Capitolo 15 - Prima Parte

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Il valletto inspirò fino a gonfiare il petto. «Siete al cospetto di Sua Maestà il Duca Valiante VI Stassor, Principe del sale e delle spezie, custode della montagna e signore della Città Libera e dei suoi domini, sovrano di Amanastre e della pianura.»

Duca, principe e tutto quanto, ma, per quanto fosse ricoperto di gioielli e tessuti raffinati, il regnante sembrò ad Aran un grazioso maialino rosa, dal triplo mento e la fronte abbondante.

Il porcello si spostò sul trono, alzò il collo e mosse le spalle, ma il grasso che circondava quel viso rimase al suo posto. Alla fine l'uomo crollò di nuovo in quello che aveva tutta l'aria di un tentativo malriuscito di darsi un tono. Abbozzò una risatina gutturale e prese a giocherellare con la catena d'oro al collo.

«Comandante Yazzan, accomodati e fai gli onori al mio posto» disse il Duca.

Aran sollevò un sopracciglio e si voltò verso Fez.

Kallup si inchinò, la mano destra sul cuore e il pugno sinistro lungo il fianco. «Sì, Vostra Maestà.»

«Quanta gioventù...» continuò il Duca. Strofinò le dita, come se stesse saggiando la morbidezza di un tessuto. «Ditemi, miei graditi ospiti, quali sono i vostri nomi?» Il ritmo affannato rubava solennità all'incontro.

Aran si sforzò di non mostrare alcuna emozione. I nervi saldi come le fondamenta di quella costruzione. Lo sguardo del Duca su di lui, in attesa di risposta.

«Aran, Maestà. Aran Allet di Lud, figlio di Ludvig Allet, consigliere della città e discendente di Gregor Allet, Primo Senatore della Repubblica di Lamia.» Non avrebbe sfigurato nemmeno di fronte ai titoli di un nobile, di questo ne era sicuro: non era un contadino né un semplice borghese... era un Allet. Nelle sue vene scorreva lo stesso sangue di chi aveva fondato una nazione. E in quel momento, il suo retaggio era l'unica arma che aveva a disposizione.

«Oh, è un onore averti come ospite nella mia città.» Diede un cenno del capo e passò oltre.

«Elidana, orfana di Lud.» Si accompagnò con un inchino accennato.

«Marmorel Olysser, figlia di Ariana Olysser e nipote di Odmund Olysser, consigliere della città di Lud.» Fece un piccolo passo e incrociò le gambe. Chinò il capo e piegò le ginocchia. Si rialzò dopo una breve pausa, in un unico movimento armonioso.

Il Duca si appoggiò allo schienale con un largo sorriso. «Che ragazza dai modi eleganti.» La voce simile a un grugnito. «E tu,» disse, il sorriso sempre più largo, «qual è il tuo nome, quali le tue ascendenze?»

«Fe-Fe... cioè, Farouk Shadid di Lud, figlio di Rahaman e Najat Shadid, di Lud.»

Lo sguardo del Duca si concentrò su di lui, fisso e tranquillo. Fez accennò un passo indietro, il volto sudato. Alla fine il sovrano di Amanastre invitò i ragazzi a prendere posto e si voltò verso Camiel. «Adesso, passiamo al nostro ospite più importante. Il guerriero che è fuggito dall'Impero hozmano, scatenando la più grande caccia all'uomo che si sia mai vista sul continente.»

Elidana spalancò gli occhi. «Eh?»

Aran tirò indietro la testa. «Che ha detto?»

Camiel avanzò e si inchinò ai piedi della scalinata. «Camae Til Elarin di Farendal, secondogenito di Tarhn Til Elarin. Erede al trono del Crepuscolo e legittimo possessore di Vento di Luce.» La voce risuonò per tutta la sala, sicura e decisa.

Era il solito Camiel? Aran vide in lui, per la prima volta, una regalità che nessun gioiello o corona avrebbero potuto conferire. Sussultò incredulo, mentre l'hozmano riponeva la pregiata spada sul primo gradino. Il sigillo che gli avevano imposto all'ingresso della città era scomparso. Una guardia abbozzò un passo verso di lui, doveva aver notato la mancanza. Kallup la fermò con un gesto della mano, e Camiel riprese la sua arma per ritornare al fianco dei ragazzi che continuavano a fissarlo.

Crystallum Sogni PerdutiWhere stories live. Discover now