Capitolo 3-Una difficile scelta

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Esmeralda ci vede rosso e scattante come una tigre, prende la testa dell'uomo e la gira talmente forte da far sentire un terribile crack, dell'osso del collo.
Il soldato di Learco si accascia senza vita per terra senza emettere un suono.
<< Amor mio, stai bene? Cos'è successo?>>
La regina libera subito il ragazzo e lo stringe a sé in modo protettivo.
<< Mamma, mamma lasciami sto bene!>> esclama imbronciato ma senza staccarsi dall'abbraccio.
<< Raccontami subito cos'è accaduto! Ti hanno fatto male? >>
Il ragazzo scuote la testa.
<< A me no. Sono uscito dalla mia camera stanco di aspettarti, così sono andato fuori a cercare papà. Solo che l' ho trovato bendato nel giardino insieme a Theresa! Stavo correndo da te quando quel colosso mi ha catturato! Ma gli ho tirato un pugno in faccia sai!>>
Racconta facendo i pugni.
<<Adesso andiamo da tuo zio, gli diciamo cosa hai visto e poi andiamo a prendere tuo padre!>>
Il ragazzo, entusiasta che la madre non lo abbia sgridato per essere uscito dal castello senza il suo permesso, la segue al centro del ballo tenendola per mano.

Il re è circondato da molti nobili e sorseggia costosi vini con loro.
<< Vito, Vito!>>urla Esmeralda, ma le viene sbarrata la strada da un soldato.
<< Mia regina, il duca chiede la vostra presenza nella sala del consiglio.>>
Esmeralda gli pesta con il tacco il piede, infilzandoglielo e mentre quest'ultimo trattiene un grido di dolore, lei si toglie le scarpe e corre scalza dal marito.
David le lascia improvvisamente la mano e lei girandosi verso di lui viene colpita alla testa facendole perdere i sensi.
La confusione non richiama l'attenzione dei presenti, come se quest'ultima fossero completamente disinteressati a ciò che accade.

Vito si guarda attorno pensieroso; è passato troppo tempo da quando Esmeralda si è ritirata.
Un giovane di vent'anni gli si presenta davanti.
<< Buongiorno mio re! Sono felice di presentarmi! Sono Leonardo dei russo, una piccola famiglia nobiliare, sicuramente conoscerete mio nonno: Pietro il duro.>>
Al sovrano si illuminano gli occhi.
<< Ma certo che mi ricordo di voi! Solo che non pensavo di trovarvi qui a Ravenna.>>
Il ragazzo gli fa cenno di seguirlo in un luogo più appartato e il re, incuriosito, gli va dietro.
<< Scusatemi se vi ho portato qui ma ne io, ne mio nonno ci fidiamo di Learco. È un uomo subdolo e da quanto ne sappiamo, si stava preparando ad un vostro arrivo improvviso.>>
Improvvisamente Vito si sente sempre più a disagio e soprattutto teso per il fatto che Esmeralda tarda tanto a tornare.
<<Cosa intendi dire?>>
Il ragazzo prova ad aprir bocca ma resta pietrificato; rivolgendo lo sguardo alle spalle del re.
<< Amico mio! Ma dove vi siete cacciato? È tutta la sera che ti cerco!>>
Vito si volta verso Learco, interdetto dalle parole di Leonardo.
Cerca di ricomporsi e prova a mantenere la calma, anche se dentro di sé si sente sempre più in ansia.
<< Dove siete stato voi semmai! È tutta la sera che ti cerco! Mi hai lasciato in balia dei tuoi sudditi da solo.>>
Learco gli va incontro con un bicchiere di vino rosso mescolato a del sangue e con lo sguardo rivolto verso Leonardo, riduce gli occhi a due fessure.
<< Di cosa state parlando?>> chiede mentre l'aria si carica di tensione.
<< Nulla di che. Stavamo parlando della contea di Leonardo e mi raccontava di come si sentirebbe onorato di far parte del mio esercito>>
Il duca si rilassa leggermente.
<<Mi fa piacere che i giovani d'oggi ritengano di vitale importanza poter partecipare alla nostra sicurezza. A proposito, Learco, tuo nonno ti sta cercando, ti conviene andare da lui prima di avere un severo rimprovero.>>
Il ragazzo, bianco come un cencio dallo spavento, si inchina al re e si allontana velocemente, seguito dallo sguardo del duca.
<< È un bravo ragazzo Learco, solo un pò impacciato; adesso, mio re, andiamo nella mia sala del consiglio, devo parlarti in privato.>>
Vito segue titubante l'uomo fino ad una piccola scala stretta che si allontana di gran lunga dalla sala del consiglio che il re conosce.
<< Dove mi stai portando? Non mi ricordo queste scale.>>
Learco non gli risponde.
<< Mi vuoi rispondere? Dove siamo? Dov'è Esmeralda? E David?>>
Non termina tutte le domande che lo assillano che si ritrova in una stanza enorme al lato opposto si presenta un palcoscenico con un lungo tendone rosso che non gli permette di vedere cosa c'è dietro.
<< Accomodati, mio re! Ti ricordi cos'è questa stanza?>>
L'altro annuisce e prova ad avvicinarsi sempre di più al palcoscenico.
<< È un vecchio cinema. Non ne esistono più che io sappia. Mi ricordo che da piccoli venivamo spesso qui, anche se i tuoi genitori ce lo proibivano.>> risponde il re.
Learco lo ferma e gli indica una poltrona su cui accomodarsi.
<<Esatto! Qui non ho una cinepresa ma ho una stupenda struttura che può permetterci di godere uno stupendo spettacolo, diretto ovviamente da me.>>
Vito, pieno di ansia, non gli risponde e non capisce cosa sta succedendo.
Cosa c'entra tutta questa messa in scena con me? Pensa il re.
Il sipario si apre mostrando uno schermo scuro.
Un uomo si mette al centro di esso.
<< Da qui inizia la mia storia, c'era una volta un principe che amava tanto il suo popolo.>>
Dietro di lui appare un ragazzo dai bei modi con una corona fatta di cartapesta sul capo che sorride soddisfatto, davanti a cinque persone che s'inchinano davanti a lui donandogli cesti contenenti dei neonati piangenti.
La scena cambia subito, lasciando solo colui che presenta il re, con l'oratore.
<< Il principe diventa re e con il suo fedele amico combatte per i sani principi del suo regno contro i Perdenti.>>
Il disagio cala sul re. Questa scenetta mi piace sempre di meno.
Un altro attore si affianca a colui che presenta il re e insieme combattono contro degli uomini che presentano i Ribelli.
<< Ma un giorno il re cambia idea; si sposa, perché costretto, con una novizia, ingravidata del capo dei Ribelli e presto se ne innamora, dimenticando dei suoi principi e del suo migliore amico!>>
Presto la scena cambia. Il principe bacia una brutta donna; mentre l'amico si mette in un angolo con una faccia delusa.
<< La regina ha annebbiato la mente del principe, facendogli accettare il figlio nato da un incesto e ciò che ha fatto sanguinare maggiormente i cuori dei suoi sudditi, è stato l'accettare suo nipote! Colui che è al comando dei Ribelli!>>
Un ragazzo ricoperto di foglie si presenta davanti al re e si inchina davanti ad esso per poi abbracciarlo.
<< Ma è il tempo di far ragionare il re! Adesso dovrà scegliere per il suo popolo!>>
Vito non si accorge che il duca si è allontanato da lui e ben presto lo vede al centro del palcoscenico.
<< Amico mio ti è piaciuta la mia scenetta? È molto breve lo so.. ma adesso arriva la parte più divertente in cui potrai prendere il tuo posto da re! Avvicinati!>>
Il re si alza dal suo posto e contemporaneamente la gente, che poco prima si trovava nella sala da ballo, si siede sulle poltrone del teatro, incuriositi dal cambio di programma.
Learco respira a fondo, fiero di ciò che sta per accadere.
<< Signore e signori, Vittoriosi e miei amici, vi voglio dimostrare la forza del re nelle sue scelte e se ci potremo fidare di lui in futuro!>>
Il pubblico inizia a confabulare, mentre sul palcoscenico entra un pezzo di tronco messo a X su ciò è legata Esmeralda, ancora senza sensi.
<< Dovrete scegliere tra vostra moglie, una novizia e.. amata regina del nostro popolo.>> dice con sforzo amata.
<< O il tuo caro nipote, oltre che capo di quei sudici Ribelli! Se sceglierai Esmeralda potrà continuare a vivere e avere un solo figlio, il tuo! Invece se sceglierai di salvare il ribelle, lei morirà ma i Ribelli continueranno ad insinuarsi tra di noi e sul tuo governo! Ma avrai una moglie degna del tuo rango che ti farà odiare i Ribelli! A te la scelta!>> sorride soddisfatto.

La Regina e il Ribelle                        -Un Lungo ViaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora