Capitolo 30

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NON SONO CAPACE.

Io ci provo ci riprovo, mi sforzo non mollo ma non ci riesco.

È due ore che sto facendo un'espressione logaritmica e niente, ogni volta mi escono numeri improbabili come radice di trecentododici, che cazzo.

Sbatto il quaderno ed il libro per terra e mi dispero sul letto, ho pure fame.

Che faccio? Domani ho la verifica di geometria e non so fare neanche un calcolo, che merda di vita.

Potrei chiamare Cece ma so che lei è da Kyle e questo vuol dire che non devo disturbare le loro unioni dunque potrei chiamare Mark ma lui è scarso peggio di me, Nina non la sento da mille anni almeno ma non credo mi aiuterebbe ancora, Zoe probabilmente non sa neanche he cosa sia un logaritmo, mi rimane solo una persona.

"Pronto? Jack?"
"Oh Rebecca, che è successo?" Chiede lui con il fiatone
"Mi chiedevo una cosa, come te la cavi in matematica?" Dico io guardando il soffitto
"Sono un talento perché?" Chiede lui con il fiato corto
"Domani ho il test, mi daresti ripetizioni tipo adesso?" Chiedo io supplicandolo
"Oh, lo farei, ma sono in palestra fino a stasera tardi, chiama Mark, ah no lui è un ritardato"

Ho la tentazione di chiudergli in faccia ma mi limito a contare fino a dieci e calmarmi
"Che faccio?" Chiedo io
"Studi?" Dice lui con ovvietà
"Oh mio dio grazie Jack, non ci avevo pensato proprio" dico io ironica e lui ride, perché trova le mie disavventura e divertenti?

"So chi ti potrebbe aiutare" dice lui all'improvviso
"Chi?" Chiedo io
"Luke, è un fottuto genio" dice lui, non conosco molto bene quel ragazzo potrebbe essere leggermente imbarazzante, ma che altre possibilità ho?
"Okay dammi il numero"

Dopo aver chiuso la telefonata con Jack mando un messaggio a Luke che mi risponde subito dicendomi che non c'è alcun problema è che arriva il prima possibile, molto carino da parte sua essere così disponibile non conoscendomi neanche.

Dopo neanche dieci minuti suonano alla porta e vado ad aprire trovandomi il biondo sorridente con un cappellino nero in testa.

"Wo, che casa enorme" dice lui entrando e guardandosi attorno
"Già, è abbastanza grande" dico io grattandomi il braccio
"Okay proviamo a farti capire matematica" dice lui entusiasta

Tre ore, venti equazioni, dieci problemi, quaranta tentativi di suicidio dopo, signori e signore, ho capito matematica.

"Brava, è venuta pure questa" dice lui chiudendo il libro dopo aver confrontato i risultati.
"Sei il mio angelo" dico io lanciando a caso il quaderno ormai consumato a forza di calcoli.
"Oh non esageriamo, bastava farti capire i concetti più difficili ma il resto lo hai fatto tutto te" dice lui grattandosi la testa imbarazzato.

"Che ora si è fatta?" Chiede lui, io prendo il cellulare accanto a me e noto che sono le sette di sera passate.
"Le sette e venti, ti va di fermarti a cena?" Chiedo io, del resto ha passato tutto il pomeriggio a sopportarmi, gli devo almeno una pizza o qualcosa del genere.

"Sì molto volentieri, aspettiamo i tuoi?" Chiede lui alzandosi ed aiutando me a fare lo stesso
"No, i miei lavorano fino a tardi" dico io sorridente, lui annuisce
"E tu sai cucinare? Perché io sono un disastro" dice ridendo
"No, ma c'è Sophia" dico io rassicurandolo.

Raggiungiamo Sophia in cucina e la troviamo mentre fa le parole crociate
"La 7 è bradipo" dico io spaventandola
"Oh mio dio, signorina Rebecca mi farà venire un infarto prima o poi" dice lei portandosi la mano al petto.

"Abbiamo un ospite a cena?" Chiede lei ed io annuisco
"Piacere Luke" dice lui cordialmente e Sophia ricambia il saluto
"Che gradite di cena?" Chiede lei disponibile, io e ii biondo ci guardiamo negli occhi per un attimo e poi io rispondo
"Lasagne" dico io
"Le lasagne sono di suo gradimento signorino Luke?" Chiede Sophia sorridente
"Amo le lasagne"

How I Became The Popular GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora