Capitolo 15 - Terza Parte

13.5K 698 192
                                    

Passò qualche ora e nell'attesa Camiel ricevette un controllo non richiesto da parte del curatore reale. L'hozmano pose una lieve resistenza, ma alla fine accettò rassegnato. Aran trattenne il respiro più volte durante la visita, tuttavia, sembrò quasi che il colpo subito non gli avesse arrecato alcun danno.

Quando tutto fu pronto per la partenza, Kallup si avvicinò. «Amico mio, quando ci rivedremo?» chiese.

«Purtroppo penso che il mio lungo viaggio sia al suo termine. Ma se un giorno passerai da Farendal, sarai il più gradito degli ospiti. Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per noi» rispose Camiel porgendogli la mano.

Kallup sorrise e quando andò via una fila di uomini del ducato lo seguì oltre il Goliath a guardia dell'ingresso.

Gli hozmani si divisero: due di loro affiancarono Camiel e i suoi compagni, mentre Iak e gli altri si allontanarono per la via principale di Amanastre in direzione delle mura.

«Viandante... guerriero... e tutto il resto!» ruggì Aran. «Non so nemmeno come chiamarti.» Incassò la testa tra le spalle, calciò un sasso. Camiel aveva mentito, anche se aveva i suoi motivi. No, anzi, non aveva mentito, ora gli era chiaro perché fosse stato così restio a raccontare la sua storia.

«Potevi dircelo che eri un pezzo grosso!» esclamò Elidana.

Camiel sospirò.

«I kharzaniani hanno fatto prigionieri i nostri genitori!» fece Fez. «Tu e gli altri hozmani potete darci una mano a scoprire dove sono.»

«No» tuonò Camiel. «È troppo pericoloso per voi.»

Aran si mise davanti a Fez, lo sguardo serio. «Aveva l'anello della mia famiglia. Mio padre si sarebbe fatto ammazzare piuttosto che lasciarselo sfilare dal dito.»

Fez scosse il capo più volte. «Sono vivi! Devono esserlo per forza, Aran!»

«Abbiamo altri problemi al momento. È brutale dirlo in questo modo, lo so. Ma è la pura verità» fece Camiel.

«I miei genitori! Quel maledetto sa dove si trovano!» sbottò Fez.

«Potrebbe essere una trappola» continuò l'hozmano.

Marmorel si strinse a Elidana.

«Calmiamoci, troveremo una soluzione. Camiel ha ragione» disse Aran.

«La situazione è molto complicata. Andremo a Laeth, è già stato deciso» continuò Camiel.

«Ehi, perché tanti misteri?» ringhiò Fez.

«Perché non andiamo a Farendal il prima possibile? Stai forse giocando con noi?» domandò Marmorel.

«No, ragazzi» rispose l'hozmano, si fermò in mezzo alla strada. «Adesso non ho intenzione di discutere. Abbiate solo fiducia.»

«E allora, a cosa dobbiamo credere? Alle storielle sulla nostra salvezza? No, mio caro! Stiamo perdendo il senno dietro le tue supposizioni!» tuonò Elidana rossa in volto.

Camiel spostò il peso da un piede all'altro. «Ritorniamo da Hyon. Lui saprà darvi le sue ragioni» concluse, mentre osservava i guerrieri di Meliro.

Uno stormo di uccelli si levò in volo, poi un altro. Il frullio delle ali e il gracchiare si lasciarono dietro un'aria pesante, un silenzio innaturale.

Un boato fece vibrare le finestre delle abitazioni del quartiere. Una trave scricchiolò, traballò e cadde a terra con uno schianto. A un passo da Fez ed Elidana.

La terra tremò.

Tremò così forte che la strada si strappò ai loro piedi. Un cilindro di energia si innalzò oltre i tetti delle case, perforando le nuvole che avevano coperto la città.

Crystallum Sogni PerdutiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora