Capitolo 12

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"Wow, sei stata fantastica"

Una voce mi coglie alla sprovvista spaventandomi e lascio la tavola cadere dalle mie mani e con la mia solita fortuna mi cade sul piede facendomi urlare.

"Oh cazzo, scusa stai bene?" Comincio a saltellare e imprecare cercando di non piangere di fronte al deficente, non voglio essere esagerata ma fidatevi la tavola pesa e anche molto.

"Che cazzo ci fai qui?" Chiedo io girandomi verso colui che ormai ho riconosciuto, Jack si passa una mano tra i capelli con uno sguardo strano.

"Non sapevo surfassi" dice lui raccogliendo la tavola
"Beh, non sai molte cose di me anche se pensi il contrario" gli prendo la tavola dalle mani e mi dirigo verso i miei vestiti con passo deciso.
"Da quanto lo fai?" Chiede lui seguendomi e irritandomi ancora di più
"Cosa?" Chiedo io infilandomi la maglietta e lasciando che il costume la bagni ma non mi importa voglio solo allontanarmi da Jack.
"Surf" dice lui offrendosi di portarmi lo zaino ma io me lo metto in spalla prima che lo possa prendere

"Da sempre" comincio a camminare verso casa ma purtroppo sento i suoi passi dietro di me

"Smettila di seguirmi, non dovresti neanche essere qui, vai via" gli urlo io girandomi di scatto, lui invece di fare quel che gli ho detto sorride e continua a seguirmi.
"Possiamo parlare?" Chiede lui
"No, sono troppo stupida per parlare con te" dico io e lui ridacchia
"Dai, mi dispiace non volevo urlarti contro" dice lui, lo ignoro e affretto il passo verso casa.

Lui con uno scatto si posiziona davanti a me e mi blocca il passaggio, vado verso destra e lui fa lo stesso, provo a sinistra ma lui continua a ostacolarmi, sbuffo rumorosamente
"Smettila di fare il bambino" dico io
"Disse lei che giocava al gioco del silenzio"

Jack 1 Rebecca 0

"Okay, se ti ascolto poi te ne vai?" Chiedo io appoggiando la tavola al suolo
"Si" dice lui facendo apparire le fossette sulle sue guance
"Dimmi" dico io appoggiandomi sulla tavola in attesa del suo fantastico discorso

"Mi dispiace Rebecca, non dovevo urlarti contro e trattarti male, sono stato uno stupido e tu non hai fatto niente per meritartelo, non sei una ragazzina idiota anzi sei sveglia ed intelligente e non volevo giudicare quello che provi per Mark solo che quando mi altero divento uno stronzo di prima categoria, mi dispiace puoi perdonarmi per essere stato un completo idiota?"

Mi sta guardando con i suoi occhioni nocciola che anche nel buio della sera riesco a vedere benissimo, poi quelle fossette e quel sorriso mi rendono impossibile odiarlo o rimanere arrabbiata con lui.

"Mi avevi già convinto quando avevi detto di essere stupido" dico io ridendo
"Sono perdonato?" Chiede lui ampliando il suo sorriso
"Se mi porti a mangiare qualcosa si" dico io lui ride
"Okay andiamo" dice lui felice

"Devo andare a portare la tavola a casa e non devo essere vista dai miei genitori" dico io mostrandogli la mia amata passione
"Ah, certo" dice lui e senza chiedermelo la prende con delicatezza e comincia a camminare senza fatica.

Arriviamo alla porta e facendo il meno rumore possibile apro la porta e faccio entrare Jack che silenzioso comincia a salire le scale con la tavola e io dopo essermi accertata che nessuno ci stesse guardando salgo dietro di lui.

"Dove la appoggio?" Chiede lui arrivati in camera
"Sotto al letto" dico io e lui mi guarda confuso
"Ai miei non piace molto il fatto che surfo" lui annuisce e fa scivolare la tavola sul pavimento.

"Okay ora possiamo andare" dice lui
"Sono tutta bagnata, mi cambio e mi trucco" dico io andando verso l'armadio ma lui mi blocca il polso

"Con me puoi anche infilarti la felpa più brutta che hai e il cappellino da panda e non sarebbe un problema dunque mettiti qualcosa di asciutto e andiamo" dice lui sorridendomi, ricambio e prendo dall'armadio un felpone rosso e i jeans neri strappati, mi lego i capelli in una coda alta e me ne frego se sono leggermente bagnati.

How I Became The Popular GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora