Capitolo 38

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"Torna qui stronzo ingrato"

Jack si guarda dietro alle spalle prima di sbuffare e dare un calcio alla porta con rabbia.

"Non dovresti essere qui, sto bene ora vattene" dice lui cercando di sbattermi la porta in faccia ma la blocco prima.

"Jaaaack" una voce maschile continua a chiamarlo e lui lascia la porta semiaperta per seguire il suono di quella voce.

Entro dentro alla casa che è totalmente disordinata, vetri per terra sedie ribaltate e molti oggetti lasciati per terra, sembra sia passato un uragano.

"Dove cazzo sono le tue sorelle?" Chiede qualcuno
"Non sono a casa, ci sono solo io, prenditela con me" dice Jack entrando in una stanza più illuminata delle altre, lo seguo in punta di piedi e mi sporgo per vedere la scena.

C'è un uomo sulla quarantina d'anni in piedi con una bottiglia di birra in mano, sembra ubriaco fradicio e anche parecchio di cattivo umore.

"Vattene" dice Jack con fermezza
"Porta rispetto" dice l'uomo avvicinandosi al ragazzo traballando
"Per chi? Un rifiuto umano come te?" Chiede Jack spingendolo indietro

"Chi è quella?" Chiede l'uomo indicandomi, merda.

Jack si gira e si accorge della mia presenza e mi lancia un occhiataccia che potrebbe uccidermi sul colpo.

"Non sono affari tuoi, ti ho detto di andartene" risponde Jack all'uomo
"È una di quelle puttane che ti sbatti? È carina" dice lui avvicinandosi a me ma io mi tiro indietro.

"Salì al piano superiore, seconda camera a destra, veloce non uscire finché te lo dico io" dice Jack a me e mi fa cenno verso le scale, resto impalata a guardare quell'uomo, ha i vestiti sporchi e i capelli mori tutti spettinati.

"Jack, non si trattano così gli ospiti a casa nostra" dice l'uomo con un ghigno sul volto
"Non è casa tua questa" dice il ragazzo
"Invece si, ciao bella ragazzina" dice avvicinandosi di nuovo a me

"Scusa il ragazzo per la sua maleducazione, mio figlio a volte sa proprio essere un pezzo di merda" dice lui ridacchiando e riesco a sentire la puzza di alcol anche a due metri di distanza con lui.

"Rebecca vai" dice Jack e questa volta decido di ascoltarlo.

Salgo le scale e arrivo al piano superiore, ci sono quattro stanze, entro in quella che mi ha detto Jack e con mia grande sorpresa non è vuota.

"Rebecca?" Zoe mi guarda incredula, è diversa dal solito non ha più i capelli tirati e perfetti e non è truccata alla perfezione anzi ha il trucco sbavato e i capelli spettinati.

"Zoe?" Una vocina le fa distogliere lo sguardo da me è solo ora noto che accoccolata a lei c'è la piccola Chloe che ha le guance rosse e bagnate.

"Cosa sta succedendo?" Chiedo io nella più totale confusione, la ragazza accarezza i capelli della sorellina e la stringe a se per calmarla

"Alan è tornato" dice lei alzando le spalle
"L'uomo di sotto si chiama Alan?" Chiedo io
"Si, è nostro padre" dice lei sorridendo amaramente.

"Rebecca" mi chiama la piccolina, chiedo permesso a Zoe e lei annuisce permettendomi di avvicinarmi alla creaturina.

"Ho paura" dice lei
"Chloe lo sai che adesso Jack lo caccia via e poi possiamo continuare a giocare come prima" dice Zoe sorridente
"Ma ti ha picchiato" dice la piccolina e io mi giro verso Zoe che abbassa lo sguardo.

"Zoe, ti ha fatto del male?" Chiedo io appoggiando le mani sulla sua
"Tranquilla sto bene, mi ha solo dato uno schiaffo" dice lei, tutto potevo pensare ma mai che i White nascondessero questo.

How I Became The Popular GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora