5. L'istante.

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Nello scorrere dei secondi neppure ce ne accorgiamo
che le cose belle accadono in ogni istante.

Avevo deciso di concentrarmi sulla luce cacciando via il buio.

Infondo che avevo da perdere?

Se tutti un giorno finiremo sotto metri e metri di terra, sopravvivere godendo conviene.

Era un bel modo per sopravvivere.

Per tutta la mia vita, avevo creduto che i locali notturni di Londra non fossero un bel posto da frequentare. Ed infatti mi resi conto che era così.
Mi ero sempre sentita diversa dai miei coetanei.
Io non sentivo il bisogno di conformarmi, di seguire la massa, di fare qualcosa solamente perché andava di moda. Mi veniva spontaneo storcere il muso dinanzi alle parole "per me la sigaretta è solo uno sfizio", oppure "sono a favore della legalizzazione delle droghe leggere", o ancora "sfogo le mie frustrazioni nell'alcol".
Così mi guardai attorno e mi resi conto che ero l'unica ad avere un analcolico alla frutta, in mano da un'ora per giunta.
Si poteva distinguere benissimo una volta poggiato su quel tavolino, tra bicchieri di Mojito, Caiphiroska e Pina Colada.
Era appena l'una di notte, ed in quel privè sembravo essere l'unica ancora in grado di metter su una frase di senso compiuto; non osavo immaginare cosa sarebbe accaduto più tardi.
Stavo appena pensando di ritornare all'appartamento quando sentii il Dj fare una presentazione dal retro della console:《Signore e signori, sono lieto di dare il via al magnifico spettacolo della nostra Evelyn Star!》annunciò.
Grida, urla, fischi, isterici strilli.Sul palco si innalzò una nube di fumi, attraverso la quale venne fuori una ragazza slanciata e formosa su dei vertiginosi tacchi. Indossava un semplice short ed un top color argento, che lasciavano scoperta la pancia piatta abbellita da un vistoso piercing sull'ombelico. Ballava in modo terribilmente provocante lasciando fluttuare per aria i lunghissimi capelli biondi, e di tanto in tanto mandava baci alla folla in delirio, stringendo le grosse labbra contornate da un rossetto rossissimo. In secondo piano dietro di lei, altre ragazze l'accompagnavano nella sua esibizione. Il mio sguardo si posò immediatamente sulla prima ballerina alla sua destra, stretta in un soffocante abitino argentato che risaltava la carnagione color caffè e latte. I capelli corvini ormai arruffati contornavano un visino tremendamente sorridente dall'espressione maliziosa.
"È perfetta."
Lo pensai percorrendo con gli occhi ogni singolo millimetro del suo corpo, vedendolo muoversi in modo estremamente sensuale sotto il mio sguardo incantato.
《Ti piace, vero?》
Sarah bussò alla mia spalla con un gomito, riuscii a cogliere nel suo tono un pizzico, o forse più, di malizia.
Scossi la testa senza rispondere, ed in un attimo fui spintonata nella pista da ballo mentre si dava il via ad un nuovo Dj set.
《Muovi quel culo!》Mi incitò Sarah ballando in modo sguaiato con l'ennesimo cocktail tra le mani.
《Sarah, non so ballare!》le risposi muovendomi impacciatamente tra la folla sudaticcia ed appiccicosa.
Mi guardai attorno ed optai per una scappatoia.
Per uscire da li dentro avrei dovuto fare almeno mezz'ora di fila, quindi, l'unico modo per allontanarmi era quello: la zona fumatori.
Tornai al privè a passo svelto e ci trovai Alex.
《Potresti offrirmene una?》indicai il pacchetto tra le sue mani e lui annuì.
《Vieni con me》disse dirigendosi verso l'aria fumatori. Cercai di non perderlo di vista tra il caos, la gente, gli spintoni, le pozze di bevande cadute sul pavimento, le psichedeliche luci ed i fumi.
Per un attimo mi ritrovai a pochi centimetri da lei: la stessa ragazza che avevo visto ballare sul palco.
Così vicina da poterne sentire il profumo della pelle.
Incrociai il suo sguardo e riuscii a cogliere un'altro particolare: due occhi neri tremendamente profondi, che parvero intensificarsi a contatto con i miei.
Giurai di averla vista mordersi un angolo delle sue carnose labbra.
Le distanze tra di noi si fecero più ampie, fin quando non la vidi sparire tra la folla.
《Hai visto un fantasma?》mi domandò Alex accendendo la punta della sua Malboro.
Scossi la testa allontanando i miei pensieri.
《Scusami, sono solo stanca, vorrei tornare a casa.》
Lui annuii e la nostra conversazione terminò li, non c'era ancora molta confidenza tra di noi al tempo.
Consumò la sua sigaretta in fretta e si posizionò d'avanti a me.
《Ti dispiace se rientro o vuoi che ti aspetti?》
Neppure lo fissai, sbiancai rivedendola ancora li, a pochi metri di distanza da me ed Alex.
Mi lanciò un'audace occhiata, o forse era solo il suo sguardo così profondo che me lo faceva pensare.
《Andrea?》Alex richiamò la mia attenzione.
《Oh, si, tranquillo entra pure.》
Lui rientrò, lasciandomi li ad aspirare  qualche altro tiro da quella sigaretta.
I nostri sguardi si incrociavano e si slegavano in continuazione, quando mi resi conto di non reggere, gettai via la sigaretta e barcollando sui miei tacchi rientrai facendomi spazio tra la folla per raggiungere il mio tavolo.
Alcuni ragazzi totalmente ubriachi mi accerchiarono.
Li guardai con aria innocente, impaurita, tentando di scansarli inutilmente, ed improvvisamente mi sentii cingere i fianchi da qualcuno.
Il tocco era delicato, riuscii ad avvertire chiaramente dei brividi lungo la schiena, sgranai gli occhi:era lei.
Mi voltai, e li per qualche istante, il mondo si fermò.
Fissai i suoi così ipnotici occhi, e lei sembrò apprezzare nello stesso modo i miei.
Le mie labbra erano tra le sue ed ancora non riuscivo a realizzarlo, i suoi occhi, ora erano chiusi. Mi lasciai andare senza pensarci troppo ed immediatamente chiusi gli occhi anch'io in modo da avvertire chiaramente e godere del suo tocco sulla mia schiena, del suo sapore in bocca, di tutto il magico contatto che si era formato tra di noi.
Dopo qualche attimo di esitazione i ragazzi si allontanarono, scacciati via anche da alcuni che sembravano amici della sconosciuta che avevo tra le labbra.
Si distanziò per un istante per accertarsi che fossero andati via, dopodiché riprese nel suo lavoro strattonandomi pian piano in una direzione che mi era sconosciuta.
《Vieni con me, usciamo da qui》pronunciò sorridendo al mio orecchio, lasciando poi una scia di baci sul mio collo.
Tornai lucida per un momento.
《Aspetta, ma non so nemmeno come ti chiami...》
Mi guardò sconcertata scrollando le spalle.
《Se è così importante, mi chiamo Jasmine.》
Si fece spazio tra la gente, ed il butta fuori, riconoscendola ci lasciò uscire dal locale immediatamente.
Mi invitò a salire su una lussuosa macchina nera, lucente, ed ormai troppo presa da quel gioco non esitai ad accettare.
"Sta tutto in ogni singolo istante."
Riprese a baciarmi con prepotenza, lasciando scorrere la sua mano lungo tutto il mio corpo.
"Sto dando di matto."
《Aspetta!》la fermai.
《Qui non mi piace, andiamo da me.》

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