13. Evado e vivo.

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Flashback.
Mia madre, dai lunghi capelli corvini e gli occhi color prato, si dimenava con rabbia nel salotto della mia vecchia casa:《Quante volte ti ho detto che devi smetterla con queste fottute sigarette, Arthur? Lo stipendio non ci basta neppure ad arrivare a fine mese!》urlò furiosamente.
Mio padre, dalla testa calva e l'inspida barba rossa, si sentì disturbato:《Il denaro per le sigarette non lo abbiamo, ma possiamo permetterci l'ultima cazzo di borsa Prada e tutti quei dannati cosmetici, vero?》
Le grida continuarono per molto tempo. Piccola com'ero, mi trovavo nella stanza accanto e neppure le mani sulle orecchie erano in grado di distrarmi dalle loro grida assordanti. Avevo trovato un'altro modo:mi concentravo freneticamente sul suono di una matita che strisciava su un pallido foglio di carta. Osservai il disegno tra le mie mani: una piccola casetta dal tetto rosso.
《Ora serve un po'di blu, per il cielo!》dissi a me stessa.
Impugnai il mio astuccio, quando di colpo sentii sbattere violentemente la porta d'ingresso.
Sobbalzai spaventata, l'astuccio mi cadde dalle mani, ed i colori finirono sparpagliati sul pavimento.
《Andrea, cazzo! Sei sempre la solita sbadata! Raccogli immediatamente quegli affari!》,urlò mia madre sulla soglia della porta per poi dirigersi in un'altra stanza.
Jhon aveva pochi anni in più. Era seduto sul divanetto accanto a me, con le sue enormi cuffie nelle orecchie. Se le sfilò via e mi aiutò a rimettere a posto, rivolgendomi un'amabile sorriso, poi impugnò il foglio colorato e disse:《È bellissimo, sai? Ne fai uno anche a me? Lo appendo in camera!》

La ragazza seduta di fronte al mio tavolo si versò una lattina di Cola nel bicchiere con ghiaccio, ascoltando attentamente il mio racconto.《Wow, ora capisco perché tu non ti senta così a tuo agio qui!》mi fissò intensamente con i due rotondi occhioni color caramello, sorseggiando la sua bevanda. Da quando ero li, devo ammettere che poche persone si erano interessate a me e lei faceva parte di quella cerchia ridotta.
《Bè, però che mi dici di tutti noi mocciosetti del quartiere? Di Savannah... ricordo che eravate un bel po'affiatate! Sono comunque dei bei ricordi, no?》
Sorrise sinceramente, ed io ricambiai chinando per pochi secondi la testa verso il basso.《Sono felice di averti riincontrata, Adriana!》
《Dovremmo vederci altre volte, sai? Sarebbe una cosa carina. Starò a Birmingham solo una settimana, per sbrigare acune faccende.》
Inutile negarvi che l'audacia di quella ragazza mi metteva decisamente allegria. Accade questo ad alcune persone: le riincontri e ti accorgi che sono diventate decisamente interessanti. Con altre invece l'effetto è il contrario, ma chi se ne importa! Non era quello il caso.
《E tu invece. Che mi dici di te?》domandai curiosa.
Lei scrollò le spalle,《uhm, nulla di molto particolare. Vivo qui a Londra con il mio ragazzo Luke, ma stiamo progettando di raggiungere il resto della mia famiglia proprio li a Birmingham. Lui si è appena laureato in ingegneria, io invece lavoro nel campo della moda, nella sartoria. Magari un giorno riuscirò ad avere un mio marchio!》rispose con un'espressione sognante.
《Sarei sicuramente felice di acquistare i tuoi capi!》commentai,《ma spero comunque in uno "sconto amico"!》scherzai subito dopo.
《Sarà fatto!》mi assecondò lei ridendo.
Mi portai una mano al mento concedendomi un attimo di silenzio per riflettere. Quella ragazza, secondo me avrebbe fatto decisamente strada.
《Lo fai ancora!》esordì lei riportandomi al presente.
Sollevai un sopracciglio,《faccio cosa?》
Lei sgranò gli occhi e sollevò gli zigomi in un dolce sorriso.
《Da bambine ricordo che di tanto in tanto ti mettevi in disparte da tutti, ed iniziavi a riflettere o a fantasticare su non sò cosa! Vedo che è una particolarità che ti è rimasta》rise.
Abbassai il capo imbarazzata,《oh, si. Diciamo che di tanto in tanto ho bisogno di evadere. Come fai a ricordarlo ancora?》
Lei si sollevò dal suo posto ed iniziò a gironzolare per la stanza osservando le poche cornici esposte sui mobili dell'appartamento. La maggior parte erano dei miei due coinquilini; io avevo solo una piccola cornice, che mi ricordava di Jhon. Gli occhi di Adriana si posarono esattamente su quella.《Ho una buona memoria, Andy. Ricordo bene anche tuo fratello! Era in gamba, non lo meritava, mi dispiace tantissimo!》afferrò la cornice.《Però vedo che alcune abitudini sono rimaste le stesse!》constatò.
La cornice aveva una particolarità: non racchiudeva una semplice foto, ma un ritratto realizzato a carboncino da me stessa per il diciannovesimo del mio fratellone.
《Non ho mai abbandonato le mie passioni, non ho altro. La mia creatività è tutto ciò che rende viva》,risposi sollevandomi a mia volta.
Dall'espressione incisa sul volto di quella ragazza, mi sembrò approvare ciò che avevo appena detto, ma non commentò oltre.
《Hai mai pensato di frequentare... non so! Una scuola d'arte, dei corsi di formazione... deve pur esserci qualcosa in giro!》
Sembrò entusiasta pronunciando quelle parole; era bello sapere che qualcuno fosse dalla mia parte!
《Ci penserò su!》risposi decisa.
Lei annuì con un cenno del capo ed afferrò il suo cappotto iniziando ad infilarlo.
《Si è fatto tardi, devo andare. È stato bello e sei stata gentile!》
Si diresse verso la porta.
《Adriana!》richiamai la sua attenzione e lei voltandosi mi fissò confusa.
《La mia coinquilina ritiene che io abbia un cattivo gusto nel vestire. Magari appena torni, potresti accompagnarmi a fare alcuni acquisti! Mi faresti davvero felice!》la supplicai, e lei rise.《Certo che ti ci accompagno, a presto!》si chiuse la porta alle spalle.
Esausta mi diressi verso la mia camera,mi coricai sul letto a pancia in sù, e di nuovo iniziai ad "evadere" fissando le pareti bianche, bianchissime, troppo per i miei gusti.
"Oh, a questo devo decisamente provvedere!" Pensai, ed in un attimo, il mio letto e la mia scrivania vennero occupati da teli, colori di vario genere, matite e pennelli.
"Fatemi vivere per un po'!"

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