Capitolo 14

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«Maestro, devo parlarle» fece Camiel, una volta scese le scale.

Hyon aveva messo sul fuoco un piccolo bollitore e lo guardava fumare. «Té?» domandò senza voltarsi. «Selezione amanastriana.»

«Grazie» rispose l'allievo. Prese posto e sistemò la spada sul tavolo di legno. «Si ricorda...» con un dito sfiorò le grazie dell'elsa, il contatto con quella superficie così familiare gli diede sicurezza, «...si ricorda quando mi disse che anche dietro ciò che sembra impossibile vi è sempre una spiegazione?»

«Beh, sì... eri ancora giovane e insicuro.»

«Non credo che a quel tempo l'abbia detto a cuor leggero.»

Hyon si voltò e andò a prendere dalla credenza un vaso ricolmo di biscotti. «Camiel, io non parlo mai a cuor leggero, dovresti saperlo» ribatté. «Cosa vuoi dirmi?» Socchiuse gli occhi e lo fissò.

«Poco tempo fa, ho percepito una grande quantità di Seorite nella provincia di Lud; la stessa che stanno cercando i kharzaniani» disse Camiel.

Hyon si sedette e le sopracciglia si unirono in un'unica, folta, spazzola.

Camiel abbassò il tono della voce e disse: «Era una quantità così imponente da svegliarmi durante la notte. Che sia chiaro, non stavo né meditando né tanto meno usavo la Voce dell'Anima.» Incrociò le braccia. «E il giorno dopo ho subito iniziato a indagare...»

Hyon gettò di sfuggita uno sguardo al bollitore. «Cosa hai trovato?»

«All'inizio nulla, ma durante l'attacco di Lud ho assistito a qualcosa di strano.» Portò una mano ad accarezzare il mento. «Ho incontrato un essere che di umano aveva ben poco, un essere capace di mettere in ginocchio le armature di Edel con un solo cenno della mano.» Camiel aggrottò la fronte, gli eventi dell'orfanotrofio gli scorrevano ancora davanti agli occhi.

Hyon giunse le mani davanti a sé. «Sarà stato un abile utilizzatore delle pietre.»

«No, maestro. Non avevo mai assistito a niente del genere. Era fatto di fumo e bagnato d'oscurità, i suoi occhi erano bianche fiamme scintillanti.» Si fermò a cercare nell'espressione del maestro una conferma: non era pazzo. «So che può sembrare folle, lo capisco. Ma prima di scomparire ha parlato del Sole e delle Stelle. E mi ha indicato l'esatta direzione per incontrare i ragazzi» continuò. «È Cora che stanno cercando i kharzaniani... ne sono sicuro. Credo che dietro tutta quella Seorite ci sia lui.»

Hyon assottigliò l'espressione nella penombra della stanza.

Il coperchio del bollitore saltellò, e spire di vapore si attorcigliarono nell'aria. «Il té...» disse Camiel.

Il maestro annuì e andò a prenderlo. Riempì due bicchieri dal fondo spesso e gettò al loro interno una manciata di foglie trinciate.

Camiel diede un sorso e ritornò sul vecchio. «Sembra che, per puro caso, quel ragazzo abbia fatto sua la capacità di rigenerare le pietre di Seorite.»

«Cos-» Il maestro si raggomitolò in una buffa postura, deglutì la bevanda calda, accennò un colpo di tosse e allungò l'orecchio. Camiel l'osservava granitico. «Glielo ripeto. Cora è capace di rigenerare la Seorite...»

Hyon ritrovò compostezza e inspirò a fondo, «Se non ti conoscessi direi che è una menzogna bella grossa.»

«Non mi permetterei mai di mentirle... posso provarlo.»

Il maestro trattenne una risatina. «Vuoi forse dire che riesce a emulare il Rito del Patto?»

«Ne sono quasi certo» Camiel rimase immobile, sotto l'esame di colui che rispettava come un padre. Sapeva che il vecchio attendeva una prova che fosse solo uno strano scherzo. Il maestro portò la mano al mento, e fissò il soffitto. «Sei consapevole che per me e per la mia gente questa affermazione è un'eresia?»

Crystallum Sogni PerdutiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora