Capitolo 4

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E un'altra schifosa mattinata scolastica è passata, sono solo al terzo giorno e già non ne posso più. Oggi è stato veramente noioso non ho visto né Cece ne jack, peccato perché con loro almeno mi sarei divertita.

Prendo il cellulare dalla tasca e scrivo un messaggio a Cece
-ti aspetto al parcheggio?-
La risposta come al solito non tarda ad arrivare visto che il cellulare è la sua appendice
-sono andata a casa con Kyle, ti racconto tutto poi-
Il messaggio non mi lascia più di tanto sorpresa, lei è sempre stata una ragazza con una fila di ragazzi alle sue spalle ed è da parecchie settimane che si sente con Kyle, un bravo ragazzo e anche molto carino.

"Ti hanno lasciata a piedi?" La voce di Jack mi fa alzare la testa dallo schermo del telefono, sorridente annuisco.
"Meglio così possiamo iniziare con il piano" dice lui sfregando le mani come il signor Burns dei Simpson.
"Faccio bene ad avere paura?" Dico io leggermente spaventata
"Fai molto bene, andiamo" con un gesto veloce mi prende per mano e mi trascina verso una macchina grigia quasi nuova.

Salgo in macchina e lui fa lo stesso accende velocemente e accende la radio
"Il tuo indirizzo?" Chiede lui distogliendo per mezzo secondo lo sguardo dalla strada
"Abito poco dopo la biblioteca" dico io facendola breve, lui annuisce e imbocca la strada giusta.

"Fammi capire, mi trasformerai in una zoccola?" Chiedo io temendo il peggio, lui scoppia in una risata
"Non ti dirò niente sarà una sorpresa" dice lui alzando il volume della radio che ora sta trasmettendo Lean On, canzone che odio ormai.

Lui canticchia per tutto il tragitto e non mi stupirei se le mie orecchie cominciassero a sanguinare.
"Parcheggia in quel vialetto" dico io indicando casa mia
"Oh cazzo, sei una riccona" dice lui a bocca aperta
"Già, prendo il the con Kim Kardashan a volte" dico sarcasticamente
"Davvero?" Chiede lui stupito, io scoppio a ridere e scuoto la testa esasperata per la sua stupidità.

Parcheggiamo e gli faccio strada verso il portone di casa mia, estraggo le chiavi dallo zaino e con la mia solita fatica apro il portone.
"Sono a casa" urlo io entrando, nessuna risposta.

Faccio entrare Jack e appoggiamo entrambi la cartella all'ingresso.
"Wow Bennet, hai veramente una casa da paura" dice lui guardandosi attorno, gli sorrido anche perché sembra un bambino con gli occhi così curiosi e stupiti.

Prima di potermi avviare al piano superiore sento dei passi avvicinarsi velocemente e come una mandria la mia intera famiglia si presenta davanti a me e al mio amico.

"Tesoro mi pareva di aver sentito una voce maschile e infatti avevo ragione" dice Sophia guardando sorridente il ragazzo
"Rebecca non ci presenti il tuo nuovo amico?" Chiede mia madre
"Mi scusi signora Bennet per la mia maleducazione, mi chiamo Jack e vado alla stessa scuola di Rebecca" dice lui gentilmente
"Oh Jack puoi chiamarmi Violet e questo è il padre di Rebecca William" dice indicando papà " e lei la nostra cara Sophia" dice indicando la vecchietta arzilla.
"Piacere" dice lui

"Okay quando avete finito le presentazioni io e Jack avremmo da fare" dico io annoiata da tutta questa cortesia
"Cosa dovete fare?" Chiede mio padre
"Principalmente sesso" dico io e sento Jack tossire

"Scusa cosa?" Chiede mia madre sconvolta
"Mamma scherzavo, dobbiamo fare un lavoro per arte" dico io roteando gli occhi e posso vedere con la coda dell'occhio Jack che si tortura le maniche della felpa nervoso.

Senza aspettare riposta tiro Jack per la maglietta e lui mi segue su per le scale mentre sento borbottare i miei genitori alle mie spalle, arriviamo alla mia camera e lascio entrare Jack per primo

"Volpetta lascia la porta aperta" sento mio padre urlare, chiudo la porta velocemente e spero che Jack non lo abbia sentito
"Volpetta?" Chiede lui divertito
"Mi chiama così da quando sono bambina non prendermi per il culo o ti meno" dico io aggressiva, lui alza le mani in segno di resa.

How I Became The Popular GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora