2. Fai buon viaggio!

3K 122 4
                                    

Non ero mai stata una che prendeva decisioni affrettate, eppure, quella volta ne ero sicura. Ero caduta in una voragine, e dovevo far leva sulle mie braccia per risalire.
Dovevo fidarmi di me stessa.
Sta volta, volevo superarmi.
《Ormai sai come comportarti, Andrea, o almeno presumo che otto mesi di terapia siano valsi a qualcosa!》mi disse Matteo sollevando un angolo delle labbra un un sorrisino vispo.
La sua sicurezza gli donava un particolare carisma; se fosse stato una donna, ammetto che sarebbe riuscito a farmi cadere ai suoi piedi.
Annuii con la testa mentre rimettevo il mio quadernino degli appunti all'interno della borsa.
《Ricordati di credere sempre in te, di pensare sempre al meglio, e di goderti il presente, in ogni modo!》《Mi ricorderò anche di te, il mio grillo parlante! Decisamente, sei un piccolo insetto fastidioso nella mia testa.》
Lui ridacchiò tra i denti porgendomi una mano che afferrai.
《Fa buon viaggio!》《Grazie di tutto.》
Quelli furono i miei migliori saluti.
Per i gusti dei miei genitori ero stata sempre una ragazza troppo stravagante, fuori dai canoni. Mi avevano educata severamente, ed avevo seguito alla lettera ogni loro insegnamento. Eravamo riusciti ad andare d'accordo per circa diciotto anni, fin quando con un atto di coraggio ero riuscita a confessargli il mio orientamento sessuale, dopodichè il nostro rapporto era degenerato. A volte, avevo avuto l'impressione di non essere accettata da loro.
Nella mia famiglia c'era sempre stato il vizio di giudicare.
Jhon, mio fratello maggiore, lo aveva capito prima di me, per questo mi aveva sempre appoggiata: sapeva che li, non lo avrebbe fatto nessun'altro.
In quel caso tuttavia, la distanza che c'era tra me ed i miei genitori mi fu utile.
Li liquidai con un "Ciao mamma, ciao papà."
Non un abbraccio, non dei consigli, non una lacrima, nessuna parola di conforto.
"Che pena." Pensai giunta all'aeroporto di Roma.
《Lui è Alex, starà con noi.》
Sarah mi presentò uno statuario ragazzo dai capelli corvini e dagli occhi color mare.
Mi persi alcuni secondi nell'osservare le sue braccia colme di scritte e disegni di vario genere.
"Mi sono sempre piaciuti i tatuaggi, magari un giorno ne farò uno anch'io!" pensai.

Il volo diretto Roma-Londra parità tra mezz'ora.
Mi cullai ripassando mentalmente le parole del mio caro grillo parlante.
"Fai buon viaggio!"
Lo avrei fatto sicuramente.
Poi un'altra immagine mi tornò alla mente.

Flashback.

《Amore, ma sai che gran figata se io e te un giorno andassimo a vivere a Londra? Lontane da tutto sto schifo che ci circonda. Una vita nuova solo per noi due!》

Eravamo accoccolate sul divano in pelle del suo appartamento.
Mi fissava con i suoi immensi occhioni azzurri, mentre lentamente le accarezzavo i boccolosi capelli castani.
《Non è un po' presto per pensare a questo?》storsi le labbra e lei imbronciò giocosamente il volto.
《Se non ti conoscessi penserei che tu non voglia un futuro con me!》
《Un po' improbabile che io non lo voglia》sorrisi dispettosamente.
《Perché?》
《Ti sopporto già da quattro anni, posso resistere ancora un po'》ridacchiai afferrandola tra le braccia mentre lei giocava a far l'offesa: era il suo modo di chiedere attenzioni.
Il suo esile corpicino tra le mie braccia faceva tenerezza, quasi sembrava una bambina.
Ma bambina non lo era mai stata, anzi, mi aveva sempre dimostrato di avere una certa maturità.
La baciai, mi piaceva prenderla alla sprovvista, adoravo la sua espressione sorpresa.
Quel giorno aveva messo il suo anellino d'acciaio al centro del labbro inferiore; adoravo prenderlo a morsi!
Si distanziò per un attimo osservandomi e scoppiò a ridere.
《Perché insisti nel voler mettere il rossetto, se poi sai come va a finire?》
Mi ripulii il contorno delle labbra con l'indice ridendo con lei.《Quindi prima o poi mi ci porti a Londra?》domandò sussurrante sulle mie labbra, tenendo gli occhi chiusi.
《Ti porto ovunque tu voglia.》

Chissà quale strano destino mi guidò, ma improvvisamente, aprii gli occhi e mi accorsi che io ero su quell'aereo, e lei non era con me.

I signori passeggeri sono pregati di spegnere eventuali apparecchi elettronici.

Impugnai il cellulare, e prima di spegnerlo, osai.

"Vado via. Ci rivedremo, non presto, ma sono sicura che lo faremo.

Invio messaggio in corso...

A Sonia."

Mi voltai nella direzione di Sarah seduta li accanto a me:《Sono apposto. Sto per rinascere!》
La biondina mi sorrise, raccogliendo i suoi capelli ondulati in una coda di cavallo decisamente scomposta.
《A chi lo dici! Sei pronta?》
《Certo.》
Sarah mi strinse la mano, ne avvertii il freddo sulla pelle.
《Un nuovo capitolo della nostra vita.》
Già, chissà poi da dove l'avevo tirato fuori tutto quel coraggio.
Forse è vero, che quando non si ha più nulla da perdere, si da il meglio di se stessi.

Infinity in a instantDove le storie prendono vita. Scoprilo ora