Capitolo 18

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"Volpetta vai a lavorare in fattoria vestita così?" Chiede mio papà vedendomi scendere dalle scale, io faccio la linguaccia e arrivo all'ingresso.

Ho indossato una vecchia salopette con una maglietta e una felpa, okay forse non sono pronta per andare a Parigi a sfilare ma devo andare in campagna in mezzo alla cacca di cavallo dunque non penso che Gianni Versace si rivolterà nella tomba.

Apro la porta e il sorriso caldo e accogliente del biondo mi accoglie
"Vedo che sei pronta per vivere la tua avventura nella fattoria" dice lui ridendo per il mio stile, alzo gli occhi leggermente offesa.

"Scherzavo Becky sei fantastica e andrai benissimo per i cavalli, non si intendono molto di moda" dice lui facendomi ridere.

Saluto mio papà ed esco con Mark fino ad arrivare alla sua macchina.
"Ci metteremo almeno una mezzoretta buona ad arrivare dunque se vuoi riposare approfittane ora" dice accendendo il motore.

Solo una pazza dormirebbe con Tompson in macchina, sprecare una mezz'ora di tempo a dormire quando invece posso fissarlo mentre guida, assolutamente no.

Mi sistemo meglio sul sedile e lui si concentra sulla strada, le mani sono strette al volante e lo sguardo impegnato, il sole gli colpisce gli occhi chiari rendendoli di un azzurro ghiaccio, e non giudicatemi ma io trovo assolutamente sexy nei ragazzi la mascella definita e fidatevi se vi dico che Mark ha una mascella perfetta, la potrei usare come righello da quanto è geometricamente perfetta.

"Ho qualcosa che non va in faccia?" Chiede lui girandosi per un istante e beccandomi mentre sbavo su di lui, arrossisco violentemente e scuoto la testa.
"No no, scusa" dico io girandomi verso il finestrino imbarazzata per la figuraccia.

Una mano calda si appoggia sulla mia coscia e la stringe lievemente facendomi avvampare
"Non mi davi fastidio, mi piace quando mi guardi, e a me piace guardare te, dunque non imbarazzarti" dice in tono dolcissimo e senza togliere quel contatto.

Non chiedetemi perché lo sto facendo forse è l'istinto ma ora la mia mano è stretta insieme alla sua e lui sorride quando nota le nostre mani intrecciate e io faccio lo stesso.

Il viaggio passa velocemente, Mark mi parla dei suoi nonni e di quando da piccolo andava ogni estate da loro, io rido per alcuni suoi aneddoti e battute sui cavalli.

"Eccoci qua" dice imboccando un lungo viale dove in fondo c'è una villa enorme.
"Questa sarebbe la piccola casa in campagna?" Chiedo io stupita dalla grandezza della tenuta
"Beh si" dice lui ridendo e parcheggiando davanti al portico.

"Mark" una voce femminile mi spaventa alzo lo sguardo e vedo una donna anziana molto tirata che si sta dirigendo verso di noi, Mark le fa un cenno con la mano lasciando la mia, ed esce dalla macchina.

Mi affretto a fare lo stesso
"Nonna" dice lui quando la signora gli lascia un bacio sulla guancia.
"Sono felice tu abbia portato anche Veroni-" si gira verso di me e tutto l'entusiasmo che aveva sparisce
"Oh" dice lei guardandomi quasi disgustata
"Chi è questa?" Chiede al nipote senza smettermi di fissarmi male

Mark si avvicina a me e dopo avermi preso per mano si avvicina alla vecchia
"Lei è Rebecca" dice e io sorrido nel modo più falso che conosco
"Si" dice storcendo il naso "dove è la mia cara Veronica?" Chiede lei tornando raggiante
"Emh, io e Veronica non stiamo più insieme" dice Mark
"Per questa?" Chiede la nonna bastarda indicandomi come se non la sentissi

"No, lei non c'entra niente e non si chiama questa ma Rebecca nonna" dice lui e io guardo la nonna con uno sguardo "chi-vince-nonna?"

Lei annuisce e dopo un cenno torna in casa senza neanche salutarmi o dirmi niente.

How I Became The Popular GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora