«Non ci pensare nemmeno per un attimo, microcefalo in miniatura, la tua faccia sembra un quadro di Picasso e la giacca di zia Shiver è troppo bella e costosa per essere ricoperta di yogurt alla banana.» lo ammonì Jenna, provocando un'immediata risata dell'amica.

«Ma la zia Shiver ha un morbidissimo e profumatissimo fazzoletto proprio nella tasca della sua bella e costosa giacca.» sorrise in modo complice al bambino e, con fare volutamente plateale, tirò fuori il pacchettino azzurro dalla tasca. Prese a pulire il viso di Dylan con una delicatezza e un'accuratezza così maniacali da essere quasi inquietanti e Jenna si ritrovò ad alzare ironicamente gli occhi al cielo. «Parlando di microcefali, dov'è tuo marito?»

«Non è mio marito.» si affrettò a precisare la bionda, scuotendo la testa e spalancando leggermente gli occhi.

«Sul serio?» domandò Shiver, accompagnando il quesito con una breve risata. «Ancora non gli hai detto di sì?»

«Sappiamo benissimo entrambe che continua a chiedermelo solo per gioco.» sorrise Jenna, osservando con attenzione l'amica mentre prendeva in braccio suo figlio. «Ormai è diventata quasi una routine da quando l'ha urlato come un disperato subito dopo che sono uscita dalla sala parto. Ricordo ancora l'espressione di puro terrore che è comparsa sulla sua faccia quando si è reso conto di ciò che aveva appena detto.»

«Non ridevo così tanto da quando Calum si era messo il tuo vestito rosa, i tuoi tacchi e il tuo rossetto per aver perso la scommessa su me e Michael con Luke.» ricordò Shiver, lasciandosi andare ad una risata sincera e non rendendosi conto che la sua amica si era irrigidita alle sue spalle. «Ma non mi hai ancora detto lui dov'è.»

Jenna scelse di rimandare a più tardi ciò che stava per chiederle e si dipinse un sorriso sul volto, proprio mentre l'altra ragazza tornava a voltarsi verso di lei. «Sarà qui a minuti. Lui, Calum e Ashton hanno deciso di andare a bere qualcosa insieme prima di venire qui.» annuì lei, chiudendo la portiera della sua macchina e incamminandosi accanto all'amica, che ancora teneva tra le braccia suo figlio e continuava a mimare espressioni buffe per farlo ridere. «Che mi dici di Colton, invece? Come sta?»

«Lui e Samantha si sono trasferiti in Svizzera un paio di mesi fa. La loro relazione continua ad essere troppo complicata per il resto del genere umano, ma loro sono felici e io sono felice per loro. Lo sento praticamente ogni sera ed è entusiasta del suo nuovo lavoro.» Shiver sistemò meglio il piccolo Dylan tra le sue braccia e sorrise alla sua amica. «Mi ha detto di salutare te e Luke e di coccolare un po' la piccola peste anche da parte sua.» Jenna sorrise per l'ennesima volta. «Sai, sono felice che tu e lui siate rimasi amici, nonostante tutto.»

«Colton è una delle persone migliori che io conosca.» ammise sinceramente, continuando a camminare sul ciottolato del parcheggio e producendo un suono ticchettante con i suoi tacchi a spillo. «E sono felice anche io che siamo rimasti in buoni rapporti. Magari lo chiamerò su Skype una di queste sere, così potrà salutare questo mostriciattolo di persona.» proseguì, facendo il solletico a suo figlio e sorridendo con una tale gioia da coinvolgere Shiver ancora una volta.

«Ne sarebbe felice, credimi.»

La giornata si faceva più cupa ogni minuto che passava, ma a Shiver non dava fastidio. Si ritrovò addirittura a sorridere quando, passando davanti alla porta di quello che era il loro vecchio dormitorio, scorse la cara, vecchia pozzanghera in cui, durante il suo primo anno, aveva affondato il piede fino alla caviglia. La sua scarpa si era riempita d'acqua a tal punto che per tutta la mattinata aveva continuato a fare un buffo rumore acquitrinoso ad ogni passo che faceva.

Ricordava di essersi svegliata stranamente di buon umore quella mattina. Evento più unico che raro dopo la morte dei suoi genitori. E ricordava anche che ogni singolo evento di quella giornata aveva fatto sì che il suo umore cambiasse radicalmente nel giro di soltanto poche ore: la scarpa nella pozzanghera, il tizio dietro di lei che non aveva fatto altro che tirare calci alla sua sedia per l'intera ora di storia, il libro dimenticato in camera, l'ipod scarico e infine l'evidenziatore giallo finito. Tutto era andato storto fino a quando non era scivolata e il ragazzo dagli occhi verdi era arrivato a salvarla.

Shiver || Michael CliffordWhere stories live. Discover now