centrale di Edel. Orghein e Croden lì a fissarlo.

Prese la divisa dall'armadio e indossò i pantaloni. Mandò giù per la gola un pugno di compresse dall'astuccio lasciato sul comodino e strinse i denti in una smorfia di disgusto. Xanter si voltò verso la mensola che ospitava i premi e i trofei ottenuti durante la giovinezza.

Afferrò camicia e giacca, abbandonando subito dopo dalla stanza. In bocca aveva ancora il retrogusto di una notte all'insegna dei festeggiamenti, la fine della sbornia non era mai stata piacevole come quel giorno. Nel corridoio lo raggiunse una dolce melodia suonata al piano. «Eh? Chi c'è in casa?» domandò ad alta voce. La musica cessò e una giovane donna sbucò dal salone e gli corse incontro. «Finalmente ti sei svegliato! L'Alto Comando sarà felicissimo di accoglierti in ritardo» disse lei in un tono a metà tra sarcasmo e stupore. Si avvicinò a Xanter e con garbo corresse le incertezze del suo abbigliamento. «Papà sarebbe molto fiero di te, ma devi dare un taglio a queste feste» suggerì guardandolo negli occhi.

«Anya, cosa vuoi? Non devi mai entrare a casa mia senza permesso» borbottò lui come a rimproverarla. Si fermò nel luminoso corridoio, davanti allo specchio per un ultimo ritocco alle pieghe della divisa. Anya aveva gli stessi occhi di Xanter e indossava una maglietta con lo stemma delle Ali di Edel, molto più larga della sua forma longilinea.

«Ti ho fatto chiamare dalla sicurezza, ma non hai risposto e mi hanno fatto passare» rispose lei. «Adesso vieni con me... metti qualcosa sotto i denti.» Lo prese per mano e lo trascinò fino alla cucina.

«Non sei autorizzata a fare a modo tuo» disse Xanter fingendo un'espressione contrariata. Anya gli fece una linguaccia e lo spinse dentro. Aprì la scatola sul tavolo e uscì fuori una torta ripiena di panna. Lei passò il dito sopra la decorazione, gustandola come se fosse ancora una bambina senza modi. Xanter ne approfittò tagliandone un pezzo.

«Non dovresti essere all'Accademia delle Scienze?» chiese lui facendo attenzione a non sporcare la divisa.

«Beh, ho dovuto prendere una vacanza forzata. Da quando hai vinto il Gran Premio, per me è diventato un posto invivibile.» Gli strizzò l'occhio. «Sono pur sempre la sorella del Campione!»

«Ma devi terminare ancora i tuoi studi!» Xanter le indicò un punto alle sue spalle. «Dentro una cesta lì in fondo ho visto dei biscotti alla menta, passameli per piacere» disse infine.

Lei si destreggiò tra la confusione della stanza e afferrò un delizioso cesto ornato con ghirlande e ripieno di dolciumi. Xanter aveva riempito l'intero appartamento con i regali inviati dai tifosi, in ogni angolo della casa vi erano bottiglie di vino, mazzi di fiori e cibo proveniente dalle diverse province di Kharzan.

Anya si sedette al tavolo, poi sbuffò scrollando la testa. «Io troverò una soluzione... piuttosto, sei tu l'uomo del momento... che intenzioni hai per il futuro? Se ne parla persino sui giornali... » fece lei con calma.

«Sono un soldato di Kharzan, non dimenticarlo. Devo servire la nazione» riprese lui in tono fiero.

«Sì, ma adesso è diverso, sei un eroe della patria e avrai la possibilità di stringere molte mani» controbatté Anya. «Mani importanti!»

Crystallum Sogni PerdutiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora