Capitolo 44

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"Facciamo così, la casa la dividiamo in quattro zone; allora Mark tu ti occupi del giardino, Cotton te del salotto, Jackson piscina e io preparo la cucina con gli alcolici" dice Tiffany dopo che ho fatto entrare tutti in casa.

"Scusate ed io?" Chiedo io
"Tu puoi anche stare tranquilla, ci pensiamo noi, tu puoi andare a fare una passeggiata, dormire un po', andare dal parrucchiere quel che ti pare" dice Tiffany sorridente ed in modo dolce.

"Si piccola, ci occuperemo di tutto noi, però prima di are qualunque cosa posso parlarti in privato?" Chiede lui ed io annuisco mentre Tiffany da il via agli altri due

Io e Mark saliamo ai piani superiori e io mi siedo sul letto di camera mia e lui dopo aver chiuso la porta fa lo stesso, lo guardo mentre passa una mano lungo la mia treccia e sorrido quando mi stringe la guancia in modo scherzoso.

"Buon mesiversario" dice dandomi un bacio sulla guancia, sorrido per il gesto
"Anche a te" dico ridendo e poi lo vedo cercare qualcosa in tasca.

"Appena l'ho visto mi sono detta che doveva essere tuo" dice lui estraendo un cofanetto dalla giacca, lo guardo confusa, cosa cavolo è? Un anello?

"Io non ho niente" dico io in imbarazzo
"Non importa, per me avere te è già abbastanza" dice lui prima di posarmi nelle mani la scatolina nera.

Curiosa la apro e subito vedo un ciondolo, è molto luccicante ed è la mia iniziale, una piccola R brillantata, so che il gesto è dolcissimo però ho sempre odiato le persone che portano addosso oggetti con il proprio nome, cosa siamo cani? Abbiamo paura di dimenticarci il nostro nome?

"Allora ti piace?" Chiede lui notando il mio silenzio
"Lo adoro" dico io sorridendo e mentendo spudoratamente, ormai sono abituata a dire bugie ed essere falsa.

Lui estrae l'intera collanina e mi fa segno di spostare i capelli e girarmi, lo faccio e poco dopo sento il freddo metallo della corda avvolgersi attorno al mio collo, Mark la sigilla e dopo mi lascia un veloce bacio sul collo.

Quel breve contatto mi fa venire in mente quando la prima volta mi ha baciato il collo, ero emozionata perché Mark Tompson lo stava facendo, ma adesso non mi importa più, non sento più le gambe tremare quando lo guardo, non lo vedo più come un dio greco, solo come Mark.

"Hey piccola tutto bene?" Chiede lui sistemandomi i capelli in modo delicato, scaccio via i pensieri e sorrido
"Sì certo tutto bene" dico io e lui sorride
"Vado a preparare il giardino per la festa, sarà memorabile fidati" dice lui e dopo mi lascia un bacio sulle labbra e se ne va.

Sai quale cosa mi di più fastidio? È che lui è un bravo ragazzo e non mi merita per niente, lui è sempre dolce e carino con me, ed io come l'ho ripagato?tradendolo.

Sento i mobili giù di sotto che vengono spostati e corro giù di sotto, se rigano il parquet mia mamma mi strozza.

"Cotton, ferma, cosa fai?" Chiedo io vedendola spostare i vasi di mamma
"Li portò in una camera che chiuderemo a chiave, così nessuno potrà fari cadere" dice lei come se fosse ovvio, annuisco e la lascio fare.

Mi affaccio alla vetrata che da sul giardino e vedo i due ragazzi senza maglietta, uno che pulisce la piscina buttandoci a volte dentro alcuno gonfiabili e il mio ragazzo che invece sta raccogliendo i ramoscelli e applica alcune luci tra gli alberi.

"Non male, Mark Tompson rimarrà sempre il sogno proibito di tutte" dice Cotton guardando quello che sto guardando io
"Non essere gelosa eh, non sono interessata" dice lei dandomi un colpetto

"Già" dico io sorridendo
"A proposito dove è quel figo della madonna moro?" Chiede lei
"Jack?" Dico io incerta
"Certo, chi se no?" Ride lei
"Non verrà stasera" rispondo io abbassando lo sguardo
"Come no? Lui è il tuo migliore amico" dice lei ed è come se qualcuno stesse girando un coltello nella ferita.

"No Cotton, non lo è" dico io senza sentimento, come se uscissero le parole da un robot
"Peccato, eravate davvero una bella coppia, sempre a ridere e scherzare, per carità Mark è un amore ma Jack è da sposare" dice lei prima di ritornare al suo lavoro e lasciare me da sola con la voglia di sbattere la testa contro il muro.

"Rebecca" urla Tiff dalla cucina, mi affretto ad andare da lei e rimango stupita dal numero di bottiglie sparse su ogni ripiano libero.

"Vuoi mandare in coma etilico la scuola?" Chiedo io e lei ride
"No li voglio far divertire" dice lei soddisfatta ed io annuisco, poi lei mi prende per mano e mi conduce al piano superiore, in camera mia.

"È ora di prepararci" dice sorridente ed io annuisco svogliata, vado nell'armadio e cerco il vestito comprato ieri.

Dove cazzo è? Ero sicura di averlo messo qui, guardo più volte ma non lo trovo.

"È qui il tuo" dice Tiff sventolandolo con il braccio, rilascio un lungo sospiro, pensavo di aver perso trecento dollari di vestito.
"Aspetta, cerca delle scarpe nere" dice lei e io ritorno nell'armadio e mi metto in ginocchio arrivando alla scarpiera.

Sto per prendere le scarpe con il tacco nere lucide quando accanto a loro, tutto piegato e stropicciato c'è il mio cappello di panda.

"Mi stai prendendo per il culo?" Dice Jack con il mano il mio cappello da panda.

Sorrido al ricordo di un Jack schifato da questo adorabile cappello, lo stringo a me e Tiffany mi guarda male così lo ripongo con cura in una scatola e prendo le scarpe alzandomi.

Ci vestiamo tutte e tre mentre i ragazzi finiscono i preparativi, Cotton mi trucca in modo forse troppo esagerato ma non mi sta male, mentre Tiffany mi crea dei morbidi ricci in fondo ai capelli.

"Quella benda non è molto carina da vedere" dice Cotton notando la garza bianca sul mio braccio appena mi spoglio.
"Si lo so" dico io fredda
"Cosa ti sei fatta?" Chiede Tiffany curiosa
"Niente, incidente domestico" dico io restando sul vago, loro sembrano cascarci.

Mi infilo il vestito e le maniche nere velate rendono meno visibile l'enorme cerotto.

"Ragazze siete scopabili a livelli assurdi" dice Jackson quando scendiamo dalle scale, Tiffany ricambia con un sorriso ammiccante, Cotton non gli risponde proprio e io guardo Mark che invece sta guardando il cellulare e non ci ha notate.

"Tompson la tua ragazza è uno splendore che dici se la caghi?" Dice Cotton seccata

Lui alza gli occhi dal telefono e mi guarda, un sorriso ammiccante appare sul suo volto quando percorre con lo sguardo tutto il mio corpo soffermandosi un po troppo sulle mie gambe scoperte e facendomi sentire a disagio.

"Sei super sexy" dice lui avvicinandosi a me e baciandomi con più passione del solito, l'imbarazzo cresce dentro di me quando vedo gli altri intorno a me così decido di smettere con questa effusione pubblica.

Il campanello suona e Cotton si accende, ora sembra una bambina sotto effetto di zuccheri.

"Vado io" e con i tacchi alti quindici centimetri corre alla porta e apre sorridendo agli invitati.

Il ragazzo che è stato pagato per fare il Dj in pochissimo tempo monta le casse e le sue attrezzature e dopo un tempo brevissimo la musica a livelli inconcepibili si diffonde per tutta casa.

"Che la festa abbia inizio" grida Tiffany

How I Became The Popular GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora