22.Le ceneri delle vecchie fiamme.

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-Una settimana prima.

Rientrai a casa dopo il mio solito pranzo di fine settimana assieme a Jasmine e la visione che mi parve dinanzi agli occhi quasi mi rabbrividì. Sarah e Alex appartati sul divano della sala principale a limonare senza un minimo di pudicitá.
《Oh mio Dio!》esclamai coprendomi gli occhi e scattando in camera mia.《Io non ho visto niente! Spero di riuscire ad autoconvincermene presto!》esclamai chiudendomi la porta alle spalle.
...
Scaraventai la mia unica valigia sul pavimento a mattonelle bianche e candide.
Jasmine le squadrò dall'alto al basso, poi posò il suo sguardo contrariato su di me. 《Ti prego Jas, sarà solo per poco, e divideremo spese ed affitto così!》sbuffai.
《Sono una parecchio riservata, lo sai!》
《Non toccherò nulla fuori dalla mia camera, promesso!》la strinsi velocemente trascinando le mie cose in un piccolo studio in cui era stata piazzata una brandina.《Hai idea di quanto siano poco sopportabili le loro moine da mattina a sera? "Non ti daremo fastidio", furono le loro ultime parole famose prima di farmi passare notti in bianco a causa dei gemiti.》《Ti saresti potuta sistemare con la tua amichetta curiosa, no?》chiese ancora dispettosamente. Ormai quello era il soprannome che aveva accalappiato ad Ivonne. Jasmine aveva il vizio di dare a chiunque un soprannome che racchiudesse la sua peggiore qualitá. Io ad esempio, ovviamente ero la maniaca del controllo, Sarah la biondina svampita, Alex il culturista fallito. A se stessa invece non si riferiva mai con un dispregiativo, anzi tendeva piuttosto a tirar fuori il suo lato tanto sicuro di se da parere a tratti egocentrica. La vera differenza, come avrebbe detto il grillo parlante, era che lei non aveva bisogno di conferme, ne di qualcuno che le dicesse chi essere o cosa fosse. Ammiravo tanto questa sua parte.
《Simpatica. Ti ricordo che l'accaduto è stato per buona parte causa tua》, l'ammonii.
Si voltò lanciandomi una copia delle chiavi d'entrata.
《Al posto tuo l'avrei accontentata!》
《Non ne avevo dubbi.》
La raggiunsi nella sala principale rubandole la sigaretta accesa dalle labbra.
《Non ti stanchi mai, Jas? Non desideri mai nulla di più del sesso?》presi posto al suo fianco.《Piaccio alle ragazze... a te son piaciuta, no? Non vedo perché dovrei gettarmi via.》
La guardai con l'espressione più sincera che io le avessi mai rivolto, ed appoggiai la testa sulla sua spalla accavallando le gambe.
《Perché sei più di una bambola gonfiabile, e puoi permetterti qualcosa di meglio.》
Lei mi fissò e ridacchiò, finché non notai una lacrima scorrerle furtivamente sulla guancia, ed i suoi denti stringere le labbra nel tentativo di sopprimerne qualche altra. Si allungò verso il suo portatile, sistemato sul tavolo basso avanti a noi e dopo aver aperto la sua posta elettronica me lo poggiò sulle gambe.
Fissai l'e-mail di una certa Miriam e quando lessi il contenuto capii immediatamente di chi si trattasse.
"Non so realmente quale sia il modo giusto per dirtelo quindi sarò diretta. Io e Tomhas ci sposiamo, lo amo e voglio formare una famiglia con lui. Spero solo sarai felice per me, nell'ultimo periodo sei stata spesso nei miei pensieri. Sei stata la persona sbagliata in passato, inutile negarlo, ma ancor prima sei stata la sorella che non ho mai avuto. Ti voglio bene per davvero Jasmine, ti auguro tutto ciò che io stessa sto vivendo.
P.s. non smettere mai di ballare, un giorno sarò brava quanto te."

《Jas!》asciugai le sue lacrime con i pollici ingoiando un boccone amaro.《Ho avuto la straordinaria capacità di distruggere tutto ciò di cui m'importava, come posso meritarmi di meglio?》
《La tua strada sarà probabilmente diversa da quella che credevi, ma non per questo peggiore》provai a consolarla, ma le sue lacrime continuarono a scendere incontrollate. Smisi di soffrire con lei solo quando i suoi occhi si chiusero tra il mio abbraccio, lasciandola cadere in un sonno profondo.
Dopo mezz'ora mi sollevai cercando di distenderla il più delicatamente possibile sulla poltrona senza svegliarla, ma non ci riuscii. Schiuse le sue perle nere offuscate e mi fissò alcuni istanti.《Non volevo svegliarti, devo prepararmi per andare a lavoro!》
Sollevò il torace tra uno sbadiglio strofinandosi gli occhi e mi sorrise.《Sono felice che tu abbia chiesto aiuto proprio a me per l'appartamento.》
《Ah, si?》domandai ingurgitando un bicchiere di succo, mentre un'altro lo porgevo tra le sue mani.
《È una bella sensazione sapere che qualcuno al mondo mi ritiene quantomeno di buona compagnia.》
Mi chinai sulle gambe reggendomi alle sue ginocchia.《Ti va una vacanza da tutto questo caos?》
Mi guardò a metà tra l'incomprensione e la curiosità.
《Cosa intendi?》
《Ricordi i miei primi giorni qui? Eri convinta che dovessi godermi di più questa città, che dovessi aprirmi a nuove esperienze ed alcune volte provare ad essere totalmente folle. So che non l'ho mai ammesso, ma grazie a te ed alle tue pazzie ho iniziato ad apprezzare di più questo posto.》
Scosse la testa.《Non voglio trascinarti in un mondo che non ti appartiene, Andrea.》
《Vieni con me in Italia, tocca a te prenderti una pausa da tutto questo.》
Rimase immobile, pensierosa come mai l'avevo vista prima.
《Come sono le ragazze laggiù?》rise, ed io con lei, poi annuì.《Vengo con te.》

Dopo una settimana di imbarazzanti silenzi, a fine giornata Ivonne si decise a rivolgermi la parola per prima, gesto che aspettavo da tanto.
《Ok, capisco che dopo l'altra sera non ti sono realmente simpatica, ma potresti almeno rivolgermi la parola?》
《Lavorare con te sta diventando imbarazzante Ivonne, d'accordo? È colpa mia, non dovevo metterti in quella situazione.》
Mentre riponevo alcune pile di libri, mi chiesi se non fossi stata un po' troppo arrogante. Scesi lentamente dalla scaletta spolverandomi le mani sui jeans.
Lei sospirò e l'azione di bloccarmi spalle al muro mi sembrò molto una presa di coraggio. Mi fissava gli occhi, poi le labbra, poi di nuovo gli occhi, e la sua presa prepotente lentamente si indebolì.《Hai qualcuno da dimenticare, Andrea?》chiese con tono basso e presa alla sprovvista mi limitai ad annuire con la testa chinandola verso il basso fino a far cadere alcuni ciuffi di capelli dinanzi ai miei occhi.《Cosa ne sai?》
《Ho qualcuno anch'io.》
Detto questo mi baciò e fu decisamente molto più piacevole della prima volta. I suoi movimenti erano lenti, dolci, tanto da farmi domandare quale volto stesse immaginando al posto del mio.《Ehi!》la fermai accarezzandole il volto, non avevo la minima intenzione di essere violenta.《Forse dovresti rifletterci bene》conclusi stampandole un bacio sulla guancia prima di prendere le distanze.
《La prossima settimana parto e torno non appena rientrerà il prossimo mese, avremo il tempo necessario a pensarci su》dissi, eppure io sapevo già cosa desideravo.

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